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Meno male che vi abbiamo incontrati!

di Duretto Luigi e Vanna

Meno male che vi abbiamo incontrati!
14 dic 2004

Lunga e' la storia di adozione di Andrea. Le pratiche di adozione sono state avviate quando, con nostro immenso dispiacere, ci fu detto che non potevamo avere bimbi. Non ci siamo dedicati all’adozione dopo aver tentato di tutto per averne: non ritenevamo valesse la pena accanirsi tanto per avere un bimbo nostro quando ce n’erano tantissimi per strada senza famiglia...Nella nostra innocenza credevamo il processo di adozione molto più veloce e con meno burocrazia: anche se alcuni amici già ci avevano raccontato delle loro traversie …. Pensavamo fossero esagerati! Comunque dopo quasi due anni arriva il tanto sospirato nulla-osta! Proposito: contattiamo le associazioni indicate dal Tribunale dei Minori: eviteremo così brutte esperienze! Dopo 4 mesi il nostro UNICO proposito fisso era andato a farsi benedire. Dall’elenco rilasciatoci dal Tribunale dei Minori abbiamo subito dovuto depennare il 70% delle associazioni in quanto non accettavano il nostro nulla-osta (per loro limitativo) che prevedeva un bambino entro una fascia di età da 0 a 3 anni: il consiglio era “Fate ricorso e poi ricontattateci!” Abbiamo quindi iniziato a cercare alternative tramite conoscenze di conoscenze, persone che avevano sentito dire ed… internet. Nel frattempo siamo riusciti ad avviare le pratiche per il Perù ed avere contatti con un’associazione riconosciuta: siamo andati a Roma per il colloquio, con tutte le nostre carte, e ci hanno consigliato di iniziare le pratiche con la Colombia. Dopo aver spedito una lettera all’istituto di adozioni colombiano ed avere atteso più di un mese, arriva il plico dalla Colombia in cui dice che, per la legge colombiana, i bimbi da 0 a 3 anni vengono assegnati a coppie giovani (25-30 anni). Noi ne eravamo fuori. L’associazione ci consiglia di andare avanti e chiedere al tribunale, ad abbinamento avvenuto, l’estensione. Non ce la siamo sentita: sul nostro decreto c’era scritto 0-3 come potevano abbinarci un bimbo di età diversa se il decreto era quello che faceva fede? Il 12.3.96 (data impressa a fuoco nella memoria) troviamo un sito Internet italiano (pochi allora!) che parlava di adozioni internazionali e di tempi “accettabili”…1 ANNO. Contattiamo il nominativo via e-mail, a cui è arrivata risposta immediata con il nominativo della persona che, a distanza di due giorni, ci avrebbe contattato. Appuntamento per conoscerci e fare una chiacchierata durante una pausa pranzo lavorativa il 15.3.96. La sera dell’appuntamento, arrivata a casa, parlando con mio marito dissi: Questa, secondo me, è la volta giusta! La persona mi è piaciuta, è madre adottiva, capisce le problematiche e.. lo fa col cuore! Una settimana dopo ricevevamo il plico con le cose da fare: il 15.4.96 ci siamo iscritti ed abbiamo spedito a tutta la documentazione richiesta. Il nostro referente era a conoscenza della pratica che avevamo in corso per il Perù e quindi abbiamo optato per un paese dell’est … su cui al momento non esistevano buone prospettive: la Russia era al momento chiusa e poche speranze di tempi brevi dagli altri Paesi. Il 26 maggio riceviamo una chiamata interlocutrice in merito all’età del bambino: che ne pensavamo di bimbi di 2 anni circa? La risposta immediata è stata: non ci sono problemi… ma poi ci abbiamo ripensato .. e con la lingua come la mettiamo pazienza fosse inglese o francese ma il russo? Pensavamo erroneamente a comparare l’età: i bambini seguiti da una famiglia a 2 anni sono chiacchieroni e dicono di tutto! Ci dicono “se il problema è legato al linguaggio, ricordatevi che questi bimbi sono in Istituto. Non potete minimamente paragonarlo ad un bambino di tale età italiano”! La prima settimana di giugno io ero a Roma a tenere un corso all’Università La Sapienza.. una sera chiamo casa e mio marito mi dice: ha telefonato ci aspetta sabato a casa sua per un abbinamento! Non stavo più nella pelle… non so che cosa ho detto ai partecipanti al corso nei giorni successivi. Finalmente l’8/6/96 andiamo a casa di Ingrid che ci lascia un po’ sulle spine e poi ci fa vedere una scheda medica disastrosa e delle foto spedite via fax (molto scure) di un bambino che piange. La scheda medica è stata quella che maggiormente ci ha colpito, molti termini che non conoscevamo, ed una situazione apparentemente disastrosa. Ingrid è entusiasta e ci dice: l’unico problema che ha il vostro bimbo è lo strabismo… il resto è tutta fantasia di chi redige i documenti per “permettere l’adozione internazionale” del bambino, che altrimenti non avrebbe futuro in Russia. Chiamate il referente in Russia che vi parlerà della situazione. Sarete due coppie, le prime a partire dopo la chiusura per la moratoria Russa, ed il marito dell’altra coppia è pediatra (mezzo sospiro di sollievo)! Con la nostra scheda, sollevati ma non troppo, le foto-fax, siamo usciti con un groppo in gola: la felicità di avere un abbinamento e la paura di quello che potevamo ancora scoprire. A cena abbiamo tenuto un po’ sulle spine i nostri genitori… che, ad onor del vero, non hanno fatto altro che incoraggiarci. Per farla breve: il contatto a Rostov ci ha tranquillizzato, il bambino aveva come unico problema lo strabismo La denutrizione e la necessità di una famiglia erano condizioni comuni in tali strutture. Il referente che ci seguiva ha supportato tutti i dubbi, le paure, le crisi di nervi per le foto che non arrivavano, senza di lei non so se saremmo riusciti ad andare fino in fondo. Abbiamo passato un mese di notti insonni e siamo partiti per il primo viaggio, della durata di una settimana. Scaramanticamente non avevamo detto nulla di questo viaggio (solo i parenti ed amici più stretti lo sapevano): temevamo ancora che qualcosa potesse andare storto… Il 7/7/96 abbiamo vissuto le emozioni più forti, più belle della nostra vita: abbiamo conosciuto il nostro bimbo e ci siamo immediatamente innamorati di lui: sono emozioni molto forti e difficilissime da descrivere… quando ci è venuto incontro e ci ha teso le braccine abbiamo detto “succeda quel che deve succedere: tu vieni in Italia con noi”. Il periodo più lungo è stata l’attesa per il secondo viaggio (quello con cui andavamo a prendere il nostro bimbo). Il 27/8/96 siamo partiti per il secondo viaggio e, il giorno del nostro 14° anniversario di matrimonio, ci hanno dato Andrea e volavamo verso Mosca pronti a concludere l’iter burocratico all’Ambasciata Italiana. Ora Andrea è con noi da 2 anni e mezzo, è vivacissimo, si è inserito subito benissimo alla scuola materna ed i problemi con gli occhietti sono risolti. Un anno e mezzo fa abbiamo inoltrato domanda per una seconda adozione e stiamo aspettando che il Tribunale dei Minori ci dia il nulla-osta per dargli una “sorellina”…