Qin

E’ una bella giornata di fine Luglio. Ti incontriamo per la prima volta negli uffici degli Affari Civili di Hangzhou. Indossi un vestitino verde e dei graziosi sandaletti che lasciano intravvedere i tuoi piccoli piedi. Sotto una testina di capelli neri, hai lo sguardo impaurito. Per un attimo magico, ci pare che il cuore non sopporti questa indescrivibile emozione. Appena ci vedi, inizi a piangere e scappi via. Abbiamo passato molto tempo a cercare di entrare in empatia con te mentre ti aspettavamo, ed è forse per questo che eravamo preparati e ti capiamo molto bene. Ora sei in braccio alla tua tata, che ti accompagnato. Non sappiamo molto del tuo passato, ma dalle cure affettuose che lei ti presta, comprendiamo che sei stata amata. Noi seduti dietro te aspettiamo che tu ti senta pronta ad accoglierci. Ti stai calmando e capiamo che sei curiosa, quando ti volti e ci guardi con la coda dell’occhio ancora umido di pianto. Passano pochi minuti e ti giri verso di noi, sorridendo. Quando ci abbracci, siamo consapevoli di vivere un momento indimenticabile che rimarrà per sempre impresso nella nostra anima. In un angolo della mente pensiamo a cosa stai provando, allo sforzo che forse stai facendo, ma il solo guardarti negli occhi stringerti a noi per la prima volta è una cosa impagabile che prende il sopravvento su tutto. Hai degli occhi meravigliosi, pieni di luce di vita, di curiosità e soprattutto di voglia di essere amata. Ti facciamo conoscere la tua nuova bambola, che più tardi chiamerai Liù e che sarà per te come la copertina di Linus. Ti facciamo giocare cercando di farti ridere, cosa che ti riesce molto facile. Hai una risata allegra e piena. La tua tata improvvisamente esce dalla sala e ti saluta da lontano. La malinconia e l’insicurezza si manifestano immediatamente e scoppi in un pianto a dirotto. Questa volta siamo noi a calmarti, a cominciare a fare papà e mamma. Il mondo all’esterno ti impaurisce. Vuoi stare in braccio e ben attaccata a noi. La camera di albergo ti rigenera. Sei molto vivace e tormenti con gioia gli interruttori della luce ed il rubinetto dell’acqua. La giornata è stata molto impegnativa e piena di emozioni per tutti noi, e alla fine tutti ci lasciamo cullare tra le breccia di Morfeo. Gli spazi aperti ti cambiano l’espressione e l’umore. Diventi seria e osservi tutto con apprensione. Decidiamo di farti fare i tuoi passi a piccole dosi, di aspettare i tuoi tempi aiutandoti a sentirti sicura, iniziando da queste piccole cose. Comprendiamo molto chiaramente che per te il cambiamento è totale; papà e mamma sono venuti da tanto lontano, non sai niente di loro e con loro stai vivendo una nuova vita completamente diversa da quella alla quale eri abituata. Nei nostri cuori, da sempre e senza presunzione, c’è il desiderio di darti tutto ciò che possiamo perché tua sia serena felice. I giorni passano e la paura man mano si attenua. Gli spazi aperti non ti spaventano più, inizi a dormire di più e più tranquillamente. Sembri acquistare serenità. Con le altre persone sei aperta e socievole. Sei molto intelligente e curiosa di ciò che ti accade intorno. Anche con papà e mamma inizi a rilassarti. Sei (per noi) sorprendentemente indipendente in molte delle attività quotidiane, ordinata e metodica. Come ogni bambino che si rispetti, non ci metti molto a fare i capricci, che però rientrano sempre abbastanza in fretta. A tavola sei un rullo compressore e pulisci talmente bene i piatti da farli sembrare puliti, tanto che dobbiamo cercare di dosarti il cibo per non farti stare male. Tante sono le cose che non conosci e alcune delle quali, di conseguenza ti spaventano. Sei molto tenera e divertente quando chiedi a una signora di passaggio perché il suo cane non parla… Abbiamo cercato di imparare qualche parola di cinese per interagire meglio con te, ma tu sei molto più brava e inizi a parlare a tua volta qualche parola di italiano. Così, mettendo in opera il frutto dei nostri sforzi, in qualche modo comunichiamo in modo soddisfacente. Ti piacciono papà e mamma, ma non ti piace molto l’idea di venire in Italia e di parlare l’italiano, ma il conoscere i nonni, zii e i cugini, via Skype ti fa gradualmente cambiare opinione. Compatibilmente con tutto cerchiamo fare turismo, sperando di farti conoscere quanto più possibile del tuo Paese di origine, delle sue tradizioni e degli usi e costumi della sua gente, perché tu mantenga vive le tue radici sinonimo del tuo passato e quindi di te.
Arriva il tanto atteso giorno del rientro in Italia. Lasci la Cina da Pechino, tranquillamente e forse inconsapevolmente. Ci chiediamo sempre quante e quali emozioni devono esserci dentro di te, che non riusciamo a leggere. Cerchiamo di farti riposare, ma invano. Sei certamente eccitata dalla nuova esperienza che ti attende. Riesci a sinistrare anche lo schermo video che trovi sul sedile dell’aereo nel posto davanti a te. Ti appisoli un attimo prima di atterrare. Notiamo che una lacrima ti solca il viso e pensiamo che sia per la consapevolezza di lasciarti alle spalle le tue certezze e la vita che fino a ora hai conosciuto. Bastano due parole di conforto e una carezza che già sorridi di nuovo scaldandoci i cuori.
Arrivati a casa ti ambienti in fretta, facendo passi da gigante in ogni direzione. La serenità te la leggiamo negli occhi, ma l’affetto che sei in grado di dare ce lo dimostri ogni giorno. