Adozioni troppo facili, violenza sui minori, crisi demografica: nel Paese un presente di disagi per i bambini.Quando gli addetti allo scalo aeroportuale di Mosca Domodedovo hanno visto quel bambino biondo che si aggirava solo e spaesato nell'area degli arrivi internazionali, hanno pensato subito di trovarsi di fronte alle riprese del remake russo di Mamma, ho perso l'aereo. Purtroppo quell'insolit viaggiatore, a differenza del pestifero Kevin nato dalla fantasia del regista Chris Columbus, non era il protagonista di alcun film: l'8 aprile scorso Artjom Savelev, questo il suo nome, stava infatti vivendo l'ultimo atto di una tragedia reale, la sua. Poche ore prima Torry Hansen, la sua mamma adottiva americana, l'aveva fatto salire, da solo, su di un volo delle United Airlines diretto a Mosca, dopo avergli infilato nella tasca del giubbino un agghiacciante appunto: "Questo bambino e' mentalmente instabile, violento ed ha seri problemi psichici. Sono stata ingannata dal personale e dal direttore dell'orfanotrofio russo sulle sue reali condizioni menteli. Per questo ve lo rimandiamo". Finito ad agosto 2008 in orfanotrofio poiche' la sua madre naturale non si occupava piu' di lui, la scorsa estate Artjom, 7 anni, era stto adottato dagli Hansen, una famiglia del Tennessee,c he tuttavia ben presto aveva dimostrato la propria incapacita' nel gestire la delicatissima fase che attraversa un bambino adottato nei primi mesi in un ambiente a lui nuovo. Fino alla decisione, assurda, di rispedire Artjom in orfanotrofio con la ridicola motivazione di presunti "problemi psichici", patologia in alcun modo riscontrata dai medici della clinica moscovita dove il piccolo e' stato portato subito dopo il suo arrivo, per alcuni controlli.
La storia di Artjom Savelev ha suscitato grande commozione tra i russi, anche grazie all'ampio risalto riservatole dai media. Non solo: la vicenda ha assunto anche i contorni di una questione politica tra la Russia e gli Stati Uniti. Il presidente Medvedev, intervistato dall'emittente americana ABC, ha definito "mostruoso" il comportamento dei due genitori americani, mentre il ministro degli Esteri russo lavrov ha duramente criticato gli Stati Uniti per non aver mai voluto firmare con la Russia un vero trattato che stabilisse chiaramente le condizioni per concedere le adozioni e gli obblighi da rispettare da parte dei genitori adottivi. Di fronte alla minaccia di un "congelamento" delle adozioni di bambini russi, il 24 aprile scorso e' intervenuta anche il Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, che ha avuto con il ministro Lavrov un lungo colloquio telefonico, nel quale sono state poste le basi per un trattato sul tema delle adozioni: l'accordo prevede essenzialmente la costituzione di una struttura mista russo-americana che vigilera' sulle condizioni di vita dei bambini adottati. Sara' inoltre predisposta una lista, vagliata dalle autorita' di entrambi i paesi, contenente agenzie autorizzate a valutare le istanze di adozione provenienti dall'America. Gli ultimi dettagli del trattato saranno fissati dalle due delegazioni in un incontro a meta' giugno: poi l'accordo sara' pronto per la firma, che Mosca vorrebbe apporre entro l'estate. Intanto, il Ministero per l'Istruzione ha provveduto a revocare l'autorizzazione ad operare in Russia all'organizzazione no-profit World Association for Children and Parents che la scorsa estate aveva assistito i coniugi Hansen nella loro richiesta di adozione.Adozioni e violenza
Al lettore italiano sfuggira' probabilmente il perche' di questa enorme attenzione rivolta in Russia al tema delle adozioni: molti si chiederanno come e' possibile che la seppur grave vicenda di un bambino abbandonato abbia creato tensione nei rapporti diplomitici con gli Usa, fino al punto di spingere i due paesi a discutere nuove regole sulle adozioni. Il caso di Artjom, tuttavia, e' solo l'ultimo di una serie di "incidenti" avvenuti in America che hanno visto protagonista un bambino adottivo russo, poiche' negli ultimi quattro anni ci sono stati almeno cinque casi di morte violenta che hanno riguardato minori adottati da coppie americane: cio' sarebbe sufficiente a comprendere perche' l'opinione pubblica russa e' stata cosi' colpita dalla vicenda, tanto da spingere la classe politica ad intervenire. Del resto, le richieste di adozione di bambini russi sono sempre piu' numerose negli Stati Uniti, tanto che lo scorso anno sono stati quasi 1600 quelli accolti da famiglie americane: se si pensa pero' che un fenomeno cosi' ampio ad oggi non e' ancora regolamentato da alcun trattato diviene chiaro il perche' della serrata azione diplomatica, effettuata dal Cremlino sulla Casa Bianca, per giungere ad una normativa comune piu' lineare ed aggiornata. In realta', la questione delle adozioni internazionali e' solamente un aspetto di un problema