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UNA CICOGNA TARGATA VIET NAM

UNA CICOGNA TARGATA VIET NAM
02 apr 2007

Minh Hong...”Luce dell'Alba”...questo significa il nome della nostra cucciolotta. In questo momento siamo a casa nostra, siamo appena tornati dal Viet Nam e stiamo osservando, semi-istupiditi dalla gioia, la nostra piccola dormire in braccio alla sua nuova mamma...ne è valsa la pena, assolutamente si, ne è proprio valsa la pena tenere duro e lottare per arrivare fino a qui; nessun sacrificio è stato troppo grosso vedendolo da questo punto di vista, quello del papà e della mamma adottiva, anche se...... 20 giorni fa non la pensavamo esattamente in questo modo.

Arrivati in Viet Nam via Singapore, abbiamo cominciato ad aspettare di andare a prendere la nostra Minh circa un'ora PRIMA che l'aereo atterrasse ad Ha Noi, “... in fin dei conti quasi tutti vanno a prendere il loro cucciolo il giorno dopo il loro arrivo, vuoi che per noi sia proprio diverso???...”. Ebbene si, come tutta la nostra storia anche questa è stata un po' diversa da tutte le altre e arrivati all'Army abbiamo trovato un messaggio di Stella che ci avvisava che per andare a prendere i nostri bimbi avremmo dovuto aspettare cinque (dico cinque!!!!) giorni...crisi totale, “... come facciamo a far passare il tempo...e poi Minh, ci hanno detto che ha la bronchite!!! Assolutamente in accettabile aspettare tutto questo tempo!!!...”. Lo sconforto non è solo nostro è anche dei nostri amici, Marco, Ester ed il piccolo Checco, conosciuti al “Paese che vai” e ritrovati con molta gioia per entrambi all'aeroporto di Malpensa. Siamo tutti sconsolati e tristi, solo Checco non sembra turbato dalla cosa. Che facciamo????

Ha Noi a quel punto è diventata il teatro delle nostre scorribande, non una sola delle viuzze del centro vecchio si è salvata, le abbiamo visitate tutte (!!!) con tanto di cartina alla mano per depennare quelle già visitate! Abbiamo così scoperto il Viet Nam, il paese della nostra Minh Hong e di Tuy Lanh (così si chiama la sorellina di Checco); abbiamo viaggiato in ciclò, abbiamo mangiato le banane e l'ananas comprato da una venditrice ambulante armata di cappello a cono e del tipico “bastone a due ceste”, abbiamo visto i barbieri lavorare per strada insieme al calzolaio, al ferramenta che duplica le chiavi, abbiamo conosciuto una simpatica vecchina che per pochi Dong pesa e misura l'altezza degli avventori, ci siamo stupiti osservando come sui motorini vengano trasportati gli oggetti più strani e nelle quantità più incredibili, abbiamo mangiato in diversi locali, alla ricerca della cucina vietnamita doc (rischiando il palato con le salse piccanti più strane ed ardite, e Marco questo lo sa bene perchè di persona ha sperimentato cosa significhi un uso smodato di tali leccornie!)...in poche parole ci siamo innamorati di un popolo e di una terra. E' impossibile non innamorarsi del Viet Nam e dei vietnamiti, sono persone solari, allegre e curiose per natura, trovano sempre il modo per tentare di parlarti per sapere da dove vieni e per dirti che amano il calcio! (Totti soprattutto).

Che dire poi di quando un vietnamita incontra un bambino per la strada? È tutto un programma, specie se il bimbo in questione è un “Baby Viet Nam” in braccio ai suoi genitori adottivi nuovi fiammanti! Se voi tentaste di fare le stesse cose qui in occidente, molto probabilmente rischiereste una denuncia per pedofilia!; lì invece è tutto normale, il bacetto sulla guancia, “l'annusatina”, il “naso contro naso”... sono tutte cose assolutamente normali; è stupendo ed entusiasmante vedere quanto amino i bambini!!!

E così abbiamo fatto passare 5 giorni in spensierata allegria, assaporando un paese ed un popolo che definire ospitale e poco...

Finalmente è però arrivato il 19 gennaio, IL GIORNO.

Di buon'ora ci alziamo e ci troviamo nella hall dell'Army, siamo tutti svegli come grilli, tranne Checco (poverino, il fuso si fa ancora sentire!) e pronti a partire. Arriva Bobo (ecco com'è fatto!!! finalmente lo conosciamo!, anche se purtroppo lo vediamo anche per l'ultima volta...sempre in giro per lavoro), ci salutiamo e partiamo alla volta dello Yen Bai.

...il viaggio di una vita, ecco cos'è stato il nostro spostamento verso lo Yen Bai. Quattro ore di viaggio per veder passare davanti ai finestrini del bus panorami mozzafiato, chilometri di campi di riso, decine di ragazzi in bicicletta con il cappello a cono in testa, contadini impegnati ad arare, con l'aiuto di un bue e di un vomere, un campo fangoso, immersi fino alle ginocchia nel fango. Quattro ore per pensare a come stesse cambiando la nostra vita, prima ”rami secchi” (come amavamo definirci scherzosamente io e Chiara prima dell'arrivo di Minh), poi mamma e papà adottivi; prima bambini e poi adulti. Ecco perchè il viaggio di una vita!

