29
mar
2024
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NAAA Onlus

Viaggio in Vietnam

Fam. Zaccagnino Gusmeroli

Viaggio in Vietnam
29 dic 2004

Ci siamo sposati nel luglio del 1992 e nel gennaio del 2000 abbiamo presentato la dichiarazione di disponibilita’ al tribunale dei minori di Milano. Dopo anni di vita di coppia e di attesa di un figlio che non arrivava, ci e’ sembrata fosse una decisione saggia che coglieva il nostro desiderio di essere genitori con pieno entusiasmo...Ottenuto il decreto abbiamo conosciuto il NAAA attraverso una coppia di amici che aveva percorso la nostra stessa esperienza e nel giugno del 2001 abbiamo iniziato con loro il nostro iter adottivo. Avevamo conosciuto le storie di altre coppie e avuto notizie sui paesi di destinazione per i quali avevamo dato la nostra disponibilita’. Poi, come sempre accade, dopo alterne vicende, all’ improvviso, a meta’ ottobre del 2002 la telefonata di Cinzia: disponibilita’ e partenza immediata per il Vietnam, 2 viaggi di una settimana il primo e di 5 – 6 settimane il secondo a distanza di 1 – 2 mesi. Abbiamo toccato il cielo con un dito, dopo periodi di attese e di incertezze era giunta la nostra occasione, da tanto tempo attesa. Due giorni dopo l’ abbinamento, abbiamo nelle nostre mani una foto, piccola e sfocata, di una bambina di 4 anni appena compiuti, ospitata in un orfanotrofio di una provincia del Nord del paese: Lang Son. Provincia nuova per le adozioni anche per il NAAA. Siete in diversi, ci viene detto, una decina di coppie su quella provincia. Non c’ e’ tempo da perdere: 10 giorni al massimo per fare i documenti, il primo viaggio e’ da farsi entro fine mese, le procedure del resto sono comunque da perfezionarsi in loco. Ci siamo divisi i compiti, mia moglie Marilena, si sarebbe dedicata soprattutto ai documenti, io avrei fatto il primo viaggio ad Hanoi per una settimana, portando con me la piccola foto di Tu, la nostra bambina. Dopo febbrili preparativi, la corsa per i documenti, arriva il giorno della partenza: 25 Ottobre mattina dall’ aeroporto di Malpensa, volo Thai Milano – Zurigo – Bangok – Hanoi. Siamo arrivati ad Hanoi in pratica 24 ore dopo, considerando 6 ore di fuso orario, a mezzogiorno. Ci si conosce durante il viaggio con altre coppie , siamo in 5. All’ arrivo ci sentiamo e troviamo in un mondo lontano dal nostro, nel tempo e nello spazio. Stanchi del viaggio l’ atmosfera solare del Vietnam ci rinfranca. Ci colpisce subito all’arrivo. Ci circondano immediatamente il calore delle persone, i loro sorrisi, il loro candore, intuisci e percepisci la genuinita’ di una cultura diversa. Ne rimani coinvolto e stordito. Siamo accolti all’aeroporto Noi Bai di Hanoi dai ragazzi dell’ Hotel Vieth Han con mazzi di fiori per le signore. La temperatura intorno ai 30 gradi rende perfettamente l’atmosfera estiva e per l’appunto solare dell’ ambiente. Il tragitto in pulmino dall’aeroporto all’albergo (35 km, 45 minuti), ci mostra il paesaggio, la campagna, dalle mille tonalita’ di verde, come recita una guida turistica, perfettamente coltivata e ordinata, i contadini nei campi, le strade polverose e piene sino all’ inverosimile di gente, di motorini, biciclette, diposte in 7 - 8 file parallele. Fa da sottofondo il rumore assordante, continuo ma festoso dei clacson che ti accompagna sempre dalle prime luci dell’alba a sera inoltrata. Sono le immagini e i rumori del Vietnam che ti accolgono immediatamente all’ rrivo e che ti permettono di identificare sin dall’inizio il paese in cui sei arrivato. Lo stupore e la meraviglia di essere in un paese nuovo, inaspettato ma accogliente e sereno ti accoglie