Vietnam, illeciti e giochi geopolitici
fonte:www.vita.it del 30 settembre 2009 di Benedetta Verrini
Interpellata da Vita sulla notizia, la vicepresidente Cai Daniela Bacchetta ha chiarito la situazione dell’Italia: ‘Il numero di adozioni tra il 2005 e il 2008 dal Vietnam all’Italia e’ stato di gran lunga inferiore a quello di Francia e Stati Uniti’, spiega. ‘In quel periodo erano presenti due enti italiani nella provincia [dei quali non fa il nome n.d.r.] che di fronte al sospetto di irregolarita’ si sono immediatamente ritirati’, aggiunge la Bacchetta. ‘Nel 2008 sono giunti pochi bambini dalla provicia di Nam Dinh, nel 2009 nessuno. Vorrei tranquillizzare le coppie: gli enti italiani lavorano sul Vietnam con estrema attenzione, le loro attivita’ devono essere accreditate dalle autorita’ locali provincia per provincia e le pratiche, inutile dirlo, vengono verificate una per una’.
‘Abbiamo lavorato in quella provincia solo per un breve periodo e, per quanto ci riguarda, non abbiamo potuto constatare alcuna irregolarita’’, ha detto a Vita la presidente del Naaa, Ingrid Maccanti. ‘Ci siamo ritirati perche’ da quella provincia non giungevano proposte di abbinamento’. Interpellata su cosa pensa del ‘caso Vietnam’, la Maccanti parla di prevenzione legata alla politica dei costi: ‘Sarebbe importante che tutti gli enti, italiani e stranieri, osservassero una politica omogenea dei costi. Se tutti facessero fronte comune, nessuno applicherebbe tariffe tanto piu’ alte da alterare il sistema e richiedere somme che non si giustificano rispetto ai costi standard della pratica all’estero’.
Estremamente soddisfatti delle condanne e del giro di vite attuato dalle autorita’ vietnamite e’ il Ciai, che oltre un anno fa aveva sollevato la sua preoccupazione sullo stato delle procedure nel paese. ‘E’ questo un ottimo indicatore della volonta’ delle autorita’ vietnamite di porre fine alle pratiche illecite nel campo dell’adozione internazionale’ ha detto Graziella Teti, responsabile del settore adozioni internazionali del CIAI. ‘Abbiamo piu’ volte denunciato, in diverse sedi italiane e internazionali, la grave situazione vietnamita -continua Teti- e per questo apprezziamo veramente molto questo segnale di fermezza e ci congratuliamo con le autorita’ locali’.
‘E’ vero, le autorita’ locali hanno iniziato a fare controlli molto stringenti e questo e’ importante’, commenta Cristina Nespoli, di Enzo B. Che esprime una posizione molto realistica: ‘Mi ha impressionato questo caso perche’ in un paese che fa oltre 3mila adozioni l’anno mi riesce difficile immaginare che sia necessario arrivare a falsificare documenti, c'e’ un tale tasso di abbandono... ". Ed e’ proprio l'abbandono ad avere ancora dimensioni considerevoli ed essere all'apice del problema, "in un quadro legislativo che contrasta ancora poco il fenomeno delle giovani che abbandonano i loro bambini’.
Ma e’ il quadro generale della situazione vietnamita a sollevare non poche domande. A cominciare dalla denuncia internazionale fatta dagli Stati Uniti. ‘L’anno scorso si e’ conclusa l’intesa che Washington aveva con Hanoi’, spiega la Nespoli. ‘Dal momento che il Vietnam sta cercando di adeguarsi alla Convenzione Aja e non accetta piu’ singole coppie straniere per l’adozione, ma vuole soltanto enti, ha estromesso gli americani dall’adozione’.
La denuncia internazionale e’ stata dunque un atto strumentale? ‘Non posso contestarne la buona fede’, risponde Nespoli, ‘Ma posso dire che l’adozione internazionale e’ citata persino nella Piattaforma di Obama. Per loro il Vietnam e’ strategico, cosi’ come lo e’ il Guatemala. Percio’ sono certa che lavoreranno per ricucire questo rapporto che al Vietnam comunque conviene: l’apporto economico della presenza americana sul welfare e’ strategico. In questa schermaglia, in ogni caso, direi che i diritti di donne e bambini c’entrano poco’.