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“Non bisogna spaventarsi, ma restare sempre uniti”

La storia dei coniugi Zanetto e dei loro due bambini provenienti dal Vietnam

27 gen 2015

La storia dei coniugi Zanetto e dei loro due bambini provenienti dal VietnamIl papà sperava che il proprio figlio potesse arrivare dal Sudamerica, mentre la mamma sognava un bimbo proveniente dall’Africa. Alla fine, però, l’ha spuntata il sud-est asiatico. “Il nostro percorso è iniziato nel 2006 – raccontano Roberto Zanetto e Chiara Cavaglià, rispettivamente di 49 e 44 anni – quando abbiamo capito che, da qualche parte del mondo, c’era un figlio che ci aspettava” .

Così i due coniugi della provincia di Cuneo, dopo aver partecipato ad una serie di incontri in vari enti, decidono di affidarsi al NAAA. “Ci siamo sentiti subito, a pelle, come in una grande famiglia – proseguono Roberto e Chiara – e soprattutto ci hanno fatto capire che non era importante da dove arrivasse il nostro bambino. E dobbiamo dire che lo staff aveva ragione” . L’attesa è lunga.

Il tempo passa e la chiamata tanto desiderata ancora non arriva. Fino al 2009. “Non è stato facile, anzi – sottolineano i due – ma ci siamo sempre sorretti a vicenda. Non ci siamo mai abbattuti, anche quando la situazione sembrava essere ferma nello stesso punto”.

Poi, la sorpresa. “Ero al lavoro in ufficio quando dall’altra parte del telefono mi hanno detto che il nostro bambino era ad aspettarci in Vietnam – afferma Chiara, ancora emozionata – e, dopo circa un paio di mesi, abbiamo preparato i bagagli e siamo partiti” . Ma, una volta arrivati in Asia, non è stato tutto rose e fiori. “Sono stati 7-8 giorni difficili – continuano ancora i coniugi della provincia di Cuneo – è passata una settimana prima di vedere un sorriso. L’amore, però, ci ha aiutato a superare anche quei momenti e alla fine tutto è andato per il verso giusto” . Così il piccolo Quang Thanh, che aveva nove mesi, è entrato a far parte della vita di Roberto e Chiara. “Dopo un paio d'anni abbiamo deciso di intraprendere il cammino verso la seconda adozione – svelano – e ci erano stati proposti diversi Paesi. Quando, però, è venuta fuori la possibilità che nostro figlio potesse essere un bambino con “special need”, ci siamo un po' spaventati. Così abbiamo deciso di consultarci con il pediatra di fiducia, che ci ha tranquillizzati. E abbiamo deciso di andare avanti: non vedevamo l’ora di ripartire”.

Ancora una volta, la meta è il Vietnam. “L’istituto, però, era un altro. Se quello dove avevamo incontrato il nostro primo bambino era accettabile – ricordano Roberto e Chiara – questo era decisamente meno accogliente. E’ stato un momento toccante, perché abbiamo portato con noi anche Quang Thanh, che all’epoca aveva 5 anni, e ha rivissuto un po’ la sua storia”.

E nel 2014 è arrivata così anche la piccola Ngoc Ahn, che tra pochi giorni compirà due anni. “Fin da quando l’abbiamo incontrata, vedendo dove viveva fino al nostro incontro – raccontano i coniugi Zanetto – per il suo battesimo abbiamo chiesto agli invitati di fare un’offerta per l’istituto, che abbiamo poi fatto avere a Bobo, il referente del NAAA in Vietnam” . Un consiglio per le coppie che stanno per intraprendere il percorso verso l’adozione? “Bisogna approfondire tutti gli aspetti, per avere un quadro più ampio possibile – concludono i due – ma soprattutto occorre essere onesti con se stessi. Non serve forzare la mano, ma informarsi e non lasciarsi spaventare dalle prime difficoltà. Perché non c’è amore più grande di poter abbracciare quello che un giorno diventerà vostro figlio”.