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Bambini morti nei lager: "Non bisogna dimenticare"

Nel Giorno della Memoria il ricordo del milione e mezzo di minori uccisi dai nazisti nei campi di sterminio

Bambini morti nei lager: "Non bisogna dimenticare"
27 gen 2017

Sono passati settantadue anni dal 27 gennaio 1945, giorno in cui l’Armata Rossa liberava il campo di sterminio di Auschwitz. Oggi si celebra il Giorno della Memoria, per non dimenticare quanto è accaduto nel cuore dell’Europa soltanto pochi decenni fa: oltre un milione e mezzo di bambini e ragazzi furono uccisi dai nazisti e dai loro fiancheggiatori nei lager: di queste giovani vittime, più di un milione erano ebrei, mentre le altre decine di migliaia erano rom, polacchi, slavi e sovietici che vivevano nelle zone occupate dalla Germania, ma anche bambini con handicap fisici e mentali provenienti dagli istituti di cura. Nei ghetti, i bambini morivano a causa della denutrizione e dell'esposizione alle intemperie, in quanto mancavano sia il vestiario che abitazioni adeguate. Le autorità tedesche li selezionavano per primi - insieme agli anziani, ai malati e ai disabili - per essere deportati nei campi di sterminio, o per le fucilazioni di massa che riempivano poi le fosse comuni. Allo stesso modo, al loro arrivo nei lager, la maggior parte dei più piccoli venivano destinati direttamente alle camere a gas. Nei campi di concentramento sono finiti anche 900mila italiani di origine ebraica, soldati catturati in seguito all’8 settembre 1943, omosessuali, oppositori politici e lavoratori coatti. Il pensiero va ai piccoli e a coloro che scomparsi durante la seconda guerra mondiale a causa della follia nazifascista, affinché tutto questo non si ripeta mai più, in nessuna parte del mondo.