Una stellina gialla
di Fam. Veronese Arbini
Una stellina gialla, brillante, luminosa... proprio come te, sopra ad uno sfondo rosso, forte ed intenso, come il calore ed il colore della tua terra... E'la bandiera del Vietnam, il tuo paese, il luogo in cui sei nato tu.
Era un giovedi sera, del mese di novembre, che a noi sembrava un giovedi come tanti altri. Invece quel giorno tu nascevi, a tanti chilometri di distanza da noi. Qui in Italia era ancora giorno, invece in Vietnam stava già arrivando la notte... Erano le nove della sera, e nascevi per noi.
Fino a quel momento te ne stavi nella pancia di un'altra mamma, che sicuramente era una bella ragazza, visto che ti ha donato un faccino splendido e due occhi meravigliosi... una ragazza con i capelli neri e gli occhi a mandorla proprio come i tuoi... La tua vita dentro la sua pancia era iniziata quando un giorno, dopo averlo amato per una vita intera, o forse per un attimo soltanto, aveva voluto molto bene ad un papà, anche lui probabilmente con con il tuo stesso sguardo, con il tuo stesso sorriso... forse con la tua stessa grande simpatia... Il loro immenso amore di quel giorno speciale ha dato origine alla tua esistenza, proprio nella pancia di questa mamma, che ti ha tenuto lì dentro per nove mesi, fino a quando quella sera ti ha fatto nascere, regalandoti la vita... il più prezioso di tutti i doni. Poi, non sappiamo come, non sappiamo perché, questa mamma non ha potuto fare la tua mamma... magari non poteva... magari non se la sentiva... così, dopo averti regalato la vita e forse pregato il cielo, ti ha lasciato in un lettino, accanto ad alcune persone che sicuramente si potevano occupare di te.
Sei stato accolto in una casetta tutta gialla, come la stellina del Vietnam, insieme a tanti altri bambini che, come te, non avevano più la mamma che li aveva tenuti nella pancia fino a quel momento, ma c'era una Didi che si prendeva cura di te. La Didi era brava, ti voleva bene, ma tu volevi una mamma, tutta per te. Volevi un papà, volevi una sorella, volevi una famiglia tutta tua, un amore esclusivo... ed avevi ragione. La Didi ti raccontava che dovevi solo aspettare, e che presto saremmo arrivati tutti e tre a prenderti, che ti avremmo accolto con immenso amore, e che saremmo stati per sempre insieme.
Nel frattempo qui in Italia sventolava un'altra bandiera, che aveva lo stesso rosso della tua, ed era il rosso del nostro cuore, pieno di amore per te; poi aveva il bianco della purezza, come quella dei bambini, perché era proprio ad un bambino che pensavamo tanto, e da tempo ti stavamo aspettando... infine c'era il verde, quello della speranza, perché era forte la speranza di incontrarti al più presto. Nella lunga attesa preparavamo un grande Vietnam da appendere al muro di casa nostra, perchè eravamo molto orgogliosi che tu dovessi venire da questo paese, e volevamo che la tua terra entrasse nella nostra casa. Il Vietnam appeso al muro ci aiutava inoltre a sentirti più vicino e ci sembrava accorciare le distanze. Ci attaccavamo sopra un grosso cuore, tutto per te, perché sapevamo che tu eri lì... contavamo i giorni che ci avrebbero ancora tenuto separati da te, attaccando ogni giorno, sul contorno del Vietnam, un piccolo chicco di riso... ed infine incrociavamo in cima le due bandierine, sperando in cuor nostro di incrociarti al più presto lungo il nostro cammino...
Sventolavano entrambe le bandierine, unite dallo stesso vento, sotto lo stesso immenso cielo, anche se ancora così distanti ... battevano forte i nostri cuori... diventavano sempre più forti i nostri desideri... e, non lo sapevamo ancora, si stavano sempre più avverando i nostri sogni.
