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NAAA e Vietnam, un amore che non si spegne mai

La visita ufficiale in Italia di Bogdan "Bobo" Souvannasouck, referente nel Paese asiatico

NAAA e Vietnam, un amore che non si spegne mai
Foto: "Bobo" Souvannasouck con Marie Pratz, la presidente Maria Teresa Maccanti e Elisa Azeglio
31 dic 2015

A due anni di distanza dalla sua ultima visita ufficiale, Bogdan “Bobo” Souvannasouck, il referente del NAAA in Vietnam, è tornato in Italia. Una vera e propria sorpresa, alla vigilia delle festività, per le tantissime famiglie che hanno accolto loro figlio dal Paese asiatico. La presenza di Bobo alle feste di Roma e Torino è stata l’occasione per incontrarsi e condividere così i bei momenti passati insieme dall’altra parte del mondo. “Il Vietnam – afferma il referente del NAAA – ha bisogno delle adozioni internazionali. Tutto è iniziato alla fine degli anni Sessanta, dopo la guerra: i bambini, figli dei soldati americani, non erano accettati e quindi molti furono accolti da famiglie straniere”. I numeri hanno iniziato a crescere negli ultimi due decenni. “Abbiamo dovuto attendere i primi anni del nuovo millennio prima che il Governo emanasse una legge grazie alla quale venivano riconosciuti gli enti autorizzati – prosegue Bobo, che ha iniziato a lavorare nel 1997 con il NAAA – anche se la convenzione dell’Aja è stata ratificata soltanto nel 2014”. Dal 1999, anno in cui il NAAA ha iniziato a lavorare in Vietnam, ad oggi sono arrivati in Italia quasi 900 bambini (893 per la precisione): il boom ci fu nel 2006, quando gli ingressi furono 158. Nel corso del 2015, invece, i piccoli che hanno trovato una famiglia sono stati 15. “In questi ultimi anni si è potuto lavorare meglio – conclude Bobo – grazie alla nuova normativa. L’auspicio è che si possa proseguire su questa strada e che il rapporto tra Vietnam e Italia si solidifichi sempre di più”.