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Nel gioco della vita vince...

Nel gioco della vita vince...
30 lug 2007

Oggi è il 6/10/06 ed è il mio compleanno, ho deciso che oggi avrei raccontato l’incontro con Mattia Anh, il nostro secondo figlio nato a Phu Tho Viet-nam il 24/5/06.La nostra prima figlia si chiama Loan è nata a Thun Luu Viet-nam il 16/2/02. E’ difficile mettere per iscritto le emozioni, le sensazioni che abbiamo provato quel giorno del 3/8/06. Non vorrei soffermarmi sul viaggio in pulmino durato1/2 ore circa con un caldo umido terrificante. Vorrei provare a descrivere solo alcuni momenti. L’istituto che accoglieva Mattia Anh è un basso fabbricato di colore giallo, scendendo le scale fatte di una decina di gradini si entra in questa stanza piccola e buia dove 4 didi cercano di fare l’impossibile con i pochissimi mezzi a loro disposizione, per accudire ai circa 30/35 bambini di pochi mesi ospiti della struttura.

L’odore di latte, sudore impregnava l’aria. Eravamo 5 coppie, 3 in seconda adozione che avrebbero accolto una femminuccia e 1 coppia in prima adozione anche loro per una femminuccia, l’unico maschietto del gruppo era il nostro Mattia Anh.

E’ stato l’ultimo ad essere messo tra le nostre braccia. Loan continuava a chiederci “il mio piccolo? Dov’è il mio piccolo? Non arriva?”. La didi ci ha messo Mattia Anh tra le braccia ed è stato un momento di grande emozione.

Lui ci ha guardati con quei suoi cocchi grandi e neri, il viso molto piccolo. Mattia Anh era sofferente, aveva il volto arrossato, sudato, graffiato, la sua testolina era schiacciata, probabilmente per la posizione che aveva tenuto per 70 giorni. Stringeva i pugnetti e il suo respiro era molto affannato. Indossava una maglia grande impregnata di latte e sudore. Ironia della sorte! Sopra la maglia c’era stampato un piccolo leoncino proprio come lui. Così piccolo e fragile ma nello stesso tempo forte e determinato. Il pannolino, o meglio le fasce che lo coprivano, erano grandi e scomode.

Ci ha guardato dritto negli occhi quasi a dirci:”guardatemi, sono stremato, distrutto, sono esausto, ma finalmente siete arrivati! Sono piccolo e sofferente ma se mi aiutate, insieme a voi, riuscirò a diventare anche io un bambino sano e robusto come gli altri.”

Quello sguardo ci accompagna ogni giorno, non ci lascia mai, a volte con mio marito ripercorriamo quel momento ed il nostro cuore batte forte e gli occhi si fanno lucidi. Ci siamo abbassati finchè anche Loan riuscisse a vederlo, toccarlo. Mentre lo guardava e gli accarezzava la testa diceva: “mamma, papà è lui il nostro piccolo? Adesso viene a casa con noi?”. Lei era felice e lui le ha donato uno sguardo speciale. Uno sguardo che solo tra piccoli ci si puo’ dare.

Abbiamo fatto una foto ricordo con le didi e siamo ripartiti per fare la cerimonia del dare e del ricevere.

Prima di iniziare Bobo ci ha detto che potevamo cambiarlo e dargli un po’ di latte. Quando gli abbiamo tolto i vestiti abbiamo visto che Mattia Anh aveva una grossa ernia forse perché in quei 70 giorni aveva pianto molto, anche l’addome era enorme, probabilmente era un po’ denutrito.

Ha mangiato tranquillo e da subito si è affidato a noi con grande fiducia ed umiltà. Siamo ripartiti per Hanoi, durante il viaggio è stato bravissimo così come Loan. Arrivati alla casa NAAA un lettino bellissimo lo stava attendendo, e così arrivati a casa lo abbiamo piano piano rinfrescato, cambiato, ha mangiato tranquillo e si è addormentato con un po’ di fatica visto i problemi di respirazione che aveva.

Altri due momenti sono stati davvero toccanti con Mattia Anh. Il primo è stata la visita presso l’ospedale francese ad Hanoi. Come per Loan abbiamo richiesto la visita completa, durante la quale lui è stato bravissimo. Il medico aveva diagnosticato una bronchite e ci aveva dato i medicinali ma soprattutto ci aveva chiesto di vegliare il piccolo di notte per pericolo di crisi respiratorie. Successivamente alla visita siamo scesi al laboratorio per gli esami del sangue. In quel momento c’era solo la dottoressa perché l’infermiera si era assentata. La dottoressa mi chiama e mi chiede se me la sentivo di tenere Mattia Anh mentre gli faceva il prelievo. Sono entrata, ma purtroppo non riusciva a trovare la vena ed in quel momento mi sono alzata e le ho detto che non volevo continuare e di lasciar perdere.

Mi sentivo in colpa del male che gli stavano facendo. Sono uscita piangendo, nel frattempo era arrivata l’infermiera e così nel giro di qualche minuto il tutto era finito.

Non riuscivo a non sentirmi in colpa, mio marito cercava di farmi capire che solo in quel modo  avremmo saputo con certezza se Mattia Anh avesse avuto bisogno di cure particolari.

L’altro momento toccante è stato il 7/8 agosto al centro medico internazionale SOS di Hanoi. Abbiamo portato Mattia Anh per una visita di controllo perché continuava ad avere problemi respiratori. Mentre mio marito intratteneva la nostra piccola Loan, Mattia Anh veniva visitato da una pediatra francese che aveva consigliato di fare una radiografia ai polmoni ed all’addome. Di lastre ne sono state fatte parecchie e Mattia Anh, completamente nudo, non si lamentava e fiducioso si faceva fare tutto. Solo dopo una decina di lastre ho visto che incominciava a tremare, non so se dal freddo o dalla paura. Immediatamente ho chiamato un’infermiera e mi sono fatta dare un lenzuolo, l’ho avvolto e ho cercato di riscaldarlo con il respiro. Quel gesto è stato naturale, veniva dal cuore. Nel frattempo il medico australiano guardava le lastre con la pediatra francese e li sentivo commentare le lastre di Mattia Anh, la loro espressione non era per nulla rassicurante. In quel frangente ho stretto a me Mattia Anh e gli ho sussurrato “stai tranquillo amore mio, vedrai che io e papà faremo l’impossibile per curarti. Qualsiasi cosa la faremo e se sarà necessario ci fermeremo in Vietnam quanto necessario. Sino a quando non sarai guarito”. Lui mi guardava fiducioso, si accoccolava tra le mie braccia. Ho sentito un amore carnale per lui, si’ quello che ti prende allo stomaco.

Credo di poter interpretare anche i sentimenti di mio marito. Quando abbiamo i nostri bambini tra le braccia ci sentiamo una cosa sola… questa è la nostra bellissima storia che auguro a tutti prima o poi di vivere.

In questi ultimi tempi ho sentito due frasi molto belle che voglio riportare:

  • nel gioco della vita vince chi riesce a dare
  • per amare non serve avere legami di sangue.