Arrivati a Yen Bai la giostra delle emozioni si è messa in moto alla massima velocità sia per Chiara che per me. Chiara come atteso e da copione si è messa subito a piangere di gioia, ancora prima di conoscere la nostra piccola, io in preda ad una efficienza tutta teutonica ho cominciato a scattare foto a destra e manca, a filmare l'impossibile per poter poi un giorno raccontare a Minh la sua storia nel modo più completo possibile.

Entrati nel cortile dell'istituto, ecco arrivare le Didi con i nostri piccoli e consegnarli alle rispettive neomamme; così conosciamo Tuy Lanh, Din Cau, Minh Ha, Sang..., ma ... Minh Hong dov'è??? chiediamo febbrilmente della nostra piccola al direttore dell'istituto, il quale si consulta per un secondo, durato circa cento anni per noi, con una collega per poi indicarci il locale in cui stavano finendo di vestirla. E così la conosciamo in tutto il suo splendore, vestita di un trapuntino bianco, con pantaloni arancioni e cuffietta verde, con calzini rossi e marroni...ma è bellissima!!!, ha la bocca a forma di cuore e gli occhi...sono tondi!!! a quel punto il mondo ha cominciato a girare a velocità supersonica, il cuore a battere all'impazzata ed è stato amore a prima vista, almeno per noi. I minuti trascorsi nell'Istituto di Yen Bai sono passati in fretta, troppo in fretta, tanto in fretta che abbiamo avuto appena il tempo per avere poche informazioni sulle abitudini alimentari di Minh e conoscere le sue tre Didi.

Che persone stupende, tre ragazze di 21, 23 e 16 anni circa che hanno coccolato la nostra piccola con l'amore di una mamma e che come una mamma hanno pianto, e tanto, quando siamo andati via, riuscendo comunque a regalarci un sorriso e ad augurare a noi ed a Minh buona fortuna. A questo punto della storia però anche al papà più efficiente e svizzero sulla faccia della terra è concesso di piangere e così anche io mi sono abbandonato ad un bel pianto collettivo, insieme a tutti le altre mamme e papà della cricca.

Dopo aver accolto Minh Hong le giornate hanno cominciato a trascorrere lente e pigre, tra una passeggiata intorno al lago o nel parco Lenin ed un pisolino, tra un cambio di pannolino ed una poppata, nulla però di più bello ed entusiasmante, anche se molto faticoso. Già proprio così perchè Minh è sì tanto bella e carina, ma anche tanto disorientata e spaurita, poverina; la prima notte l'abbiamo passata tutti insieme appassionatamente a passeggiare su e giù per la stanza, cercando di spegnere la “sirena” del suo pianto, la seconda notte abbiamo cullato a turno per un numero di ore imprecisato, domandandoci esterrefatti come facesse Minh ad accorgersi, benché dormisse, che ci eravamo permessi il lusso di sederci e di cullarla da seduti... e quindi di nuovo giù a piangere...

Quando al “Paese che vai” ti dicono che i bimbi vietnamiti ti coinvolgono totalmente sia mentalmente che fisicamente, non scherzano per nulla!!! Noi ci siamo stupiti di quanto fosse brava la nostra piccola i primi giorni, di quanto mangiasse e di quanto fosse socievole e sorridente, chiedendoci se forse Cinzia ed Elisa non avessero esagerato un pochino...; e già i primi giorni, ma dopo... ecco finalmente emergere il vero carattere della nostra Minh: pianti a dirotto quando non tenuta in braccio, pochi sorrisi, tanti musi lunghi, nessuna di quelle gattonate che ci avevano sorpreso in Viet Nam, insomma una sana e robusta micro regressione, “... giusto per riacquisire quel ruolo di bambina che mi spetta, ora che so che 'sti due qui non mi scappano...perchè li ho stregati al punto giusto...” .

Ora siamo a casa da venti giorni e un po' alla volta la nostra “Luce dell'Alba” si sta lasciando andare, regalandoci sorrisi sdentati che mozzano il fiato, impressionandoci con gattonate da record e mangiate da lupetta...il tempo, che mago insieme alle coccole e alla dedizione, riesce a fare miracoli!

Hops tra i nostri bisbigli ed il nostro chiacchericcio rievocatore di stupendi ricordi Minh si sta svegliando con uno dei suoi sorrisi...è ora della merenda! Dobbiamo abbandonare la terra dei ricordi per tuffarci nella vita dei genitori, impegnativa sì, ma estremamente gratificante e coinvolgente, specie quando la paga è un sorriso senza denti fatto dalla tua principessa con gli occhi a mandorla.

PS: vorremmo ringraziare infinitamente tutto lo staff tecnico del NAAA, che aiutandoci a crescere ci ha permesso di realizzare un sogno...; un salutone e ringraziamento anche a Bobo, Stella e Caterina, il cui lavoro dietro le quinte potrebbe non essere doverosamente apprezzato da tutti; un bacione alle Didi di Minh: grazie per quello che avete fatto per lei quando noi eravamo lontani.

Grazie NAAA perché ora siamo felici ed una Famiglia.

Luca, Chiara e Thi Minh Hong Maddalena