Un bel giorno arrivava per noi un'importante notizia, era il 17 febbraio, era un martedi che sembrava essere iniziato come un martedi qualunque, ma con una strepitosa telefonata si trasformava in un martedi veramente speciale! Era mezzogiorno, papà stava tornando dal lavoro, Veronica era a scuola e mamma stava scolando la pasta... quando all'improvviso suonava il telefono. Una voce amica, quella di Flavia, che lavorava tanto per aiutare i bambini a trovare una famiglia, ci invitava nel suo ufficio di Arconate per le 4 del pomeriggio, perché aveva notizie importanti per noi. Mamma non vedeva l'ora di dare la notizia a papà e Veronica, che come lei, quando lo hanno saputo, si sono messi a fare salti di gioia! Sentivamo nel cuore che c'era qualcosa di bello per noi, e non vedevamo l'ora di venirlo a sapere...
Nel frattempo, in quel martedi pomeriggio, mentre alle 4 partivamo felici per Arconate, dall'altra parte del mondo, dove sventolava la bandierina con la stellina gialla erano già le 10 della sera, e sicuramente nel tuo piccolo lettino ci stavi sognando... Da te c'era la luna, qui da noi c'era ancora il sole, ma il cielo era sempre lo stesso... e quel cielo stavolta ci stava veramente unendo per sempre.
Suonavamo il campanello di Flavia con molto anticipo, tanto che non aveva ancora preparato nulla per noi, e ci diceva di stare fuori un attimo dall'ufficio ad aspettare. Ormai ad aspettare eravamo diventati bravissimi! Pensa che in quel momento era da 889 giorni che ti stavamo aspettando!!! Ad un certo punto la porticina si apriva e Flavia ci invitava ad entrare, con i suoi occhi azzurri ed il suo sorriso dolcissimo. Vedeva che eravamo agitati, lo capiva benissimo, e ci diceva di stare tranquilli, ma il nostro cuore era in festa, dentro di noi capivamo che nella nostra vita stavi finalmente arrivando tu... Come potevamo stare tranquilli? Poi ecco le sue parole, che ricorderemo per la vita intera: UN BAMBINO, MASCHIETTO, DI NOME TUYEN, NATO IL 6 NOVEMBRE 2008... Quelle parole riempivano la stanza, penetravano nel cuore, ci facevano ridere e ci facevano piangere, perché era troppo grande la gioia che in quel momento stavamo provando per te. Eravamo così emozionati che non capivamo nemmeno quanto fossi piccino, e Flavia ripeteva di nuovo la tua data di nascita... Mamma contava sulle dita della mano i mesi che separavano novembre da febbraio, e scopriva che erano solamente tre... poi guardava confusa negli occhi di papà, e vi trovava dentro la conferma di un'ulteriore sorpresa così grande!!! Con enorme commozione scoprivamo che eri proprio un piccolo cucciolo di soli tre mesi. Vedevamo per la prima volta il tuo bel faccino, su una minuscola fotografia, che diventava per noi da quel momento la cosa più preziosa al mondo. Poi Flavia ci spiegava tante cose, ma faticavamo a seguirla perché gli occhi cascavano sempre sulla tua foto, il cuore saltava di gioia ed era difficile rimanere concentrati su ciò che dovevamo sapere. Ci parlava di quando saremmo venuti a prenderti, di tutte le firme che avremmo dovuto fare, di tutti i documenti che avremmo dovuto preparare... le cose andavano fatte per bene, nel migliore dei modi, perché presto saremmo diventati finalmente una vera famiglia!
Poi di corsa a casa ad annunciare a tutti la meravigliosa notizia e a condividere con tante persone questa grande gioia! Volevamo che tutti ti dovessero già conoscere, che tutti lo dovessero già sapere! E tutti si commuovevano insieme a noi nel ricevere questo grande annuncio. Sul grosso cuore appeso al Vietnam potevamo finalmente incollare la tua faccina, e intorno al chicco di riso del 17 febbraio disegnavamo commossi tanti cuoricini rossi. Veronica scriveva una bellissima poesia che attaccavamo accanto al cuore e da quel giorno entravi a far parte della nostra vita. Purtroppo non potevamo subito venirti a prendere, perché dovevamo preparare tutti i documenti che Flavia ci aveva mostrato, gli stessi documenti che in Vietnam qualcuno doveva preparare per te. Il nostro incontro era troppo importante e andava preparata per bene ogni cosa. Così i giorni passavano, ti immaginavamo in ogni angolo di casa, ti sognavamo di notte... Eravamo così distanti, non conoscevamo ancora la luce dei tuoi occhi, la morbidezza della tua pelle, il tuo profumo di bimbo, il suono della tua voce... niente ancora sapevamo di te, ma già ti amavamo e già ti sentivamo profondamente figlio.
