Emergenza Nepal: "Affido internazionale? Per ora è prematuro"
Unicef e Croce Rossa: "In situazioni d'emergenza è opportuno non sradicare i bambini dal proprio Paese"

Nelle ore e nei giorni immediatamente successivi al terremoto che il 25 aprile ha devastano il Nepal, sono state davvero tante le richieste di informazioni arrivate da parte delle nostre famiglie adottive e non solo, soprattutto in merito all’affido internazionale dei bambini colpiti da questa tragedia.
Grazie al contributo dei nostri legali, riportiamo alcuni documenti internazionali in materia.
Principi Guida Internazionali sui minori non accompagnati e separati, Comitato Internazionale della Croce Rossa, 2008
“L’inserimento deve avvenire preferibilmente all’interno della comunità di appartenenza del minore. Se, tuttavia, i minori sono costretti a rimanere al di fuori della propria comunità, allora bisogna garantire loro il contatto con la propria cultura, per esempio inserendoli in una famiglia originaria della loro regione”.
Linee guida dell'UNHCR sulla tutela dell'interesse superiore del minore
“Devono essere utilizzati i sistemi di tutela esistenti all'interno della comunità, a condizione che funzionino in modo soddisfacente e non espongano il minore a rischi. Deve essere data priorità alla tutela da parte della famiglia estesa. Se tale tutela non è possibile o opportuna, la tutela temporanea deve avvenire in un ambiente di tipo familiare”.
Riportiamo infine un documento del coordinamento nazionale servizio affidi, che risale al 2005
“Occorre tenere presente che importanti organismi internazionali quali l’Unicef e la Croce Rossa hanno indicato con forza che, anche in situazioni d’emergenza, è opportuno non sradicare dal loro Paese (seppur temporaneamente) i bambini: occorre invece attivare interventi di sostegno a livello locale, anche attraverso organismi di cooperazione internazionale che favoriscano in loco forme di accoglienza familiare, permettendo così ai minori di rimanere nelle loro famiglie e nel loro Paese”.
Le linee guida internazionali sottolineano l’importanza di interventi precoci specialistici e di sostegno nei contesti d’emergenza per fornire un’appropriata assistenza e garantire le cure migliori finalizzate ad accompagnare le piccole vittime a superare l’impatto emotivo conseguente alla catastrofe. Sradicare in questa fase un bambino che già vive una situazione traumatica per la perdita dei punti di riferimento, significa sottoporlo all’aumento di stress emotivo e confermare l’imprevedibilità e la precarietà di tutto ciò che lo circonda. Pertanto il NAAA ritiene che le motivazioni addotte da Croce Rossa e UNHCR siano da rispettare. “Gli affidamenti temporanei con permanenza in Italia di alcuni mesi sono prematuri – conclude la presidente Maria Teresa Maccanti – e potranno forse essere organizzati da parte delle autorità estere dopo la gestione dell’emergenza non attraverso gli enti autorizzati per le adozioni internazionali, ma attraverso organizzazioni specifiche come avviene per i bambini che giungono nel nostro Paese dall’Ucraina e dalla Bielorussia”.