Gaia Thi Hung piccola Stella d’oriente
Antonia e Marco, Perego

La nostra storia inizia in un piovoso lunedì pomeriggio di gennaio, quando speranzosi di trovare l’ente a cui affidare mandato per cercare il nostro bimbo, ci siamo recati ad Arconate per partecipare all’incontro informativo presso il N.A.A.A.
La piccola saletta al piano seminterrato era gremita di aspiranti genitori in attesa di avere le informazioni sui vari paesi in cui il NAAA opera con la sua attività di sostegno per l’infanzia abbandonata. Con molta attenzione abbiamo ascoltato tutte le notizie che Flavia ci ha trasmesso sui vari paesi ma … la nostra attenzione si stava focalizzando verso il Vietnam. Nei nostri pensieri all’inizio del cammino adottivo non avevamo considerato la possibilità di adottare in Vietnam, si parlava di altri paesi, sud America e all’Europa dell’est, questo perché le famiglie adottive che conoscevamo erano andate in quelle parti del mondo e quindi le conoscevamo meglio. Affascinati dai colori e dagli sguardi dei bimbi vietnamiti ci siamo lasciati conquistare da questo paese ricco di storia e cultura, così abbiamo deciso di “incamminarci” verso oriente.
Nei mesi successivi abbiamo partecipato ai vari corsi formativi come lo ZIG ZAG consegnando la famosa lettera in cui davamo la disponibilità ad adottare in uno di questi 4 paesi: VIETNAM, CAMBOGIA, NEPAL, CINA, su questa scelta gli incaricati NAAA avrebbero studiato il nostro percorso adottivo e quindi la nostra destinazione finale. Un bellissimo giorno di aprile abbiamo ricevuto una lettera da Cirié in cui si diceva che eravamo stati destinati in Vietnam ... Siamo esplosi dalla contentezza, speravamo molto di essere destinati in Vietnam ma i “posti” ancora disponibili erano pochi e quindi le possibilità si riducevano parecchio. Ma così ha voluto il destino e il nostro bimbo/a era là in attesa dall’altra parte del mondo. Il 10 ottobre siamo stati chiamati per l’ultimo incontro “Paese che vai”, sapevamo che da li a poco saremmo stati chiamati per un abbinamento, sono passati 5 mesi prima di poter conoscere la nostra piccolina. Infatti un bel giorno del mese di marzo precisamente il 13, Flavia ci ha telefonato invitandoci ad Arconate per un incontro ... c’era una proposta di abbinamento. Il 13 marzo era una bellissima giornata di sole, non poteva essere diversamente; seduti davanti a Flavia attendavamo trepidanti di avere notizie sul nostro abbinamento ... Il fiocco era rosa una piccola bimba di 5 mesi di nome Thi Hung ci stava aspettando ad Hanoi. In un solo istante abbiamo dimenticato tutte le fatiche e le attese che abbiamo portato sulle nostre spalle negli anni precedenti ora eravamo mamma e papà.
La partenza per Hanoi è avvenuta il 4 maggio 2008 con volo direzione Singapore e poi Hanoi. Abbiamo raggiunto il Vietnam lunedi 5 maggio nel pomeriggio. A causa di un brutto temporale tropicale il nostro aereo ha ritardato parecchio sull’ora prevista e ci siamo ritrovati in aeroporto da soli senza l’incaricato destinato ad accompagnarci in albergo. Dopo alcune peripezie con il cellulare siamo riusciti a raggiungere l’Army Hotel (un grazie particolare va a Elisa e a Stella senza di loro il tassista ci avrebbe portato alla baia di Ha long, confondeva la nostra pronuncia di Hanoi con Ha long, occorre fare molta attenzione) dove ci aspettava Stella con l’altra coppia arrivata in mattinata. Sistemati gli inconvenienti di viaggio, stanchi delle 15 ore di volo, Stella ci ha comunicato ufficialmente che l’indomani mattina saremmo andati in istituto a conoscere Thi Hung, inutile dirvi che nonostante la stanchezza non abbiamo chiuso occhi per tutta la notte.
Il pulmino ci attendeva per partire alla volta di Hanoi 4 Cau Giai, il viaggio sarebbe durato circa 1 ora abbondante, il tempo necessario per uscire dal traffico di Hanoi. Usciti dalla città abbiamo incominciato a vedere il Vietnam distese di verdi risaie interrotte dai canali di irrigazione e da qualche piccola abitazione sparsa qua e là nella campagna.
La cosa curiosa era vedere i cimiteri vietnamiti piccole lapidi che apparivano sparse in mezzo ai campi coltivati, l’uomo unito per sempre con la terra che coltiva. Dopo quasi un’ora di viaggio abbiamo raggiunto l’istituto di Hanoi 4 Cau Giai, Bobo ha suonato e un operatore è venuto ad aprire il cancello, all’interno un parco giochi per i bambini immerso nel verde, ben tenuto e un rumore assordante di cicale, ci attendevano.