che in Russia e' diventato emergenza: la violenza sui minori. Le cifre che Pavel Astrakhov, Garante nazionale per i diritti dei minori, ha comunicato in una conferenza stampa lo scorso 19 maggio fanno rabbrividire: nel 2009 in Russia sono stati commessi oltre 100mila crimini (molti dei quali tra le parei domestiche) che hanno avuto come vittima un minore, mentre quasi duemila bambini sono stati uccisi ed altrettanti sono rimasti coinvolti in incidenti stradali mortali. A cio' si aggiunge la triste piaga dei cyber-crimini: secondo la Internet Watch Foundation, la Russia e' il secondo paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, per diffusione via web di materiale pornografico avente come protagonisti bambini ed adolescenti, nonostante la campagna del Cremlino contro la pedopornografia online nel 2009 abbia portato alla chiusura di oltre 5000 siti web. La tutela dei minori, dunque, assurge a priorita' nelle scelte del governo: ne e' una testimonianza il fatto che lo stesso presidente Medvedev ha aderito, il 25 maggio scorso, al neonato movimento La Russia senza abusi sui bambini (simile in molti aspetti al nostro Telefono Azzurro). "E' importante reagire foremamente di fronte ad ogni singolo caso di violenza nei confronti dei minori, creando un clima di 'tolleranza zero' verso chi abusa di loro - ha scritto il Capo dello Stato nel suo messaggio di adesione-. Per questo dobbiamo lavorare sodo per prevenire che i bambini vengano abbandonati e finiscano a vivere nelle strade".Crisi demograficaBisogna sottolineare che quelle di Medvedev non sono state frasi di circostanza, perche' a Mosca il problema dell'infanzia violata e' diventato molto scottante specie dopo l'ultimo rapporto dell'Ufficio Nazionale di Statistica, da cui e' emerso che la Russia sta vivendo una delle fasi piu' acute della crisi demorafica iniziata all'indomani della dissoluzione dell'Urss. Il Cremlino e' preoccupato, perche' questo trend e' destinato a condizionare lo sviluppo futuro della societa' russa: per via del crollo della natalita' nell'ultima decade, nei prossimi dieci anni in Russia il numero dei bambini dovrebbe risudursi di circa 300mila unita' all'anno, tanto che il Pease vedra' calare la propria popolazione di 5 milioni di individui entro il 2025. L'infanzia e' stata senz'altro la vittima principale dei contraccolpi sociali seguiti al crollo dell'Unione Sovietica. Se dal 1991 al 2008 la popolazione russa si e' ridotta di 6 milioni di persone, soprattutto per via delle difficolta' economiche, dell'impennata degli aborti e della diffusione di malattie legate ad alcolismo e tossicodipendenza, la popolazione infantile, secondo un rapporto Unicef pubblicato ad inizio anno, e' diminuita in Russia di quasi 12 milioni in 13 anni, passando dai 38 milioni del 1995 ai 26,5 milioni nel 2008. Nel tentativo di far tornare le cicogne, il governo ha varato a partire dal 2007 un pacchetto di sussidi alle famiglie, che nel 2009 sembra aver dato i primi risultati. Secondo quanto annunciato a gennaio dal ministro della Salute, Tatjana Golikova, la popolazione russa lo scorso anno sarebbe aumentata di circa 20mila unita', un dato pero' dovuto anche a particolari fattori, come la riduzione del tasso di mortalit' e soprattutto l'aumento degli immigrati provenienti dalle ex Repubbliche sovietiche. Ma secondo i calcoli dei demografici questo segno positivo non bastera' a risolvere l'emergenza. Andreij Vishnevskj, direttore dell'Istituto per gli studi demografici presso la Scuola Superiore ei Economia di Mosca, si mostra infatti molto pessimista sul futuro:"Anche se il numero di bambini dovese cominciare a crescere, cio' non sarebbe sufficiente ad invertire il trend: il tasso di natalita' non potra' aumentare per almeno due decenni, perche' non ci saranno abbastanza donne in eta' riproduttiva". Dinanzi a questo futuro inquietante, a Mosca resta la parziale consolazione che la classe politica e l'opinione pubblica paiono aver acquisito consapevolezza dei gravi problemi in cui si dibatte oggi l'infanzia russa. Gran parte del merito va ascritta proprio alla vicenda del piccolo Artjom, che per il suo ottavo compleanno, festeggiato poche settimane fa nel centro di assistenza dove e' ospitato, ha ricevuto il piu' bel regalo che potesse attendersi: una nuova famiglia. Il bimbo sara' infatti presto affidato alla famiglia di un diplomatico russo, scelta tra le tantissime che hanno chiesto di adottarlo dopo aver letto la sua storia sui giornali e visto il suo faccino spaurito su tutti i telegiornali. Dal canto loro, la autoria' USA hanno posto sotto inchiesta Torry Hansen con l'accusa di abbandono di minore, che, se confermata, le potrebbe spalancare le porte del carcere. Un po' come accade nel finale delle fiabe: la strega cattiva perde sempre.
fonte: ostpolitik.wordpress.com di Alessandro Ronga - Mosca (Russia)