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Adozioni, 10mila euro dallo Stato ad ogni famiglia che accoglie

La proposta avanzata dagli enti autorizzati alle forze politiche alla conferenza di giovedì 15 febbraio a Roma

Adozioni, 10mila euro dallo Stato ad ogni famiglia che accoglie
Foto: Gli interventi di Pietro Ardizzi e Antonio Crinò, portavoce dei venti enti autorizzati
16 feb 2018

Diecimila euro per ogni famiglia che adotta. Questa la proposta lanciata giovedì 15 febbraio dal coordinamento di venti enti autorizzati – tra cui anche il NAAA – alle forze politiche in vista delle elezioni del 4 marzo nel corso della conferenza “Adozioni internazionali: un bene per tutti', ospitata nella sala “Caduti di Nassirya” del Senato della Repubblica. Un contributo dallo Stato, quindi, per sottolineare l’importanza dell’accoglienza di un minore abbandonato e della genitorialità. Dopo anni di distrazione e dimenticanza della politica ha affermato Pietro Ardizzi, il portavoce degli enti chiediamo al futuro Governo un salto di qualità: pari dignità alla genitorialità adottiva, unica forma di genitorialità ancora discriminata, una condizione inaccettabile”. L'alternativa inevitabile alla messa in campo immediata di questo provvedimento, infatti, sarebbe una progressiva paralisi del sistema dell'adozione internazionale, con le famiglie che non sceglierebbero più di adottare e la solitudine delle coppie nel loro percorso adottivo o post-adottivo, lasciando la Commissione per le Adozioni Internazionali senza più strumenti utili a evitare un clamoroso e dolorosissimo default. La situazione di partenza, che i due portavoce - Pietro Ardizzi e Antonio Crinò - hanno presentato ai partecipanti alla conferenza, è quella di un triennio, quello tra il febbraio 2014 e il giugno 2017, in cui la Cai non ha svolto i propri compiti: nessun tavolo di lavoro, nessuna verifica effettuata sugli enti, niente rimborsi alle coppie o agli enti per le procedure adottive completate, abolizione della “Linea Cai”, una sola riunione di commissione neppure terminata e la dichiarazione di quattro accordi bilaterali con autorità estere, tuttavia non rintracciati.

Da qui la proposta. Secondo una stima di Federconsumatori, una famiglia che ha un reddito medio netto di 34mila euro investe di tasca propria, per portare un figlio adottato dai 6 anni – ovvero l’età media dei minori adottati – alla maggiore età, investe quasi 120mila euro. Se il nuovo Governo dovesse accettare la proposta degli enti autorizzati, grazie al nuovo bonus, 1.500 adozioni costerebbero allo Stato 15 milioni di euro. Questo, però, porterebbe ad un investimento complessivo di 179 milioni di euro da parte delle famiglie adottive per 179 milioni di euro, con un saldo positivo di 164 milioni di euro per lo Stato. Se si arrivasse invece alla gratuità totale dell'adozione, 2mila procedure equivarrebbero a 50 milioni di euro delle casse pubbliche, stimando un costo medio di 25mila euro per ogni adozione: questo porterebbero a investimenti per 239 milioni di euro delle famiglie adottive, quindi con un saldo positivo di 189 milioni di euro. La presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti, presente all’incontro di Roma, torna poi sulla trasparenza legata all’aggiornamento costante dei dati relativi alle adozioni concluse sui siti internet degli enti autorizzati, previsto dall’articolo 17 delle linee guida emanate nel 2008 dalla Commissione per le Adozioni Internazionali. “Siamo ancora molto indietro – ha evidenziato la Maccanti – ed è un vero peccato. La trasparenza è fondamentale: devono essere riportate in modo chiaro tutte le informazioni necessarie e devono essere facilmente leggibili, in modo che le coppie possano essere correttamente informate sull’andamento delle adozioni prima di affidare nelle mani di un ente, piuttosto che di un altro, il proprio desiderio di voler far nascere una nuova famiglia”.

I numeri delle adozioni internazionali elencati durante l’incontro evidenziano le difficoltà riscontrate negli ultimi anni. Il numero delle procedure concluse è passato dalle 3.154 del 2011 alle 1.060 stimate nel 2017, con un calo del 60 per cento. Crollata anche la cifra dei conferimenti, che nel 2011 era pari a 2.816 coppie e nel 2017 è scesa a circa 1.000, mentre quelle oggi ancora in carico agli enti sono circa 3.300. Calano anche gli enti autorizzati, scesi da 65 a 62 fra il 2011 e il 2017, mentre le sedi presenti sul territorio nazionale calano da 215 a 184. “La situazione non è solo drammatica, ma anche indegna di un Paese civile – ha concluso Antonio Crinò, l’altro portavoce dei venti enti autorizzati – famiglie adottive e molti enti autorizzati lo segnalano da tempo. La Cai che si è insediata lo scorso giugno ha potuto verificare molto rapidamente la degenerazione in atto e sta facendo quanto è nelle sue possibilità. Ora sta al prossimo Governo decidere la sorte delle adozioni internazionali in Italia, intervenendo subito e con decisione o lasciandole morire con il conforto di qualche promessa di futuri e risolutivi interventi”.