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Per Rupa

di Luca e Lorenza BASILIO

Per Rupa
04 gen 2005

Siamo a cavallo della pasqua di quest'anno, cioe' piu' o meno verso meta' aprile, quando mi telefona Flavia sul telefonino: "Ciao Luca. Tu e Lorenza dovreste venire al più presto ad Arconate. Ci sono novita' importanti". "C…avolo, Flavia. Stiamo partendo per Praga per festeggiare dieci anni di matrimonio. Non possiamo venire tra qualche giorno?". Certo che possiamo. Ho capito benissimo, anche se Flavia non me l'ha detto, che a' arrivato il tanto sospirato abbinamento.Ma abbiamo bisogno tutti e due di qualche giorno di riposo. E quindi, Praga; la nostra ultima vacanza in santa pace, con qualche minimo senso di colpa. Lunedi' 23 aprile Flavia ci consegna la proposta di adozione (alias, l'abbinamento) ed una foto. Rupa, femmina, nata il 15 marzo del 2000, segnalata alla Children's Home dall'Ufficio di Polizia di un paese a qualche chilometro a nord di Kathmandu e dal Comitato di sviluppo di un villaggio che, scopriremo, non e' nemmeno sulla carta geografica. Queste sono tutte le notizie che abbiamo avuto, e che abbiamo tuttora, su nostra figlia. Io faccio qualche domanda a Flavia. Lorenza e' persa a guardarsi la foto della bimba e non sente niente di quello che io e Flavia ci stiamo dicendo. Cominciamo bene … " Va bene Flavia. Dai l'ok a Torino. Quanto tempo passera' prima di partire? ". " Non vi preoccupate, passera' almeno un mese ". Si vede che in Nepal i mesi, con il calendario lunare, sono proprio piu' corti, perché poi avremmo dovuto partire il 7 maggio! In realta', tra problemi nostri ed aerei che non ci sono, partiamo il 17. A Vienna ci rendiamo conto che siamo tre coppie: Mariapia e Claudio da Savona vanno a conoscere Sarsoti', quattro anni; Cristina e Dario da Vigevano, con il figlio Angel, vanno a conoscere Pramila, pure quattro anni. Naturalmente abbiamo socializzato, al punto che ci frequentiamo ancora oggi. A Kathmandu, in albergo, ci sono addirittura otto coppie che hanno fatto il viaggio al Bal Mandir e che hanno gia' i figli con loro. Il grande e lussuoso Hotel Malla si trasformera' in una dependance dell'Italia con bambini nepalesi e vocianti al seguito, con grande gioia di qualche sparuta comitiva (non e' stagione) di tedeschi e inglesi che ci guardano un po' straniti. Meno male che il personale si e' dimostrato molto piu' che professionale, arrivando di fatto a fare anche da baby sitter in qualche occasione. Dopo qualche ora che siamo in albergo, arriva Sanu, il referente NAAA. per il Nepal. Su Sanu occorrerebbe scrivere un libro. E qui non e' il caso. Quel giorno non conosceremo Rupa. Il giorno dopo arrivera' Tamata', il direttore della Children's Home (doveva arrivare alle dieci ed e' arrivato all'una; l'aleatorieta' degli appuntamenti diventera' la regola, come per tutto il resto), che ci portera' a conoscere nostra figlia. E' inutile che vi immaginiate l'incontro. Tanto succedera' in modo diverso da quello che avrete immaginato. A noi e' successo cosi': arriviamo alla Childrens Home, una palazzina di tre piani in un quartiere periferico di Kathmandu, affogata tra altre palazzine simili; Tamata' ci dice che incontreremo le bambine nel suo ufficio che e' all'ultimo piano; i bambini sono riuniti nella sala della televisione perché e' sabato (la domenica dei nepalesi) e vedono la tele nel giorno di festa; nel frattempo Tamata' ci porta a fare un giro per la struttura; io sono l'ultimo della fila e, nel visitare questi locali ben tenuti ma non certo spaziosi, percepisco l'impazienza ed il nervosismo di Lorenza e delle altre due coppie che ci precedono; finalmente saliamo al terzo piano; sono ancora sulla scala e sento un rumore alle mie spalle; mi volto e vedo una specie di ranocchia in braccio ad una didi che mi fa ciao ciao con la manina; sento una specie di rantolo alle mie spalle, e' Lorenza che dice " quella e' Rupa".

