Colombia: sospese nuove richieste d'adozione di minori tra 0 e 6 anni
Medellín, 30 maggio 2013
In una decisione senza precedenti, l'Istituto Colombiano per il Benessere Familiare ha sospeso temporaneamente la ricezione delle nuove richieste di famiglie straniere che desiderano adottare minori colombiani tra gli 0 ed i 6 anni, senza condizioni speciali.
La misura, annunciata questo giovedì nel Primo Incontro delle Autorità Centrali in Materia d'Adozione Internazionale, risponde alla necessità di gestire le 377 famiglie colombiane e le 3506 straniere che sono già state registrate sulla lista d'attesa di coloro che desiderano adottare minori sani, con meno di sette anni d'età e senza fratelli, ovvero bambini che non presentano caratteristiche di difficile adozione.
"Questa decisione nasce dall'obbligo di salvaguardare l'interesse superiore dei bambini", ha dichiarato la Direttrice Generale (responsabile) dell'ICBF, Adriana Gonzalez Maxcyclak. "Stiamo garantendo e dando priorità alle adozioni delle famiglie colombiane e, in base al principio di sussidiarietà, portare a termine con successo i procedimenti che sono già stati presentati dalle coppie straniere che intendono offrire tutto l'amore ed il calore delle loro famiglie ai bambini colombiani che ne hanno bisogno".
A sostegno della misura presa dall'ICBF, la rappresentante della Conferenza de L'Aia, Laura Martinez-Mora, ha ritenuto che "questo permetterà all'ICBF di lavorare meglio con i genitori biologici e di rispettare il principio di sussidiarietà internazionale, se consideriamo che in Colombia ci sono un gran numero di famiglie candidate all'adozione di bambini tra gli 0 ed i 6 anni".
La decisione dell'ICBF è stata verbalizzata sulla dichiarazione finale dell'Incontro, un documento di cinque punti in cui inoltre si invitano le autorità centrali dei Paesi partecipanti ad adottare la decisione presa in Colombia che elimina le donazioni obbligatorie a carico delle famiglie adottive, soprattutto i contributi precedenti al processo d'adozione o le retribuzioni per l'affidamento di un minore come risultato degli stessi.
"Abbiamo ribadito che questo tipo di donazione in Colombia è assolutamente proibita ed oggi eliminiamo un requisito tecnico e finanziario per le adozioni che è l'aiuto finanziario umanitario che si richiedeva come parte delle richieste".
Inoltre l'ICBF ha esortato i partecipanti a rafforzare i meccanismi di preparazione, valutazione e selezione delle famiglie, conformemente alla direttiva tecnica colombiane, per assicurare una migliore integrazioni tra i minori e le loro famiglie adottive.
L'incontro di Medellin ha potuto contare sulla partecipazione delle Autorità Centrali di Andorra, Belgio, Canada, Colombia, Danimarca, Spagna, Stati Uniti, Finlandia, Francia, Olanda, Italia, Norvegia, Svezia e Svizzera e come Paesi osservatori il Cile ed il Guatemala. Inoltre ha partecipato la delegata della Conferenza de L'Aia di Diritto Internazionale, permettendo così di inquadrare questo summit nello spirito e negli obiettivi della Convenzione. I partecipanti hanno gradito la convocazione dell'ICBF ed hanno riconosciuto le buone pratiche che il Paese sta adottando in materia d'adozione internazionale per ottenere una maggiore trasparenza del meccanismo di protezione dell'infanzia.
"L'ICBF torna ad essere un esempio nel convocare uno spazio di scambio come questo", ha dichiarato Antonio Ferrandis, capo del Dipartimento Adozioni Spagnolo dell'Istituto Madrileno dell'Infanzia e della Famiglia. "Abbiamo un accordo di base per quanto riguarda le priorità essenziali e le preoccupazioni che condividiamo noi come entità che lavorano per l'infanzia e questi spazi rendono gratificante il lavoro con voi", ha concluso.