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''Un figlio bianco e cattolico'' No alle adozioni su misura

11 gen 2012
La Cassazione conferma la "non idoneità" all'adozione internazionale di una coppia che aveva chiesto il via libera al Tribunale dei minori di Bologna indicando le proprie preferenze: "Troppe riserve per un buon incontro".

Il figlio ideale, da adottare, lo desideravano tagliato su misura: non doveva essere rom, la religione di origine poteva essere solo quella cattolica, i genitori naturali dovevano essere immuni da problemi psichiatrici. E li avrebbe lasciati "perplessi" un bimbo di colore.

I giudici della VI sezione civile della Cassazione, facendo proprie le decisioni del Tribunale per i minorenni di Bologna e della Corte d’appello felsinea, hanno ribadito un principio che potrebbe sembrare scontato, ma evidentemente non lo è, o non per tutti. Due coniugi che chiedono l’idoneità all’adozione internazionale non possono mettere paletti, vincoli e barriere etnico-razziali e religiose. Dovrebbero invece essere pronti e disponibili ad accettare il piccolo straniero che viene loro assegnato, indipendentemente dai desiderata.

Gli aspiranti genitori in questione, invece, avevano espresso chiaramente i loro desideri, riguardo alle caratteristiche del bambino. Non parlano di "razzismo", i giudici romani, gli arbitri. Ma hanno ritenuto che le "preclusioni" esplicitate dalla coppia, durante l’audizione preliminare al Tribunale per i minorenni del Pratello, a Bologna, "denotassero una atteggiamento spaventato e difensivo, di fronte a incognite che nella adozione sono possibili, se non altamente probabili, e che invece non possono sussistere, affinché possa esservi quella accettazione totale e senza riserve che è il presupposto necessario per un buon incontro adottivo". Niente via libera, dunque. Nessun marcia indietro.

Alla Cassazione, per ribaltare la decisione, non si erano però rivolti loro, i mancati genitori adottivi restii a portarsi a casa un rom, un bimbo di pelle non chiara, un piccolo nato in un contesto musulmano o buddista. Il reclamo che avrebbe potuto rimetterli in gioco, respinto dagli Ermellini, èra stato presentato dalla procura generale della Corte d’appello bolognese. Reclamo respinto, a questo punto in via definitiva.

fonte: www.bologna.repubblica.it di LORENZA PLEUTERI