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"Che differenza c'è tra genitorialità adottiva e quella naturale? Nessuna"

La testimonianza di mamma Elena e papà Paolo e il racconto dell'arrivo della piccola Barbara dal Vietnam

"Che differenza c'è tra genitorialità adottiva e quella naturale? Nessuna"
Foto: Mamma Elena e papà Paolo con la piccola Barbara alla festa di Rivarossa
21 set 2017

“Che differenza c’è tra genitorialità adottiva e quella naturale? Nessuna. La speranza, le aspettative e le ansie sono assolutamente le stesse”. Non ha dubbi mamma Elena, che insieme al marito Paolo, nove anni fa hanno accolto la piccola Barbara dal Vietnam. E lo ha rimarcato durante la testimonianza alla festa di fine estate organizzata dal NAAA al Master Club di Rivarossa, in provincia di Torino. “La nostra – prosegue Elena – è stata un’adozione lampo. Abbiamo conferito l’incarico al NAAA nel dicembre 2007 e a gennaio 2008 abbiamo consegnato i documenti. Nel mese di giugno siamo stati chiamati per l’abbinamento e abbiamo visto per la prima volta una fotografia, in bianco e nero, di nostra figlia, oltre alle informazioni basilari. Quando abbiamo saputo l’età della bambina siamo caduti dalla sedia: aveva appena tre mesi, mentre ci aspettavamo una piccola di 2-3 anni. Nella documentazione che abbiamo ricevuto, inoltre, abbiamo saputo che era stata abbandonata praticamente appena nata fuori dall’infermeria di un paesino vicino all’istituto di Bac Kan, con ancora attaccato il cordone ombelicale”. I due coniugi lombardi si preparano a partire non prima di Natale dello stesso anno. Ma, esattamente un mese dopo l’abbinamento, l’attuale responsabile Adozioni e all'epoca operatore Paese, Elisa Azeglio, contatta Elena e le comunica che il viaggio è programmato per la settimana successiva, ovvero a metà luglio. “Siamo partiti insieme a Monia, che oggi è la responsabile della sede NAAA di Modena, e suo marito Andrea – proseguono Elena e Paolo – e insieme ad altre due coppie, con cui è nato un bellissimo rapporto. Lì abbiamo conosciuto Bobo, il referente del NAAA: un tipo tosto, che conosce perfettamente il Vietnam”. Pochi giorni dopo l’arrivo nel Paese del sud-est asiatico, Elena e Paolo varcano la porta dell’istituto di Bac Kan. “Il giorno in cui abbiamo incontrato nostra figlia – ammette la mamma – è stato il più bello della nostra vita. Per fortuna ci sono i filmati e le fotografie di quei momenti, perché ero talmente agitata, preoccupata ed emozionata che non ricordo più nulla. I bambini sono estremamente curati, anche dal punto di vista affettivo. Ricordo, però, un momento che porterò sempre dentro di me, quando la “didi” mi è venuta a chiedere di poter salutare per l’ultima volta Barbara e mi è quasi dispiaciuto portarla via”. Elena svela poi uno dei momenti forse più difficili per un genitore. “Quando mia figlia, che all’epoca aveva due anni e mezzo, mi ha chiesto – ha raccontato la mamma – se non sono uscita dalla tua pancia, da dove sono uscita? Ho avuto un attimo di panico. Allora ho subito chiamato il NAAA per chiedere cosa rispondere e la psicologa della sede di Arconate, Stefania Romano, mi ha detto semplicemente: dille la verità. E così abbiamo fatto: abbiamo guardato insieme i video e le foto di quando eravamo insieme in Vietnam e le abbiamo raccontato la sua storia. La cosa che ci ha stupito è che mentre guardava il filmato della cerimonia durante il quale diedi Barbara alla “didi” per l’ultimo saluto, la piccola si è messa a piangere. Poi, nell’immagine successiva in cui la ripresi in braccio, Barbara smise di piangere e mi disse: ecco che finalmente è tornata la mia mamma”. Elena e Paolo hanno voluto concludere con un consiglio alle coppie in attesa: “Già nel 2008 chi intendeva adottare in Vietnam – hanno terminato i due – doveva dare la disponibilità ad accogliere bambini con l’Epatite B e C. Non lasciatevi spaventare: siete in buone mani, perché gli operatori e i professionisti del NAAA sono sempre presenti e disponibili. Sicuramente i primi tempi a casa non sono facili, anzi. Ma i nostri figli ci danno la forza di andare avanti. I bambini vietnamiti, poi, sono bambini determinati, intelligenti ed hanno una tenacia impressionante. Quando si manifesta un problema, però, è importante cercare aiuto: il primo passo è riconoscere il problema e chiedere un sostegno, per affrontare serenamente giorno per giorno la vita con i propri bambini”.