e ti sorprende immediatamente. L’albergo e’ moderno, nuovissimo, in una strada del quartiere vecchio di Hanoi. Porto addosso un po’ dell’ inquietudine residua del viaggio, cosi’ improvviso. E’ solo la prima settimana, mi dico, altri in quel momento sono gia’ li’ gia’ con i loro bambini al secondo viaggio. Ci sono cose, documenti da sistemare e molte incertezze dovute ad una provincia Lang Son, nuova per il NAAA e anche per le altre associazioni, a 150 km a nord da Hanoi ai confini con la Cina Meridionale. Incontriamo la sera stessa il referente Francesco e la moglie vietnamita Hang con le famiglie destinate a Lang Son (10 in tutto alla fine) e con le altre destinate alle altre province: Bac Kan, Thai Nguyen, Nam Dinh, Hanoi ecc. Fraternizziamo. Verifica dei documenti da presentare alle autorita’ locali, breve ma incisiva presentazione della situazione paese da parte del referente. Prossimo passo la formalizzazione innanzi al giudice locale, della richiesta di adozione e incontro con la bambina in istituto. Max 1 ora ci dice Francesco. La partenza per l’istituto di Lang Son avviene alcuni giorni dopo. Partenza alle 6 del mattino, il 31 di ottobre, siamo 4 coppie. L’istituto e’ distante 2 ore circa, ci inoltriamo nella provincia montana a nord di Hanoi. La strada e’ buona e scorrevole. Arriviamo in istituto prima delle nove. Ci accolgono con riservatezza e cortesia, ci fanno accomodare in un locale, ci viene offerto del te’. L’ emozione e’ grande non sappiamo come si svolgera’ il tutto, poi d’ improvviso, cominciano ad uno ad uno a portarci i bambini accompagnati dalle rispettive “tata” o “didi”, la signora/ragazza che si occupa di loro in istituto. Tu, nostra figlia, arrivi per seconda, accompagnata da una signora. Benche’ non faccia freddo, e’ molto coperta. Entra nel locale, ha l’aria un po’ smarrita e incerta, ma curiosa. Si guarda intorno. E’ una delle due bambine grandi, gli altri hanno tutti meno di un anno o poco piu’. Rappresenta quindi un po’ una sopresa anche per gli stessi operatori e per le altre famiglie. E’ molto docile, si fa prendere in braccio, silenziosa, le porgo un po’ di cioccolata e di frutta che avevo portato con me, li accetta con gusto. Si guarda intorno, curiosa del nuovo ambiente e delle persone che vede intorno a se. Canticchia volentieri delle canzoncine molto graziose su indicazione della “tata”. Appare molto tranquilla, serena e disponibile. L’incontro trascorre, e’ inutile dirlo molto molto in fretta, le lascio un orsacchiotto, le foto mie e di mia moglie che conservera’ con cura comprendendo che sono i nuovi “mamma e papa’” parole che impara a pronunciare, “Bo e me” in vietnamita come le spiega la tata. Un bacio finale e un abbraccio, termina l’incontro con la certezza, sempre molto fideistica in questi casi, di ritrovarci appena possibile (1 mese?) per tornare con noi in Italia. Ci rechiamo alla casa del popolo, dobbiamo attendere il pomeriggio perche’ arrivi il giudice impegnato altrove. Un po’ la sorpresa di questa provincia e’ costituta dagli adempimenti formali molto rigidi. Ogni coppia presenta singolarmente la propria documentazione al giudice, una giovane donna, molto austera ma cortese, che ci interroga, grazie ad una interprete e registra le nostre risposte. Ci chiede delle nostre motivazioni dell’adozione, della scelta del paese, valuta la serieta’ delle nostre intenzioni. Il tutto dura 20 – 30 minuti in un clima formale, ma cordiale. Torniamo ad Hanoi e arriviamo in albergo la sera. La settimana trascorre senza intoppi particolari, qualche ansieta’ per la correttezza e la tempestivita’ dei documenti necessari (alcuni da rifare), partiamo