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E’ arrivato Yonni!

di Famiglia Magazza Gallina

E’ arrivato Yonni!
07 gen 2008

Dopo aver letto parecchi “diari di bordo” ora tentiamo di scrivere il nostro. Ebbene sì, ora siamo in tre, cosa per noi ancora incredibile ma vera e con il passare dei giorni, ci sembra che nostro figlio, Yonni Leandro, sia sempre vissuto con noi.

Agosto 2007

Da un giorno all’altro la routine quotidiana è cambiata ma la gioia che ha riempito la nostra famiglia dal suo arrivo a fine Novembre 2006 non possiamo quantificarla. Il tempo di attesa, durato circa quattro anni incluse tutte le pratiche presso il tribunale, quel giorno ci è sembrato ridursi a pochi mesi: si è volatilizzato! Non sappiamo se questo può essere una consolazione per quelle coppie che sono in attesa sulla Colombia da molto più tempo di noi, comunque auguriamo a loro di poter vivere al più presto la nostra stessa felicità.

Nel raccontarvi un piccolo stralcio della nostra storia non faremo un elenco di date, vogliamo solo scrivere i momenti più intesi che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Cominciamo con il giorno dell’incontro con nostro figlio: siamo all’ICBF (Instituto de Bienestar Familiar) di Pereira, in una saletta d’attesa, lui arriva in braccio all’assistente sociale che lo mette in piedi sul pavimento dove barcolla per un attimo. Il suo viso, guardandoci titubante, si corruccia e quasi gli sfugge un pianto trattenuto con tutta la sua forza; le sue braccia si ritraggono quando le nostre cercano di prenderlo in braccio: reazione più che naturale, in fin dei conti siamo completamente degli estranei. Il nostro comportamento, al contrario di come abbiamo sempre immaginato, è abbastanza tranquillo, l’emozione c’è ma è controllata. Che fortuna portare con noi delle minuscole macchinine, che si rivelano sin da subito il suo gioco preferito (reggono per tutto il nostro soggiorno e persino rientrano a casa con noi), e dei palloncini gonfiabili coi quali rallegriamo il suo lettino.

Dobbiamo dire un grazie sincero alla sua mamma affidataria, che purtroppo non possiamo conoscere, perchè durante l’anno di affido ci ha preparato un album con alcune foto dei sui primi mesi di vita e alcuni fogli con scritto tutto quello che ci può essere utile nei primi giorni con lui: che cosa mangia, come dorme e i suoi orari, le sue preferenze, i suoi capricci e tante altre informazioni tra cui le vaccinazioni eseguite. Insomma invece che partire in prima partiamo in quarta.

Le prime due sere, prima della nanna, piange disperatamente: capiamo che vuole la sua mamma; oltre a queste crisi non abbiamo grossi problemi, in poco tempo sia noi che lui impariamo ad adattarci bene. Durante la prima settimana dimostra di essere più legato al papà che alla mamma, anche se regala il suo primo bacio spontaneo proprio a lei.

La permanenza in Colombiaè ottima e dura un mese: i primi 15 giorni pernottiamo in uno splendido hotel di Pereira, capoluogo della regione di Risaralda dove è nato Yonni, gli altri 15 soggiorniamo a Bogotà in un appartamento di proprietà dello studio Torrado che ci segue con le pratiche burocratiche. Anche il Natale lo trascorriamo tra i grandi festeggiamenti dei colombiani che sono un popolo innamorato della musica e Yonni non è da meno: più il volume viene alzato e più lui balla e con che ritmo! Proprio per questo facciamo razzia di CD con musica locale per non fargliela dimenticare.

Ci stupiamo come sin dai primi giorni Yonni capisca quasi tutto quello che gli diciamo, anche se italiano e spagnolo sono due lingue simili non sono senz’altro la stessa cosa. E’ innamorato delle scale mobili e degli ascensori, vorrebbe continuare a salire e scendere; fortunatamente ci sono tanti centri commerciali, per lo meno quando il tempo non permette di passeggiare fuori sappiamo come ingannare il tempo facendolo camminare. Si diverte assai al parco giochi: un giorno vuole salire su un drago color viola, ma ne ha paura e non c’è verso di mettercelo sopra, solo dopo alcuni giorni vince il timore iniziale dopo di che non vuole più scendere.

Tutti i disbrighi burocratici vengono svolti in brevissimo tempo grazie al tempismo del personale dello studio Torrado,  in maniera speciale Johanna ed Aime sono i nostri angeli custodi colombiani. A fine Dicembre rientriamo in Italia, non fa particolarmente freddo così Yonni si abitua al nostro clima senza particolari disagi.

Ora che siamo a casa cerchiamo di ritornare alle nostre abitudini quotidiane anche se naturalmente dobbiamo un attimo adattarle a quelle di Yonni che diventa il principe della nostra famiglia. I nonni si innamorano subito di lui, soprattutto quelli paterni perché è il loro primo nipotino e i cuginetti lo cercano coinvolgendolo nei loro giochi: capiamo subito che preferisce di gran lunga divertirsi con i bimbi che con gli adulti. Il suo risveglio, sia mattutino che pomeridiano, è piagnucoloso i primissimi giorni e successivamente impara a chiamarci a modo suo oppure lo sentiamo che gioca e, scendendo poi dal suo letto, corre fuori dalla cameretta, entra nella nostra e si arrampica sul lettone in cerca di coccole ma a dire il vero sono di più quelle che riceviamo di quelle che doniamo: ci abbraccia entrambi stringendo forte tra le sue braccia le nostre teste riempiendo di gioia infinita i nostri cuori. Ama il fresco e in questi giorni afosi plachiamo il suo sudore tuffandoci nella piscina della zia: ha preso da subito confidenza con l’acqua volendosi arrangiare da solo con i braccioli.

Non parla ancora ma comincia a pronunciare proprio in questi giorni alcune parole che di continuo gli vengono dette, anche se non ripetute correttamente si inorgoglisce assai quando noi battiamo le mani  per dimostrargli la sua bravura.

Non amando giocare da solo, mentre la mamma fa i lavoretti di casa, lui è sempre al suo fianco cercando di imitare i suoi gesti oppure rubandole di mano le cose, ad esempio l’aspirapolvere che lo attira tantissimo. Figuriamoci poi quando a casa c’è il papà che maneggia attrezzi come il trapano oppure i cacciaviti e non parliamo poi del  tosaerba: Yonni diventa la sua ombra e capita che qualche danno lo combini.

La calma colombiana risiede anche nel dna di nostro figlio; a volte, per scendere le scale di casa ad esempio, ci si impiegano anche dieci minuti che sembrano pochi ma non è così per la mamma che le fa più di una volta al giorno. Comunque non tutti i mali vengono per nuocere e questa sua pigrizia ci sta insegnando a soffermarci di più sulle cose e sulle azioni quotidiane che sembrano banali ma, se si guardano con attenzione, possono diventare straordinarie come lo è la nostra vita con la presenza solare di Yonni.

Dopo questo brevissimo racconto concludiamo ringraziando tutte le persone che lavorano al NAAA: che pazienza immensa avete con tutti noi, siete grandi!