Nel frattempo nella casetta gialla tu stringevi amicizia con il piccolo Mattia, che come te, stava aspettando la sua mamma ed il suo papà. La sua Didi gli spiegava che sarebbero arrivati lo stesso giorno in cui saremmo arrivati anche noi a prendere te... Non eri il solo ad aspettare quel grande giorno... In quella casetta gialla, come la stellina del Vietnam, c'erano due bambini che aspettavano insieme lo stesso meraviglioso giorno.
Finalmente un lunedi mattina, presto presto, mentre la mamma riprendeva il lavoro dietro la sua scrivania, ecco che suonava il cellulare, e come per incanto la fatica del lunedi mattina perdeva all'istante il suo solito grigiore... diventava tutto giallo splendente, più brillante che mai... era la stellina del Vietnam che brillava in tutto l'ufficio, perché finalmente, dopo una lunghissima attesa, arrivava in quel momento l'annuncio della nostra partenza! Al telefono stavolta c'era Elisa, che chiedeva alla mamma se la domenica successiva fossimo stati liberi... la mamma che si agitava e non ci voleva credere, lo zio Namo che capiva al volo: con quella telefonata stava arrivando una notizia bomba, allora si alzava e andava a chiamare di corsa papà... la mamma che lanciava un pensiero a Veronica, che purtroppo era sul banco di scuola e non lo poteva ancora sapere... era tutto vero! Papà raggiungeva in un baleno la scrivania della mamma con una meravigliosa luce negli occhi... ed Elisa annunciava raggiante il giorno della nostra partenza: domenica 5 aprile!!! Mamma e papà si abbracciavano ancora increduli e commossi, ed insieme abbracciavano il sogno di una vita! Cuore a mille, lacrime infinite, forte commozione con tutte le persone più care che in quel momento condividevano la notizia con noi, era tutto così incredibilmente vero! Cucciolino nostro, stavamo davvero arrivando da te!
Quella settimana era stata molto frenetica, camminavamo tutti a 10 metri da terra... Ci concentravamo in ciò che dovevamo preparare, cercando di non dimenticare nulla, ma era difficile, perché l'emozione di poterti finalmente incontrare dominava sopra ogni cosa. Poi gli ultimi saluti alle persone più care, gli ultimi preparativi, l'ultima notte nella nostra casa senza di te... e finalmente il risveglio della domenica mattina. La mamma diceva di essere tranquilla mentre salutava i nonni e lo zio Namo, continuava a parlare e a pensare alle valigie, alle borse, ai biglietti aerei, ai passaporti... ma dopo aver girato la chiave nella serratura, ed aver chiuso veramente la porta di casa, crollava in un mare di lacrime infinite, abbracciando lo zio, liberandosi da tutte le tensioni accumulate fino a quel momento, per la lunghissima attesa che avevamo dovuto superare tutti quanti.
