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Nepal - BAMBINI DA UN MILIONE DI DOLLARI.

fonte: The Kathmandu Post

10 apr 2009
traduzione dell'articolo apparso su The Kathmandu Post del 4 aprile 2009 a firma di BHAWANA UPADHYAY (testo in lingua inglese al fondo della traduzione) Promuovere l’adozione nazionale è uno dei modi migliori per fermare il traffico di orfani di BHAWANA UPADHYAY Nel 2007, l’adozione internazionale dominava le prime pagine dei giornali nazionali, trattando fondamentalmente delle cattive condotte che ad essa sono legate, come la corruzione, i modi illegali in cui vengono procurati i bambini, venduti per importanti somme di denaro, aggirando le leggi, informando male i genitori, e così via. Pertanto, il Ministero delle Donne, dei Bambini e degli Affari Sociali (MoWCSW) decise di mettere in attesa le procedure di adozione internazionale del paese finché non fossero state formulate ed adottate leggi effettive. A maggio 2008, senza un’adeguata consultazione con organizzazioni di rilievo, nuove norme e pratiche sulle adozioni internazionali sono state abbozzate e vengono a sostituire i termini e le condizioni introdotti nel 2000. I cambiamenti principali osservati sono: • Centralizzazione delle procedure a livello ministeriale. • Registrazione completa di tutte le organizzazioni straniere che operano in Nepal nell’ambito delle adozioni internazionali. • Creazione di una commissione di investigazione/segnalazione e supervisione, e di un’altra che si occupi della selezione delle famiglie. Queste novità sono sicuramente eccitanti. Tuttavia, questi cambiamenti hanno provocato un certo numero di problemi pratici dato che in Nepal, il rafforzamento e l’applicazione di norme e politiche sono sempre stati messi a rischio. Queste norme e procedure potranno garantire realmente la protezione degli interessi dei minori? Il coinvolgimento del MoWCSW e la formazione di commissioni d’adozione potranno controllare le cattive condotte esistenti? E’ possibile fermare il traffico di minori orfani? Il Nepal non fa ancora parte dei paesi firmatari della Convenzione de l’Aja sulla Protezione dei Minori e sulla Cooperazione in materia di Adozione Internazionale. Questi cambiamenti hanno fortemente ritenuto l’attenzione del governo, dei media, delle Organizzazioni Non-Governative Internazionali, delle ONG, degli orfanotrofi e degli attivisti per i diritti dei bambini, mentre le questioni legate all’adozione nazionale sono state trascurate. I termini e le condizioni dell’adozione nazionale per gli aspiranti genitori rimangono gli stessi. Ci sono prove che inducono a pensare che gli aspiranti genitori adottivi debbano pagare importanti somme di denaro per i bambini che desiderano e che ciò implica molta contrattazione tra i genitori e gli orfanotrofi. Secondo alcuni funzionari del Bal Mandir, Istituto gestito dallo Stato, gli stranieri adottano circa 40-50 bambini all’anno mentre i genitori nepalesi portano a casa solo 10-12 bambini per lo stesso periodo. Una relazione prodotta congiuntamente dalla Fondazione Terre des Hommes e dall’United Nation Children’s Fund (UNICEF) a settembre 2008, mostra chiaramente che sebbene la maggior parte degli orfanotrofi dichiarano di favoreggiare l’adozione nazionale, solo 34 bambini sono stati adottati da famiglie nepalesi, mentre 833 erano mandati all’adozione internazionale fin dall’inizio relativamente agli orfanotrofi presi in esame. Claire Goodwin, una volontaria straniera che lavora con diversi orfanotrofi di Kathmandu, diceva che, sorprendentemente, la maggior parte dei bambini residenti in questi orfanotrofi avevano ancora i genitori. Il fatto ancora più sorprendente era che la maggioranza di questi minori erano parenti delle persone che conducevano gli orfanotrofi, come se questi ultimi fossero delle pensioni per quei bambini e non orfanotrofi. Una rivelazione ancora più allarmante è stata pubblicata sul Kantipur del 3 febbraio con il titolo di “Sold children from orphanages” (bambini venduti dagli orfanotrofi). L’articolo riportava che uno straniero travestito da agente straniero si era recato a un incontro di uno degli orfanotrofi di Balkot, Bhaktapur, per osservare e capire la situazione. Gli dissero che i minori orfani potevano risultare adottabili da stranieri se questi ultimi erano disposti a pagare la somma richiesta dai direttori dell’orfanotrofio. Durante l’incontro, alcuni direttori gli spiegarono anche come evitare di essere perseguito legalmente e come presentare documenti falsi. Allo stesso modo, esistono anche orfanotrofi che sono stati aperti per promuovere la Cristianità e che sono illegalmente coinvolti nelle adozioni internazionali. Quando li fu chiesto se i bambini erano disponibili per l’adozione nazionale, risposero che la costituzione della loro organizzazione non permetteva l’adozione nazionale. Non è strano? Orfanotrofi gestiti da nepalesi in Nepal e che non sono disponibili per l’adozione di bambini nepalesi da parte di genitori nepalesi. In questo tipo di situazione, senza un intervento diretto del governo, le questioni dell’adozione nazionale continueranno ad essere trascurate. Pertanto, un intervento diretto del governo, che includa l’adozione nazionale nei criteri di accreditamento secondo i termini e le condizioni definiti nel 2008 sulle adozioni internazionali, è necessario. In più, il governo dovrebbe anche rivedere la sua politica di registrazione dei casi di adozione nazionale all’Ufficio delle Entrate e chiedere a tutti gli orfanotrofi di registrarsi al ministero di riferimento, cioè il MoWCSW. Ci sono molti altri punti da considerare, come: coinvolgere i media per promuovere l’adozione nazionale, creare alleanze, porre degli standard minimi di cure residenziali, disegnare e applicare delle procedure specifiche di monitoraggio e valutazione per i centri, norme rigide per la creazione di nuovi centri incluso la revisione della costituzione dei vecchi centri, e così via. E’ in questo modo che lo stato può garantire che le cattive condotte delle adozioni nazionali e internazionali siano controllate, mentre le organizzazioni governative di rilievo, le organizzazioni non-governative, le organizzazioni non-governative internazionali, gli attivisti per i diritti umani e gli aspiranti genitori adottivi dovrebbero considerare l’adozione nazionale come una questione prioritaria per contenere