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Mosca blocca le adozioni negli Usa

16 apr 2010
Il governo di Mosca ha bloccato tutte le adozioni di bambini russi da parte di cittadini statunitensi, almeno fino a quando tra Usa e Russia non sarà stato messo a punto e ratificato un accordo che disciplini in modo molto preciso la materia, permettendo ai due governi di monitorare con sicurezza il destino dei bambini nelle famiglie adottive.La decisione è stata presa dopo la vicenda di Artyom Justin Hansen – già artyom Savelyev – il bambino di sette anni adottato l’anno scorso da Torry Hansen, una donna single di Shelbyville, Tennessee, e rispedito in Russia da solo la settimana scorsa, con una lettera in cui la madre adottiva dice di non volerlo più perché “mentalmente instabile e violento”. Artyom, che compirà otto anni proprio domani, era stato prelevato all’aeroporto di Domodedovo da un autista trovato via internet dalla madre di Torry Hansen, e da questi portato al ministero dell’educazione, dove tutta la vicenda è stata poi ricostruita. Le prime osservazioni dei medici e degli psicologi rivelano che in realtà il bambino non sembra presentare alcun problema psicologico particolare – vivace, sveglio e interessato a tutto ciò che lo circonda. La Hansen lo aveva adottato da un orfanatrofio in una tragica località dell’Estremo Oriente russo, a 100 km da Vladivostok, dove era stato messo perché la madre naturale, alcolizzata, non era più in grado di badare a lui. Sulla vicenda la stampa russa si è mobilitata con grande eccitazione, e ha spinto il governo a reagire in modo molto duro. Come hanno rivelato i media, il governo e in particolare il ministro degli esteri Lavrov si sono grandemente irritati per il rifiuto delle autorità americane di incriminare Torry Hansen (e ci sarebbe anche da fare un discorso relativo alla compagnia aerea che ha tranquillamente accettato su un suo volo intercontinentale un bambino di sette anni non accompagnato e senza una garanzia formale di qualcuno che lo ricevesse a Mosca – alla faccia delle misure di sicurezza e controllo). Da qui la decisione di bloccare le adozioni da parte di cittadini statunitensi, e lo stop alle attività sul suolo russo della World Association for Children and Parents, un’agenzia americana che cura le adozioni internazionali. La misura colpisce moltissime famiglie americane – le domande di adozione per bimbi russi presentate negli Stati uniti sono oggi circa 3000 – e in effetti le autorità di Washington stanno cercando di trovare una soluzione politica con Mosca, che non comprometta la sacra libertà dei cittadini statunitensi di fare quel che gli pare nelle loro famiglie senza risponderne al loro governo e men che meno a governi stranieri. Se Washington dovesse accettare le condizioni chieste da Mosca per un accordo generale in materia di adozioni (e cioè un controllo statale bilaterale sulle famiglie adottive), l’opinione pubblica Usa probabilmente insorgerebbe contro simili misure “socialiste”. Nei prossimi giorni una speciale delegazione governativa statunitense arriverà a Mosca per discutere al più alto livello la questione. fonte: blog.ilmanifesto.it