Alle 13.30 il grande aereo della Singapore Airlines si metteva a correre forte forte sulla pista di Malpensa e finalmente si alzava da terra, prendendo il volo... prendendo quel tanto sognato volo che ci portava veramente da te! Nessuno di noi parlava in quel momento così importante, guardavamo tutti fuori dal finestrino, stringendoci forte le mani... ognuno con le sue grandi emozioni, liberando lacrime e pensieri. Ed il viaggio iniziava davvero... Accidenti! Sui display dell'aereo vedevamo la nostra Italia, così distante dal tuo Vietnam... e vedevamo l'intero percorso che l'aereo avrebbe dovuto affrontare. Avremmo dovuto attraversare tutto l'oceano Indiano, e sorvolare tante terre lontane... ma era bellissimo, perché viaggiavamo sempre verso il sole. Lasciavamo alle nostre spalle il buio della notte per andare incontro alla luce del giorno, alla luce della stellina gialla che ci aspettava in Vietnam! La mamma aveva un po' di paura, sia per il lungo volo e sia per la grande avventura che avremmo dovuto vivere in Vietnam, un paese che non conoscevamo, in cui nessuno parlava la nostra lingua... Anche papà aveva un po'di paura perché anche lui, come mamma, non aveva viaggiato molto nella sua vita. Ma papà è sempre tanto coraggioso, e riusciva a dare conforto alla mamma, trovando la forza nella grande voglia di venire da te. Veronica invece sprizzava gioia ed entusiasmo da tutti i pori, e contagiava con la sua energia anche mamma e papà.
Ed ecco che finalmente, dopo 22 ore di viaggio arrivavamo ad Hanoi, la capitale della tua terra, proprio il giorno in cui compivi 5 mesi, era un altro lunedi di quelli speciali, era il 6 aprile 2009. Insieme a noi c'erano Patrizia e Fabio, la mamma e il papà del tuo piccolo amichetto Mattia. Avevano volato con noi, e insieme prendevamo il primo taxi per arrivare all'hotel. Che emozione percorrere finalmente le strade del Vietnam! Faceva tanto caldo, c'era tanto traffico, tanta confusione, tanto smog, tanta polvere ovunque, ma era tutto bellissimo! Era il tuo paese, noi eravamo davvero lì, e non desideravamo altro! Ci sistemavamo nella suite nr. 201, mentre Fabio e Patrizia nella suite nr. 210, le stesse cifre, vicini vicini anche di camera, come tu e Mattia, vicini vicini di culla, nella casetta gialla di Bac Kan. Mamma, papà e Veronica erano talmente stanchi per il lunghissimo viaggio che alle otto della sera crollavano sul letto, senza nemmeno cenare... Si addormentavano felici, respirando aria di Vietnam e sognando il tuo incontro.
Ormai la distanza si era accorciata di parecchio, ormai eravamo a pochi passi da te, e tu sicuramente lo sentivi! Iniziavamo il nostro secondo giorno in Vietnam, girando per la città di Hanoi, alla ricerca dei negozi che ci sarebbero serviti in seguito... ma tu ci chiamavi forte forte, e non ci davi nemmeno il tempo di comprare latte e pannolini per te! Alle 3 del pomeriggio tornavamo all'hotel, perché mamma era stanchissima, non aveva ancora smaltito la fatica del lungo viaggio... e perché Veronica doveva collegarsi con i suoi compagni di classe attraverso il computer... Sembrava tutto programmato! Durante il collegamento con i compagni di Veronica, ecco che sentivamo suonare il telefono della nostra suite... Ci spaventavamo quasi, visto che non aspettavamo nessuna chiamata... Un po'esitante ma sempre coraggioso, era il papà che stavolta decideva di rispondere. Al telefono c’era Caterina, la nostra referente del Vietnam... Oh mamma mia! Caterina! Come mai Caterina? Solo a sentire papà che ripeteva quel nome mamma stava già male dall'emozione! "La Cerimonia domani!!!!!!!!!!!" diceva papà, continuando a ripeterlo... "la Cerimonia domani, partenza alle 6 della mattina"... Non ci potevamo credere!
Sembrava non potesse essere possibile! Era una sorpresa così grande ed inaspettata! Annunciavamo direttamente a tutti i compagni di Veronica, che in quel momento erano in collegamento con noi, la meravigliosa notizia, gridando e saltando di gioia davanti al video! Non potevamo frenare le nostre emozioni, e contagiavamo tutti, dall'altra parte dello schermo, creando un momento di commozione totale. Poi finalmente il collegamento finiva, e potevamo assaporare noi tre soli, la gioia di quel sublime momento! Si piangeva, si rideva, si gridava, si ringraziava il cielo, quel pezzo di cielo che ora stava sopra di noi, e che era diventato decisamente più piccolo. Quella notte nel nostro stesso pezzo di cielo la tua stellina gialla brillava più forte che mai, brillava per noi e brillava per te, con la stessa luce, con lo stesso splendore... Finalmente il giorno dopo ci avrebbe guidato al nostro tanto sospirato incontro.
