Giorno della Memoria, il ricordo dei bambini morti nei lager
Oltre un milione e mezzo i piccoli uccisi nei campi di concentramento: è fondamentale non dimenticare

Almeno un milione e mezzo di bambini e ragazzi sono morti nei campi di concentramento. Oggi, 27 gennaio, Giorno della Memoria, è importante non dimenticare le giovani vittime: più di un milione erano piccoli ebrei, mentre le altre decine di migliaia erano rom, polacchi, sovietici e coloro che vivevano nelle zone occupate dalla Germania nazista, ma anche bambini tedeschi con handicap fisici e mentali provenienti dagli istituti di cura. Nei ghetti, i bambini ebrei morivano a causa della denutrizione e dell'esposizione alle intemperie, in quanto mancavano sia il vestiario che abitazioni adeguate. Siccome erano troppo piccoli per potere essere utilizzati nel lavoro forzato, i bambini venivano selezionati per primi - insieme agli anziani, ai malati e ai disabili - per essere deportati nei campi di sterminio o per le fucilazioni di massa che riempivano poi le fosse comuni. Nei lager sono finiti anche 900mila italiani di origine ebraica, soldati catturati in seguito all’8 settembre 1943, omosessuali, oppositori politici e lavoratori coatti. A distanza di 71 anni il nostro ricordo va ai piccoli e a coloro che scomparsi durante la seconda guerra mondiale a causa della follia nazi-fascista, affinché tutto questo non si ripeta mai più, in nessuna parte del pianeta. A loro dedichiamo “Auschwitz”, la canzone scritta da Francesco Guccini nel 1967.
Son morto ch’ero bambino
son morto con altri cento
passato per il camino
e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c’era la neve
il fumo saliva lento
nel freddo giorno d’inverno
e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone
ma un solo grande silenzio
che strano non ho imparato
a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l’uomo
uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni
in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone
ancora non è contenta
di sangue la bestia umana
e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà.