"L'adozione? Un gesto d'amore nei confronti del bambino"
La storia della famiglia Ferrando e del piccolo Roman proveniente dalla Federazione Russa

“L’adozione è un gesto d’amore. Non nei confronti di se stessi, ma del bambino”. Questo il consiglio di Giovanni Ferrando e Laura Trebino, diventati da poco genitori del piccolo Roman, 6 anni e mezzo, proveniente dalla Federazione Russa. È passato appena un mese da quando, tutti e tre insieme, sono arrivati a Genova. “Non è stata una passeggiata, anzi – raccontano i due coniugi liguri – l’arrivo di un bambino richiede un impegno costante, calma e tranquillità. Ti cambia la vita, ma in meglio”. Giovanni e Laura, 50 anni entrambi, si sono avvicinati tardi al mondo dell’adozione internazionale. “Era il 2012 – proseguono – e abbiamo atteso oltre un anno prima dell’idoneità da parte del tribunale. Poi abbiamo conosciuto tre enti e abbiamo scelto il NAAA. Perché? In molti ce ne avevano parlato bene e poi, sulla nostra pelle, abbiamo potuto apprezzare la serietà e la competenza che lo contraddistinguono”. Giovanni e Laura, inizialmente, sembrano più orientati verso il sud-est asiatico. “Amiamo viaggiare molto – non nascondono i due – e quei Paesi ci hanno sempre affascinato. Ma, alla fine, siamo finiti da tutt’altra parte”. Il motivo? “Non siamo più giovanissimi – sorridono – e, consigliati anche dagli operatori e dai professionisti del NAAA, abbiamo deciso di optare per la Federazione Russa, visto anche che i tempi di attesa sarebbero stati più rapidi rispetto ad altre aree geografiche”. Così all’inizio del 2015 Giovanni e Laura conferiscono il mandato: a luglio arriva l’abbinamento e a settembre è già ora di partire verso la Repubblica di Buriazia, al confine con la Mongolia. “Eravamo un po’ spaventati – ammettono i due coniugi genovesi – perché avevamo poche informazioni sul bambino. Ma una volta incontrati è stato subito amore a prima vista: già dal secondo giorno insieme, Roman era già in braccio a mamma e papà”. Giovanni e Laura suggeriscono un consiglio alle coppie in attesa e a coloro che intendono intraprendere il percorso verso l’adozione internazionale. “Quello della lingua è uno degli scogli più grandi da superare – concludono – così abbiamo deciso di prendere delle lezioni di russo. Ci ha aiutato molto a comunicare, soprattutto durante i primi momenti passati insieme: riuscire a farsi capire aiuta a trovare subito quel feeling che si crea tra genitore e figlio”.