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"Queste ombre sulle adozioni internazionali non fanno bene"

La presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti: "Gli enti devono essere trasparenti"

"Queste ombre sulle adozioni internazionali non fanno bene"
Foto: La presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti
15 ott 2015

La chiusura di un ente autorizzato, le interrogazioni parlamentari sull'operato di un'altra associazione, le polemiche relative alla Commissione Adozioni Internazionali. Elementi che gettano fango sul mondo delle adozioni internazionali. Dopo l'intervista a Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa Onlus, riportiamo le dichiarazioni rilasciate dalla presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti, all'ufficio stampa dell'ente torinese. “Tutte queste ombre non fanno bene – afferma la Maccanti – ma per fortuna la maggior parte degli enti autorizzati lavora in trasparenza, nel rispetto delle indicazioni espresse dalla normativa, seguendo la formazione ricevuta presso l’istituto degli Innocenti, nato per la tutela dei bambini e dei loro diritti”.

Presidente, cosa la preoccupa?

“Il fatto che siano sempre di più le coppie in difficoltà dopo la scelta dell’ente a cui affidarsi per il proprio percorso adottivo. Per esempio sappiamo che le indagini dei servizi territoriali sono lunghe e snervanti, ed è comprensibile che la scelta della coppia ricada su un ente che promette bambini “sani” in tempi rapidissimi, salvo poi lamentarsi se le promesse non vengono mantenute. Gli ultimi episodi, purtroppo, gettano fango anche su chi ha sempre lavorato bene. Questa non è sicuramente una buona pubblicità per il nostro mondo: così si rischia di perdere la fiducia di chi si rivolge a noi per offrire un futuro migliore ad un bambino che oggi si trova senza una mamma o un papà”.

Qual è il vostro rapporto con la Commissione Adozioni Internazionali?

“Eravamo abituati alla metodologia di lavoro delle precedenti commissioni, ora invece ci viene difficile riuscire ad inquadrare la missione di quella attuale, proprio perché troppo diversa rispetto al passato. La presidente in carica è stata nominata dall’ex premier Enrico Letta, non sappiamo quali siano state le direttive di quel Governo. Anche oggi è difficile interpretare le indicazioni del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, in merito alla Cai. Siccome noi, enti autorizzati, siamo meri esecutori di un incarico, cerchiamo di seguire al meglio la normativa vigente”.

Nelle ultime settimane, l’operato di alcuni enti è finito al centro delle polemiche. Questo potrebbe condizionare il pensiero dell’opinione pubblica sul mondo delle adozioni internazionali?

“Abbiamo letto le interrogazioni parlamentari presentate per far luce sull’operato di un ente autorizzato con sede a Torino. Non sappiamo quali saranno i passi che la Cai vorrà intraprendere. Probabilmente vedremo i primi effetti dell’accordo sottoscritto nei mesi scorsi con l’Arma dei Carabinieri, magari con un’azione di vigilanza maggiore da parte delle forze dell’ordine. Il caso di questo ente, però, è emblematico perché pare che le coppie coinvolte non siano poche e quindi è possibile che ci sia stata qualche disfunzione. Soltanto pochi giorni fa abbiamo avuto la notizia dell’inchiesta partita dalla Procura, seguita alla chiusura di Airone. Ma sembra che questo caso non sia di pari gravità: speriamo di non sbagliarci”.

Cosa si aspetta dal futuro?

“L’auspicio è che tutti gli enti autorizzati comincino a seguire le buone norme, nel segno della trasparenza, mettendo a disposizione di tutti le informazioni necessarie per poter scegliere con la massima serenità il proprio percorso di avvicinamento all’adozione internazionale. Penso ai dati relativi al numero di incarichi che deve essere relazionato alle adozioni concluse, ma anche alla pubblicazione costante del numero dei minori accolti in Italia relativo all’anno in corso per una più facile lettura. Ultimo, ma non meno importante, è il percorso di formazione, che deve essere sempre più tagliato sulle necessità di maturazione della coppia. Ricordiamoci che tutte le coppie sono composte da possibili genitori. La differenza sta nel grado di maturità e la formazione dovrebbe essere in grado di accompagnare la crescita di queste persone rispetto al proprio bisogno. Se, tutti insieme, riusciremo a seguire questa strada, si potrebbe aprire una nuova pagina per le adozioni internazionali”.

Quali sono le iniziative che il NAAA sta mettendo in campo?

“La formazione è uno strumento importante per la buona riuscita dell’adozione. E’ fondamentale essere al passo con i tempi e aggiornarsi: i corsi dovrebbero essere plasmati a seconda delle nuove esigenze dei futuri genitori ed è proprio per questo che abbiamo lanciato una nuova piattaforma e-learning, che prevede una formazione specifica in base alle reali necessità della singola coppia”.