Il pulmino si è fermato nel cortile interno all’istituto; una volta scesi ci sono venute incontro alcune DIDI per accompagnarci nel reparto dove ci attendeva Thi Hung. Ad un cenno di Stella ci siamo avviati verso la nostra piccolina. Non è facile descrivere le emozioni e i sentimenti che ti passano per la testa durate questi momenti: rimani concentrato su quanto sta accadendo senza accorgerti minimamente di quello che ti circonda esistiamo solo noi e la nostra Thi Hung. Quando hanno dato Thi Hung in braccio ad Antonia era spaventata ci guardava con due occhi aperti e intimoriti.
Tuttavia non ha pianto non ha fatto un lamento ma ha sicuramente capito che qualcosa stava cambiando nella sua vita. I giorni successivi trascorsi ad Hanoi sono stati difficili, Gaia, questo è il nome italiano che abbiamo scelto per lei, aveva la febbre causata da una fastidiosa otite e un brutto sfogo di eczema. Solamente gli ultimi giorni quando Gaia, dopo una cura di antibiotici, è riuscita a debellare in parte la sua otite abbiamo potuto visitare la città di Hanoi. Le vie del vecchio centro sono gremite di piccole botteghe di ogni genere; si vendono spezie, lanterne multicolori, passeggini per noi occidentali non abituati a portare in braccio per ore i bambini.
Ogni angolo di strada è occupato da signore che cucinano tipici piatti vietnamiti, profumi di spezie e odori di strada si mescolano in un turbine caotico per le nostre narici, come il traffico di Hanoi. Siamo rientrati in Italia il 18 maggio, alle 6 di mattina il nostro aereo è atterrato a Malpensa. Gaia Thi Hung per nostra fortuna ha dormito per buona parte del viaggio lasciandoci tranquilli, le poche ore in cui è stata sveglia ha voluto girare in lungo e in largo tutto l’aereo sorridendo e salutando tutte le hostess della Singapore.
Gaia nei mesi successivi il nostro rientro ha preso confidenza con noi e con la sua nuova casa. Ama moltissimo andare a passeggio in bicicletta e stare in mezzo ai bambini e giocare con l’acqua. E’ una bimba molto curiosa vuole vedere tutto quello che accade intorno a lei ama moltissimo i suoi libretti delle fiabe e ci chiede continuamente di sfogliarli insieme a lei stando seduti sul pavimento; frequentando i cuginetti ha imparato ad utilizzare il famoso dito indicatore, indicandoci così tutto quello che vuole, a volte non è facile capire cosa indica ...
La nostra routine di vita quotidiana è cambiata: ora il mondo gira intorno a Gaia sia di giorno che di notte, soprattutto di notte. Ancora oggi si sveglia durante la notte chiedendo il biberon; interpellata la pediatra dice che è ancora una necessità per lei quindi ci ha consigliato di assecondarla.
Al nostro rientro abbiamo sottoposto Gaia ad una serie di esami clinici per vedere se era tutto a posto, le hanno riscontrato una positività all’helicobacter pylori niente di preoccupante ma su consiglio dei medici abbiamo sottoposto Gaia ad una cura a base di antibiotici per evitare eventuali complicazioni future che potrebbero generare problemi allo stomaco. La somministrazione degli antibiotici a Gaia è stata alquanto difficile in quanto sono medicinali prodotti solo per adulti in pastiglie dal gusto orrendo a dir poco. Dopo questa fatica attendiamo di poter rifare i controlli del caso per vedere se la terapia ha funzionato.
Siamo stati molto fortunati, abbiamo avuto in dono una bimba bellissima e bravissima, vivace e allegra, sorridente con tutti. Sembra quasi che non possieda un passato di abbandono. A distanza di mesi ripensando ai giorni in Vietnam e alle notti passate a passeggiare nel parcheggio dell’Army Hotel per far addormentare Gaia Thi Hung abbiamo un senso di nostalgia anche se abbiamo dovuto superare alcuni momenti difficili. Grazie a tutti coloro che hanno condiviso con noi i giorni ad Hanoi e soprattutto agli amici e ai parenti a casa, che con trepidazione attendevano giorno dopo giorno le foto della nostra bimba. Adesso quando guardiamo Gaia nel suo lettino che dorme o quando spunta con il suo musino da dietro una porta, ci sentiamo ripagati di tutte le fatiche che abbiamo sostenuto per arrivare a questi momenti felici, un grazie grandissimo a tutti quanti.
“Ci hanno donato una stella del cielo d’oriente per illuminare il buio della nostra notte ... E ora siamo felici”