Le 6 del mattino arrivavano in un soffio, e ci ritrovavamo, ancora increduli, sul pullmino per Bac kan, insieme a Patrizia e Fabio, guidati da Bobo, in partenza per venire veramente da te. Stavolta non avevamo soltanto documenti con noi, nelle borse c'erano ciuccio, biberon, vestitini... e poi latte e pannolini prestati al volo da altri bambini. Il cuore era gonfio di emozione ed un nodo alla gola accompagnava quella magica partenza. Durante il viaggio non parlavamo molto, eravamo troppo presi ad ascoltare le nostre sensazioni così forti... Guardavamo fuori dai finestrini, e osservavamo ogni cosa del tuo Vietnam, come per trattenerla dentro di noi, per poi raccontartela... Nell'uscire da Hanoi c'era un grande traffico, un via vai di automobili, ma soprattutto di motorini, di biciclette, di donne che camminavano lungo la strada con bilancini pesanti sulle spalle, carichi di ogni bene... Chi andava al lavoro, chi andava a scuola, chi, prima di andarci, faceva un po'di jogging... Chi caricava la sua bicicletta di frutti, o di fiori, o di piatti, o di tappeti o di qualsiasi altra cosa da poter vendere a qualcuno, e spingeva camminando a piedi, il suo enorme carico lungo la strada... Insomma un gran fermento, perché lì in Vietnam la giornata iniziava molto presto per tutti.
Poi uscendo dalla città si iniziava a vedere più verde intorno... Sterminate risaie, infaticabili mondine con le schiene ricurve, riparate dai loro grandi cappelli del Vietnam, già impegnate nel loro duro lavoro, con un bufalo accanto, a marcare il confine tra una risaia e l'altra... Sembrava tutto dipinto... Pian piano ci avvicinavamo sempre più alla tua Bac Kan, la vegetazione diventava più folta, tutto ancora più verde, in contrasto con il rosso della terra del tuo paese... Un fiume attraversava la vallata, e si iniziavano ad intravedere le montagne... tanta povertà per le strade, gente che viveva in baracche, oppure in palafitte di legno con il tetto di paglia, gente che cucinava all'aperto... bambini che giocavano scalzi per strada... ma bella gente, bei volti, bei sorrisi...
Ed ecco che finalmente arrivava il cartello BAC KAN! Un tuffo al cuore nel vederlo scritto veramente... Gli ultimi tratti di strada, e finalmente entravamo nella cittadina... Qui non c'era il traffico di Hanoi, non c'era smog, e nemmeno più polvere... sembrava tutto molto più ordinato, pulito ed accogliente... Cercavamo la casetta gialla, la cercavamo ovunque, guardando in ogni angolo... In quella casetta nel frattempo la tua Didi ti preparava con cura, per il nostro grande incontro... ti raccontava che eravamo in viaggio, e quel giorno ti avremmo finalmente accolto tra le nostre braccia. La Didi ti vestiva con una tutina buffa, di tanti colori delicati... ai piedi un paio di calzine a striscie verdi e gialle, poi ti sussurrava alle orecchie le ultime canzoncine, ti faceva le ultime coccole, condividendo l'attesa insieme a te. Anche Mattia era pronto, la sua Didi lo aveva vestito di rosso, e gli aveva pure messo un cappellino in testa, ... lo teneva con lei aspettando l'arrivo del momento tanto atteso. Ad un tratto il pullmino metteva la freccia a sinistra, e svoltava in una stradina piccola piccola. I nostri cuori battevano a mille, avevamo brividi lungo la schiena, faticavamo a respirare dalla grande emozione che stavamo provando. Ed eccola, in tutto il suo splendore, la mitica casetta gialla! Era davvero lei, finalmente davanti ai nostri occhi! ... Il pullmino entrava nel cortile e spegneva il motore. La Didì ti annunciava il nostro arrivo, ti stringeva forte forte... ormai mancava pochissimo...
