Mandati e ingressi: il rapporto deve essere 2 a 1
Avere troppe coppie in carico e pochi minori adottati non è sinonimo di efficienza
I numeri parlano chiaro e lasciano spazio a poche interpretazioni. Come nel caso dei mandati affidati ad un ente che si occupa di adozioni internazionali. Ad oggi il NAAA ha in carico 230 coppie. E gli ingressi, stando alle proiezioni dopo i primi nove mesi, alla fine del 2015 potrebbero essere 115-120. Il numero dei minori che ogni anno arrivano in Italia, quindi, è sempre la metà dei futuri genitori che vengono accompagnati dall’ente durante il proprio percorso adottivo. “Bisogna tenere conto poi che il 10 per cento delle coppie revoca il mandato – spiega la presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti – perché potrebbe arrivare una gravidanza, perché potrebbe esserci una segnalazione di un bambino dall’adozione nazionale, oppure per altri motivi personali”. Per quanto riguarda il NAAA, il numero delle coppie in carico oscilla tra 220 e 240. “Non ci spingiamo oltre – ci tiene a precisare la Maccanti – perché altrimenti si allungherebbero i tempi di attesa. La nostra vuole essere una scelta prudente e, tra l’altro, è condivisa dalla maggior parte degli enti autorizzati che concludono più adozioni”. Il numero dei mandati è uno dei parametri da prendere in considerazione nel momento della scelta dell’ente: sono pochi quelli che sul proprio sito internet pubblicano con chiarezza e trasparenza i dati relativi alle adozioni. “Bisogna fare attenzione soprattutto nei periodi di rallentamento di un Paese – chiarisce la presidente – perché si rischia che la lista d’attesa diventi interminabile e i tempi si dilatino notevolmente. E questo non è un bene né per i bambini né per i futuri genitori”. Ci sono casi, poi, in cui il numero delle segnalazioni è maggiore rispetto alle coppie in attesa. “In quest’ultimo periodo continuano ad arrivare richieste di adozioni dalla Federazione Russa – conclude la Maccanti – nonostante abbiamo già registrato ventuno ingressi dall’inizio dell’anno e ci siano altre dodici procedure in corso. Ce ne vorrebbero almeno il doppio per rispondere alle domande che giungono dall’est Europa”.