Poi il primo contatto. La didi ci mette Rupa in braccio. Lei e' serissima e non emette un fiato. Cerchiamo di stabilire un contatto con qualche cubo di legno colorato e dei pennarelli. Rupa reagisce pochissimo; non so quanto si renda conto della situazione, ma comunque sembra innervosita da questi due strani tipi che la stanno spupazzando. Ad un certo punto, si addormenta sulla mia spalla. Tempo dopo, sapremo che l'addormentarsi e' un atteggiamento tipico di nostra figlia quando e' estremamente nervosa. Nei giorni successivi la situazione migliorera' a vista d'occhio, sino ad arrivare al primo sorriso al terzo giorno. La situazione non migliora per me, che ho un grande mal di denti e che saro' costretto a farmi curare da un bravo e simpatico dentista dell'Ambasciata americana. Lo scherzo mi costera' … tanto. Nel frattempo, hanno concesso a noi ed alle altre due coppie di portare le bambine con noi in albergo per qualche ora al giorno. Rupa gioca, si diverte, ride, fa il primo pranzo con la mamma, scopre il sapore dei biscotti, insomma si comporta come se avesse piacere a stare con noi. E' una bella bambina, non lo dico da padre, e si comporta in modo assolutamente affettuoso ed ubbidiente. Quindi, il momento in cui siamo costretti a lasciarla per rientrare in Italia non e' piacevole. Per fortuna che Rupa sta dormendo quando la consegniamo alla didi e per lei il distacco non e' doloroso. Qui cominciano tre mesi di passione, tra guarantee letters che non ci sono, ammazzamenti di re e regine e assalti di guerriglieri maoisti alle stazioni di polizia. Per fortuna che avevamo estorto alcune caselle di posta elettronica a Tamata' ed a Rajan, un ragazzo che lavora alla Children's Home, che ci permettono di rimanere aggiornati su Rupa e sulla situazione. Manteniamo i contatti con Mariapia, Claudio, Cristina e Dario, ma piu' che roderci il fegato in compagnia non riusciamo. Ingrid deve averne piene le scatole di noi e delle nostre voglie di ripartire, ma vi garantisco che il meccanismo dei due viaggi e' durissimo. Ci consola veramente solo andare a trovare Daniela e Paolo che abbiamo conosciuto in Nepal e che sono rientrati con Giulia, stessa eta' di Rupa. Finalmente, la situazione si sblocca. Firmiamo la guarantee letter, che avremmo dovuto firmare ancora prima dell'abbinamento (maledetta Ambasciata italiana a New Delhi), ma ormai e' agosto. Pensiamo che non si partira' prima di settembre e ci prenotiamo due sante settimane di vacanza in un villaggio turistico. Oh, agognate vacanze, venute dopo un anno di intenso lavoro, un trasloco di casa, uno scioglimento di associazione professionale, un trasloco di studio e l'ingresso in un nuovo studio professionale, la conoscenza di nostra figlia, ecc. ecc. Errore. Stavolta telefona Rino: "Luca, preparate le valigie ed i documenti. Partite il 16 per il Nepal". "C…avolo, Rino. Va bene per le vacanze, ma i nostri amici? Non abbiamo nemmeno il visto". Il visto lo si fara' all'aeroporto di Kathmandu ed i nostri amici ci raggiungeranno forse in seguito. Nel frattempo partiamo con una coppia di Cremona, Matteo e Stefania, che vanno a prendere al Bal Mandir Ramita, diciotto mesi. L'aeroporto Tribhuvan di Kathmandu e' il solito casino, ma troviamo quasi subito il pulmino del nuovo albergo, lo Shangri-La. E' bello essere di nuovo in quelle strade dove il codice della strada non esiste e passano in modo caotico e casuale biciclette, vacche sacre, pedoni, pullman, taxi, moto e tutto quello che rotola e cammina. Arriviamo in albergo alle undici e mezzo. Alle dodici e un quarto arriva Sanu: "Ciao ragazzi, come state? All'una arriva la bambina". Panico. Non siamo riusciti a dormire la notte in aereo e siamo stanchissimi, siamo sudati, non abbiamo disfatto