il 3 novembre la domenica, dopo una settimana che ci ha permesso di avere una visione, abbastanza da turisti, piuttosto accurata di Hanoi, delle sue strade, dei ristoranti, piuttosto che dei supermercati. Sono informazioni pensiamo che potranno essere utili in occasione del 2° viaggio (6 settimane) quando non sara’ possibile esplorare l’ambiente del tutto nuovo in cui dovremo abitare con una bimba in famiglia. Torniamo tutti in Italia, racconto alla moglie quanto posso, porto le foto, tantissime. Ora abbiamo la consapevolezza che in Vietnam, in un istituto della provincia di Lang Son, c’e’ una bambina, nostra figlia, che attende il nostro ritorno. Non ci pensiamo, potrebbero accadere tante cose, un documento sbagliato, qualche evento non sotto il nostro controllo che possa interrompere il tutto. Sappiamo che dobbiamo attendere, speriamo che avvenga tutto molto in fretta. All’improvviso anche questa volta, qualcuno e’ contattato per il secondo viaggio. Sappiamo che presto potra’ toccare a noi, speriamo prima di Natale, sarebbe un Natale bellissimo. Per intanto fervono i preparativi, la cameretta della bambina, bisogna imbiancare, i nonni sono all’improvviso anch’essi molto preoccupati (come farete 6 settimane in Vietnam?) Tutti dubbi e incertezze che vengono spazzati via da una telefonata: partite il 17 dicembre!!. Bene e’ l’ora! Finalmente! Vuol dire che faremo Natale ad Hanoi con nostra figlia! Ci ritroviamo piu’ o meno gli stessi del primo viaggio sull’aereo, questa volta volo Air France: Milano – Parigi – Bankok – Hanoi. 24 ore di viaggio e siamo in albergo al Nam Hai questa volta. Siamo in tanti in Hanoi nei 3 alberghi scelti dal NAAA, circa 25 famiglie, tutte per lo piu’ al secondo viaggio. Si familarizza in fretta con tutti, l’atmosfera e’ buona e gradevole. Ci si supporta molto vicendevolmente. Dobbiamo solo aspettare a questo punto di andare in istituto per la cerimona del “dare e dell’avere” e da quel momento potremo avere la nostra piccola Tu con noi. Passera’ ancora una settimana poi il 22 dicembre Francesco ci comunica che il primo gruppo delle famiglie di Lang Son, tra cui noi, fara’ la cerimonia il giorno 24 dicembre: la vigila di Natale. Il giorno non poteva essere scelto con piu’ accuratezza. Partiamo presto al mattino, le 6. E’ la prima cerimonia che il NAAA fa in quella provincia, non tutto e’ chiaro. Siamo 5 famiglie in pulmino. La cerimonia e’ il momento, ci avevano gia’ spiegato, in cui si conclude l’iter legale dell’adozione secondo la legge vietnamita. Da quel momento in poi, secondo la legge del Vietnam, la nostra bambina e’ anche nostra figlia a tutti gli effetti. La cerimonia e’ anche pero’ dal punto di vista emotivo, il momento in cui il bambino viene affidato alla nuova coppia e si costituisce una nuova famiglia. E’ un momento ufficiale e denso di contenuti: e’ il momento dell’affidamento di un bimbo/bimba vietnamita ad una coppia straniera e rappresenta un impegno da parte di tutti. E’ quindi anche un momento da celebrare, un momentio di festa. Sono le 8 e mezza quando arriviamo, siamo tutti molto tesi, non sappiamo bene come si svolgera’ la giornata ma l’ essere in 5 famiglie ci autosostiene. La mattina passa incontrando i genitori naturali dei bambini. Incontriamo e conosciamo i genitori e lo zio di Tu. Comunichiamo con loro attraverso l’interprete. Sono momenti di forte commozione, abbiamo modo di apprezzare l’estrema serenita’ di spirito dei genitori. Ci raccontano della loro vita, della loro famiglia, spiegano i loro motivi e le loro situazioni (poverta’ estrema, situazioni familiari complesse) con la speranza/certezza di assicurare alla loro bambina un futuro migliore. Ci riceve il giudice chiedendoci conferma di quanto gia’ dichiarato nel corso del primo viaggio. Nel pomeriggio alle 14 inizia la cerimonia, arrivano i bambini accompagnati dalle “tate “ o “didi”, arrivano i funzionari locali. Tu e’ bellissima, vestita e pettinata per benino, si avvicina subito a noi. Appare tranquilla, incontra i suoi genitori naturali, sta insieme con noi e con loro, mangia dolci e cioccolatini, panettoni natalizi, portati da noi tutti per l’occasione. La cerimonia dura un paio d’ore. C’e’ il momento formale della firma dei genitori naturali e adottivi al termine ufficiale del procedimento giuridico dell’adozione vietnamita. C’e’ il discorso dei genitori adottivi e dei genitori naturali, lo scambio dei doni. Al temine i saluti, la commozione prende tutti. I nostri timori sino a quel momento tenuti sotto controllo, si sciolgono in un abbraccio alla nostra piccola Tu che viene a noi abbracciandoci e stringendoci a se. E’ stata la giornata piu’ bella e piu’ difficile per l’intensita’ delle emozioni vissute e per la nostra difficolta’ a intepretare usi e costumi di un paese molto distante dal nostro, per cultura e concezioni sociali e religiose. Abbiamo ammirato l’estrema serenita’ e consapevolezza del gesto compiuto dalle famiglie di orgine in una concezione molto fideistica della vita, frutto della cultura sociale e religiosa propria delle popolazioni vietnamite. Siamo tornati molto provati in albergo a sera. Tu ha dormito tutto il viaggio abbracciata a me. Si e’ svegliata all’arrivo. Eravamo tutti attesi in albergo dalle altre coppie. Tu e’ apparsa con noi nell’atrio, lo sguardo un po’ incerto, si e’ guardata intorno, ha visto le altre coppie e gli altri bambini piccoli, poi e’ venuta via con noi in camera serena e tranquilla. Ha dormito tutta la notte. E’ superfluo dire che per noi e’ stato il Natale piu’ bello della nostra vita. Tu si e’ subito adattata a noi e noi a lei. Ha dormito bene, tutte le notti in mezzo a noi, abbracciata alla mamma (guai ad allontanarsi un attimo o a girarle le spalle), stringendoci a se’. La differenza di lingua non e’ stata assolutamente un limite, ci siamo intesi immediatamente. Si faceva intendere con una immediatezza di contatto e di rapporto straordinari. Ci ha stupiti per la serenita’, la gioia, l’allegria e la vivacita’ del suo essere, riempiendoci tutte le giornate successive. Abbiamo costruito il nostro rapporto insieme, giorno dopo giorno, istante dopo istante. I giorni successivi sono trascorsi rapidi, molto piu’ velocemente di quanto potessimo immaginare. Abbiamo girato per Hanoi in lungo e in largo con la nostra piccola Tu e con le altre coppie di amici. Abbiamo capito da Tu i suoi gusti, apprezzato i cambiamenti anche alimentari (le prime settimane mangiava solo pane e frutta e a colazione il pho,una minestra di pollo, con spaghetti di soia). Il suo carattere di fondo e’ stato caratterizzato sin dall’inizio, passati i primi 2 giorni di ambientamento, dall’allegria, dalle corse ininterrotte nell’atrio dell’ albergo o per le strade e i parchi della citta’, dalle coccole ai bambini piu’ piccoli di cui andava matta, tra lo sguardo stupito e un po’ preoccupato delle altre mamme. E infine l’attaccamento a noi mamma e papa’, comunque voluti sempre entrambi insieme a lei ininterrottamente (mi e’ capitato di dover andare alle postazioni Internet al mattino presto prima che lei si svegliasse!!) La parte, a questo punto puramente amministrativa dell’iter adottivo, e’ stata a dir poco secondaria se non fosse per la necessita’ obbiettiva di cercar di fare le cose in fretta per tornare