Accidenti, Patrizia, la mamma di Mattia, aveva bisogno di un bagno. Mamma non voleva perdere nemmeno un secondo, ma per non lasciarla sola, andava di corsa anche lei, insieme a Veronica. Papà invece, insieme a Fabio, entrava in una stanzetta indicata da Bobo, pensando di rimanere lì un attimo in attesa.
Ma quale attesa!!!
Tu e Mattia, in braccio alle vostre Didi, non riuscivate più ad attendere nemmeno un secondo, e così, senza nemmeno aspettare le mamme e Veronica, vi presentavate nella stanzetta dei papà, creando in loro un'agitazione fortissima! Papà ti guardava, poi guardava Mattia... poi di nuovo te, era agitato perché era un momento troppo bello, ma mancavano la mamma e Veronica, non era giusto, non poteva viverlo così!
Per fortuna nel giro di un attimo arrivavano anche loro, trepidanti ed ansiose, perché qualcuno gli aveva detto di fare presto! .... Mamma e Veronica entravano nella stanzetta, insieme a Patrizia, e vedevano anche loro questi splendidi bambini in braccio alle Didi... mamma voleva fermare il tempo, e vivere il più intensamente possibile quel momento così tanto atteso! Anche mamma e Veronica guardavano te, poi guardavano Mattia e poi di nuovo te... quale dei due bimbi potevi essere? Nessuno dei due sembrava corrispondere ai tratti della foto, ed inoltre vi assomigliavate tantissimo...
Probabilmente anche tu, tra le braccia della Didi ci guardavi, poi guardavi Patrizia e Fabio, poi di nuovo noi, e non sapevi chi, fra tutta questa gente, potessero essere la tua mamma, il tuo papà e tua sorella...
Le Didi pronunciavano velocemente i vostri nomi, ma nessuno di noi capiva, perché i suoni della lingua del Vietnam erano molto diversi dai nostri ... nessuno si muoveva... fino a quando papà, con il suo solito grande coraggio e con l'immensa voglia di averti, gridava forte: TUYEN! In quel momento la tua Didi ci regalava un enorme sorriso ed un sussulto al cuore, guardandoci negli occhi... Anche lei ripeteva forte: TUYEN! TUYEN! ... Camminava verso di noi, con te in braccio... Stavi diventando nostro...
Eri tu... Eri proprio tu... Un aggancio nei tuoi occhi... la magia nell'aria, i brividi ovunque, una gioia infinita che scoppiava nel cuore... Eri proprio tu, ci stavi aspettando, e anche noi da tanto tempo aspettavamo te... Era meraviglioso incontrarti finalmente! Rimanevamo lì in piedi ad adorarti, così bello, così piccolino, così tenero... Tu ci guardavi divertito, regalandoci in continuazione dolcissimi sorrisetti... Ti parlavamo, ti sorridevamo, ma non osavamo prenderti dalle braccia della tua Didi. Poi veniva tutto naturale, era la Didi che, senza alcun accordo, ti passava tra le braccia della mamma... Eccoti finalmente con noi, in braccio alla mamma... Accanto papà e Veronica, ancora più stretti intorno a te, ad assaporare felici questo sublime momento di gioia infinita.
Era tutto vero, tutto il mondo in quel momento stava dentro la stanzetta di quella casetta gialla, stava nel calore del tuo corpicino, nella luce del tuo sguardo, nella delicatezza del tuo faccino, nella dolcezza dei tuoi infiniti sorrisi. Anche papà ti prendeva poi per la prima volta tra le sue forti braccia che, in quel delicato momento, diventavano le più tenere al mondo... Ed infine Veronica, che poteva finalmente abbracciare il sogno di un fratellino che in quel momento si trasformava in dolcissima realtà... Bravissima, ti prendeva per la prima volta con una naturalezza infinita, come se ti avesse sempre tenuto tra le sue braccia. Poi la voce di Bobo, che ci distoglieva dall'incanto e che ci invitava ad andare, perché da lì a poco sarebbe iniziata la Cerimonia. Avremmo voluto vivere tutto con più calma, fare qualche foto in più, vedere bene la casetta gialla che ti aveva accolto fino a quel momento... ma Bobo non ce lo permetteva, e dovevamo andare... Un ultimo saluto alla tua Didi, che ti sbaciucchiava per l'ultima volta e ti sussurrava le ultime paroline all'orecchio...