le numerose violazioni dei diritti dei bambini. Tanto di capello a Durga Baral del distretto di Syangja che ha rotto di recente con uno stigma sociale adottando un neonato abbandonato in una jungla a Kuvinde Bhanjyang di Syangja. Dare delle opportunità e affetto a un bambino bisognoso dovrebbe essere un esempio particolarmente seguito da quei abitanti di Kathmandu che, in questi giorni, mostrano un interesse crescente per i bambini provetta. Questo potrebbe essere uno dei modi più efficaci per smettere di vendere i nostri piccoli innocenti. (L’autore è un freelance) Upadhyay_b@yahoo.com TESTO ORIGINALE IN INGLESEMillion dollar babies BHAWANA UPADHYAY - Promoting domestic adoption is one of the best ways to stop the orphan trade In 2007, inter-country adoption dominated the headlines of national dailies basically covering its inherent malpractices such as corruption, illegal procurement of babies, trading for large sums of money, bypassing regulations, misinforming parents and so forth. Consequently, the Ministry of Women, Children and Social Welfare (MoWCSW) decided to put the country's adoption procedures on hold until effective laws could be formulated and enacted. In May 2008, without adequate consultation with relevant organizations, new conditions and procedures on inter-country adoption were drafted superseding the terms and conditions introduced in 2000. The major changes observed are: - Centralization of procedures at the ministry level. - A complete listing of foreign organizations that deal with inter-country adoption in Nepal. - Creation of an investigation/recommendation and supervision board and family selection boards. This is indeed exciting news. However, these changes have provoked a number of practical questions, as enforcement and implementation of regulations and policies have always been jeopardized in Nepal. Will these conditions and procedures really ensure the protection of children's interests? Can the involvement of the MoWCSW and formation of adoption committees control the prevailing malpractices? Is it possible to stop illegal trading of orphan children? Nepal has not yet been a signatory to the Hague Convention on Protection of Children and Cooperation in respect of Inter-country Adoption. These changes have strongly drawn the attention of the government, the media, international non-governmental organizations (INGOs), NGOs, orphanages and children's rights activists while domestic adoption issues have been overlooked. The terms and conditions for prospective domestic adopting parents remain unchanged. There is evidence suggesting that prospective adopting parents had to pay huge amounts for the babies of their choice and that this involved a lot of bargaining between parents and orphanages. According to officials at Bal Mandir, the state run orphanage, foreigners adopt about 40-50 children while Nepali parents take home only 10-12 children annually. A report jointly launched by Terre des Hommes Foundation (TDH) and the United Nations Children's Fund (UNICEF) in September 2008 clearly shows that though most of the orphanages claimed they preferred domestic adoption, only 34 children were domestically adopted, whereas 833 were sent for inter-country adoption ever since the inception of the studied child centres. Claire Goodwin, a foreign volunteer who works at a number of orphanages in Kathmandu, surprisingly said that a majority of the children residing in these homes had parents. Even more startling was the fact that a majority of these children were relatives of the people running the orphanages, as if these were boarding homes for those children rather than orphanages. A more alarming revelation was published in Kantipur on Feb. 3 under the title “Sold children from orphanages”. The news reported that a foreigner in the guise of a foreign agent attended one of the orphanage's events in Balkot, Bhaktapur to observe and understand the situation. He was told that the orphan children could be made available for adoption by foreigners if they were ready to pay the amount demanded by the directors of the orphanage. A few directors at the meeting even taught him how to evade legal prosecution and furnish fake papers. Likewise, there are also orphanages that have been opened to promote Christianity and are illicitly engaged in inter-country adoption. When they were asked if children were available for domestic adoption, they said their organization's constitution did not support domestic adoption. Isn't that bizarre? Orphanages being operated by Nepali people in Nepal are not allowing Nepali parents to adopt Nepali children. In this kind of situation, domestic adoption issues will remain unattended without direct government intervention. Thus, direct intervention of the government in including domestic adoption in the accreditation criteria under the terms and conditions of the 2008 inter-country adoption terms is required. Likewise, the government should also revise its policy of registering domestic adoption cases at the Land Revenue Office and ask all the orphanages to be registered under the relevant ministry, i.e., the MoWCSW. There are many other issues to be taken care of such as engaging the media to promote domestic adoption, creating alliances, setting minimum standards of residential care, drafting and implementing proper monitoring and evaluation procedures for the centres, stringent regulations for the establishment of new centres including revision of the constitution of old centres and so on. This is how the state can ensure that inter-country and domestic adoption malpractices are controlled, while the relevant governmental, non-governmental, international non-governmental organizations, human rights activists and prospective adopting parents should place domestic adoption as a priority agenda to curb rampant children's rights violations. Hats off to Durga Baral of Syangja district who has recently broken the social stigma by adopting a newborn baby abandoned in a jungle in Kuvinde Bhanjyang of Syangja. Such acts of giving opportunities and warmth to helpless orphans should be followed particularly by those Kathmanduites who are showing a growing interest in test tube babies these days. This could be one of the strongest ways to stop trading in our innocent little ones. (The author is a freelancer.) Upadhyay_b@yahoo.com