nemmeno i bagagli e non abbiamo mangiato. E arriva Rupa. Non fate gli spiritosi; anche voi, come noi, avreste preferito aspettare un po'. Anche se questo momento lo avete desiderato per anni. Ma e' finita la bella vita. D'ora in poi siete genitori e il tempo ve lo dettano quei tappi urlanti, caccolosi e produttori di escrementi vari per i quali avete fatto tanti chilometri. Arriva Rupa. E' in braccio a una didi, indossa uno dei vestitini che le avevamo inviato ed ha i capelli un po' piu' lunghi di come li aveva a maggio. La didi mette Rupa in braccio a Lorenza; lei scoppia in un pianto a dirotto e vuole palesemente tornare in braccio alla didi. E' la prima volta che sentiamo il pianto di nostra figlia; a maggio non aveva mai pianto. Immaginatevi che bello: stanchi, sudati e affamati; vediamo nostra figlia dopo mesi di attesa ansiosa; e lei piange disperata per la prima volta. Se il buongiorno si vede dal mattino, a mezzogiorno ci sara' un tifone! Da questo momento Rupa rimarra' sempre (per sempre?) con noi. C'e' voluto del bello e del buono per calmarla il primo giorno. Non vi dico cos'e' stato il primo sonno, il primo cambio, la prima cacca. O lo sapete gia' o lo saprete presto e non voglio togliervi la sorpresa. Poi la situazione migliorera', anche in poco tempo. Vi basti un aneddoto: piu' o meno verso il quarto giorno sia Lorenza che io dobbiamo assentarci assieme per le pratiche nepalesi di adozione; viene in albergo la capa delle didi per tenere Rupa; al ritorno Lorenza fa quattro chiacchiere con lei; la didi le chiede se Rupa piange ancora quando fa il bagno; la risposta e' si'; la didi dice a Lorenza che e' sempre successo cosi' e che lei non si e' mai spiegata il perché. Non passano piu' di un altro paio di giorni: a questo punto non solo Rupa non piange piu' per il bagno, ma toglierla dalla vasca o dalla piscina e' un dramma, perché lei si diverte un sacco a pasticciare con l'acqua. Addirittura, se non stiamo attenti, si butta da sola in piscina, anche se non sa nuotare. Le pratiche nepalesi finiscono in pochi giorni. Ora Rupa e' legalmente nostra figlia per la legge nepalese. Aspettiamo il nulla osta dall'Italia e nel frattempo vorremmo fare i turisti. Solo che ad agosto in Nepal c'e' il monsone: su ventuno giorni di permanenza, abbiamo avuto diciotto giorni di pioggia. Non e' tanto bello stare in un albergo con una bambina di un anno e mezzo mentre piove. Provare per credere, anche se non ve lo auguro. Comunque Rupa e noi miglioriamo la nostra intesa giorno per giorno. Rupa ha un carattere fortissimo (Cinzia l'ha definita una "ducetta") ed una curiosita' innata: apparentemente, dopo il primo giorno, non ha avuto nessun problema (e non ce l'ha nemmeno oggi) ad adattarsi a noi ed alla nuova realta', prima a Kathmandu e poi in Italia. Siamo noi genitori ad aver avuto e ad avere ancora adesso qualche problema di ristrutturazione del nostro tran-tran. Nel frattempo sono arrivati anche gli amici che hanno fatto il primo viaggio con noi. Anche l'Hotel Shangri-La si trasforma in un kindergarten urlante, con Sarsoti', Pramila, Ramita, Rupa e Angel che non perdono l'occasione di una corsa o di un gioco con le palline magiche e rimbalzanti. Quindi si riparte per l'Italia. Peccato lasciare Kathmandu, affascinante, sporca, piena di arte e di vita. A Malpensa ci accolgono Kopila, Emanuela e Graziano che a Kathmandu ci sono rimasti tre mesi. Ritorneremo per i fratellini. P.S.: Rupa e' arrivata a casa venerdi' 7 settembre alle undici di sera. Dormiva e quindi non si e' resa conto di dove fosse. La mattina dopo si e' svegliata e Lorenza le ha fatto fare il giro turistico della casa. Dopo quella prima mezz'ora si e' comportata come se in quella casa ci fosse stata da sempre.