Ed eccoci di nuovo sul pullmino, ma stavolta con te in braccio, per andare all'importante Cerimonia, insieme a Mattia, che come te, se ne stava felice tra le braccia della sua mamma e del suo papà. Alle 10 in punto iniziava la Cerimonia a cui partecipavano tante persone importanti che avevano seguito la tua storia. C'era il Funzionario, la persona più autorevole, che iniziava a leggere tanti documenti che riguardavano le leggi del Vietnam e le regole che permettevano che tu diventassi nostro. Poi c'era la responsabile della casetta gialla e altre signore che avevano altrettanti ruoli importanti; leggevano tanti altri documenti che riguardavano il nostro incontro, controllavano che ogni cosa fosse corretta e infine davano il loro consenso al fatto che tu entrassi a far parte della nostra famiglia. Noi non potevamo capire direttamente cosa dicevano, perché parlavano in vietnamita, ma era molto bello stare ad ascoltare i suoni di quelle parole, così diversi dai nostri... e poi Bobo traduceva tutto in inglese, in modo che qualcosa potessimo capire. E al dolce suono di quelle voci tu ti addormentavi beato tra le braccia della mamma.
Alla fine della Cerimonia, dopo aver messo tante firme su tanti importantissimi documenti, capivamo che da quel momento per il Vietnam tu diventavi ufficialmente nostro, e che potevi iniziare finalmente la tua vita insieme a noi! Non riuscivamo ancora a crederci, era tutto troppo emozionante e la gioia che avevamo dentro era grandissima. Salutavamo tutti, stringendo le mani e ringraziando affettuosamente... e ci dirigevamo al pullmino che ci avrebbe condotto al Hanoi. Lasciavamo Bac Kan, e la salutavamo per te... guardandola dal finestrino...
CIAO BAC KAN dicevamo insieme... Ringraziavamo Bac Kan e le sue montagne. per il dono più bello che avesse potuto offrirci... Ringraziavamo la casetta gialla per averti accolto fino a quel momento... Ringraziavamo la tua Didi per averti teneramente curato... Ringraziavamo la mamma che ti aveva tenuto nella pancia per averti dato la vita con amore... Ringraziavamo la piccola stellina gialla del Vietnam per averti protetto, e la sua luce per averci guidato fino a te...
Uno sguardo a te, uno al finestrino, e uno dentro di noi ... per godercelo tutto, questo momento di incommensurabile emozione, e per riuscire ad assaporare intensamente ogni cosa... Dopo 4 ore e mezza di viaggio arrivavamo ad Hanoi, chiudevamo a chiave la porta della nostra suite, e iniziava veramente la vita insieme a te! Ci ritrovavamo soli, finalmente, noi quattro... potevamo veramente sentire la tua presenza tra noi, il tuo respiro, il tuo profumo di bimbo.... ed era meraviglioso! Rimanevamo in Vietnam per altri 13 giorni, durante i quali imparavamo piano piano a conoscerci a vicenda... imparavamo quanto latte volevi bere, come prenderti in braccio, come farti addormentare.... Imparavamo a capire quali coccole preferivi, quali vizietti volevi.... Imparavamo a capire il significato dei tuoi versetti e quello dei tuoi pianti... E anche tu imparavi a conoscere i nostri volti, le nostre voci e le nostre braccia... imparavi a capire che ci potevi ritrovare ad ogni risveglio, che eravamo sempre con te e che di noi ti potevi fidare... Passavamo 13 meravigliosi giorni insieme a te in Vietnam, durante i quali stavamo sempre insieme, e stavamo tanto bene con te.
