Cina: una missione impegnativa, ma emozionante
Ora il desiderio è trovare una famiglia ai 240 bimbi ospitati negli istituti.
Un viaggio della speranza per aiutare 240 bambini. E di questi, alcuni presto potrebbero trovare una nuova famiglia in Italia. Cinque giorni intensi, trascorsi tra gli istituti di Jinan, Linyi e Qingdao, dove sono ospitati piccoli di tutte le età che non aspettano altro di trovare un papà ed una mamma.
L’impatto è stato forte, ma il desiderio di poter offrire un futuro migliore a questi bimbi è stato il filo conduttore di tutta la missione in Cina. «È stato sicuramente un impegno notevole – ammette la presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti – sia a livello emotivo che fisico. Ci siamo spostati in tutta la regione dello Shandong per dare un’ultima chance ad alcuni di questi bambini.
Molti hanno degli handicap permanenti ma alcuni, che sono quelli che il NAAA cercherà di aiutare, presentano delle situazioni assolutamente gestibili e sono sicura che non daranno preoccupazioni alle famiglie che li accoglieranno».
Al “Journey of hope” hanno preso parte anche due agenzie americane, Wacap e Lifeline. «Il nostro ente punta molto sulla serietà – prosegue la Maccanti – tanto che è stato l’unico ad essere presente con un medico, in modo da poter dare la massima opportunità a questi bambini attraverso una valutazione medica che ha aiutato anche gli istituti a focalizzare meglio le loro diagnosi. E non solo: le visite effettuate saranno utili alle famiglie, che avranno così un quadro più attendibile».
Ora non resta che attendere la documentazione dei bambini che troveranno famiglia in Italia.
«Il lavoro è stato difficile – conclude il dottor Antonio Urru, che è anche responsabile della sede Sardegna – ma mi sono innamorato di questi piccoli. Mi rendo disponibile fin da ora a dare maggiori informazioni alle coppie che accoglieranno i loro figli provenienti dalla Cina».