al piu’ presto in Italia, per i motivi legati al lavoro e agli impegni di ciascuno. Abbiamo cosi’ fatto i documenti che ci restavano da fare (autentiche e legalizzazioni dei documenti MOFA relativi all’adozione in Vietnam, passaporto di Tu, richiesta di Visto) per attendere poi l’autorizzazione all’ingresso da parte della CAI, il via libera dell’ambasciata italiana di Hanoi, dopo le verifiche fatte da parte di quest’ultima presso i ministeri degli interni e della giustizia locali, l’incontro in ambasciata e finalmente il rilascio del Visto e la partenza per il ritorno in Italia il 25 Gennaio. Siamo stati in Vietnam 35 giorni, meno di quanto c’era stato prospettato. Puo’ essere considerato un periodo lungo e lo e’ se rapportato alle esigenze personali legate al lavoro e agli impegni di ciascuno. Lo e’ anche in rapporto a molte lungaggini burocratiche, se si pensa che dal 24 dicembre Tu e’ nostra figlia a tutti gli effetti per la legge Vietnamita ma per avere il visto di ingresso in Italia e’ passato esattamente un altro mese. Comunque e’ stato un periodo utilissimo e necessario, almeno per noi, e direi unico, per la possibilita’ offertaci di stare insieme con nostra figlia per 35 giorni di seguito, per conoscerci, per stare bene insieme, per capire e aiutarla/aiutarci a costituire una nuova famiglia. Se non fossimo stati insieme in Vietnam quel mese con Tu, il distacco dal paese per lei e l’integrazione in Italia sarebbero stati molto piu’ difficili. E’ stato poi un periodo bellissimo. Hanoi e’ una citta’ splendida per l’opportunita’ unica di vivere in un contesto completamente diverso dal nostro. Le sue strade piene di venditori ambulanti e di negozi, posti in perimetri strettissimi, le donne che vendono ogni genere di frutta e verdura, il lago Hoan Kiem, i supermercati, i centri commerciali molto forniti e a costi irrisori, le strade a tema del centro storico di Hanoi sono frammenti di immagini che porteremo sempre con noi. I vietnamiti sono persone molto semplici, sempre in movimento, sorridenti nonostante la poverta’ evidente, sempre dignitosissimi nello spirito e nel portamento. Pronti a darti un consiglio o una carezza al tuo bambino, riconoscono i bimbi dati in adozione e ne sono contenti. Baby Vietnam? ti dicono fermandoti per strada, li accarezzano e giocano con loro al ristorante o in albergo. Rappresentano le immagini di una educazione dolce ma nel contempo austera che danno ai loro bambini. Il 25 gennaio siamo tornati eravamo contenti di questo e di tornare alla nostra vita, ma abbiamo lasciato li’ un pezzo di noi in questo paese che e’ ormai anche il nostro. Ora che quello che sembrava un traguardo cosi’ difficile e’ stato raggiunto, ringraziamo Dio che ci ha permesso di realizzare il sogno della nostra vita. Ringraziamo pure tante altre persone ed amici che ci hanno sostenuto nei momenti in cui tutto sembrava cosi’ incerto, ringraziamo lo staff NAAA di Arconate, di Cirie’ e di Hanoi per l’appoggio, il sostegno, l’amicizia e la professionalita’ con la quale si hanno seguito e sostenuto in questo nostro grande viaggio. Il viaggio e’ terminato, Tu e’ con noi in Italia a Monza, parla italiano ormai in maniera compiuta, gioca con i bambini italiani, della sua eta’, si inserira’ a scuola. E’ molto cresciuta, quasi non riconosciamo piu’ in lei la minuta bambina che ho incontrato la mattina del 31 ottobre nell’orfanotrofio di Lang Son, ma il carattere dolce e solare delle settimane trascorse ad Hanoi e’ rimasto lo stesso. Restera’ con noi per sempre il ricordo di un mese entusiasmante trascorso ad Hanoi e il proposito, la voglia, la passione di tornarci ancora. Chissa’.