Giravamo per la città con Mattia e con i suoi genitori che diventavano tanto amici di mamma e papà. La gente ci fermava per le strade, vi guardava e ci sorrideva felice. Chi vi sussurrava qualche parolina vietnamita, chi vi accarezzava, chi vi guardava soltanto, ma con grande ammirazione... Gente semplice, che viveva in povertà, ma che dentro al cuore aveva una ricchezza infinita... e lo dimostrava ogni giorno, con gli enormi sorrisi che ci regalava, rendendo onore al nostro passaggio.
Poi arrivava il giorno della partenza per l'Italia... un giorno che aspettavamo tanto, ma che una volta arrivato, portava con sè un mare infinito di malinconia. Avevamo tanta nostalgia di casa, ma era così difficile lasciare il tuo paese, il tuo caro paese che ci aveva regalato così tanto. Così preparavamo le valigie, cercando di metterci dentro più ricordi possibili, per poi poterti raccontare ogni cosa... luoghi, suoni, odori... volti, sorrisi, emozioni... ma era troppo, ed era difficile rinchiudere tutto in una borsa... Ed arrivava il giorno della partenza, lasciavamo davvero il tuo Vietnam con la promessa di ritornare un giorno insieme a te, per rivivere tutto quanto e soprattutto per mostrarti ogni luogo... Con questa promessa riuscivamo a partire più sereni... Iniziavamo a raccontarti di tutto ciò che ti avrebbe aspettato qui in Italia... una casetta tutta per noi, ed una vita piena di amore per te... una grande famiglia che ti aspettava da tempo, fatta di nonni, zii, cugini e cuginetti che ti avrebbero fatto una grande festa e ti avrebbero voluto tanto bene...
Ancora una volta il grande aereo della Singapore Airlines si metteva a correre forte forte sulla pista dell'aeroporto di Hanoi, tu su quell'aereo sembravi ancora più piccolo e indifeso... I motori rombavano forte forte, tu stavi in braccio alla mamma che ti teneva stretto... Il solito silenzio prevaleva su tutto, stavamo in cuor nostro vivendo un altro momento molto emozionante... CIAO VIETNAM, dicevamo guardando il finestrino... CIAO VIETNAM! ... qualche lacrima scendeva sulle guance, ed il viaggio di ritorno iniziava veramente.
Impiegavamo ben 27 ore per arrivare qui in Italia! E'stato un viaggio molto lungo e faticoso sia per noi che per te. Volavamo al contrario, sempre incontro alla notte, lasciando alle nostre spalle la luce del giorno, ed il viaggio sembrava interminabile. Poi finalmente l'atterraggio sulla pista di Malpensa, un'altra emozione grandissima nel sentire le ruote dell'aereo toccare la terra, e sentirsi veramente a casa! Eravamo in Italia piccolo cucciolo nostro, e non vedevamo l'ora di farti conoscere ogni cosa! All’uscita dell'aeroporto ci aspettavano felici e commossi i tuoi cari nonni! Il nonno Franco, la nonna Gio e la nonna Anna che arrivava addirittura da Mergozzo, accompagnata dai suoi amici. Sono stati momenti di commozione intensissima e tutti ti hanno accolto come un principe! Si sono tutti emozionati nel vederti, così bello, così piccino, così tenero... eri il loro nipotino, e regalavi loro una grandissima gioia.
Poi finalmente l'arrivo nel nostro cortile, dentro la nostra casetta rosa, pronta ad accoglierti veramente!
Ora sei qui con noi, ed è meraviglioso.
Ti vogliamo tanto bene, e te ne vorremo per sempre. Sul muro di casa nostra guardiamo il tuo caro Vietnam, che ora è diventato un pochino anche nostro... ma ormai così lontano da noi. Rendiamo onore ogni giorno alla piccola stellina gialla che ora brilla sulla bandierina rossa appesa in cima alla cornice del Vietnam, insieme alla bandierina italiana... Le due bandierine sono diventate amiche, si sono prese per mano incrociandosi tra loro, e felici, rimarranno unite per sempre.
Eccoti qui! E' passato un anno dall'aprile 2009 ormai, e ti amiamo ogni giorno sempre di più.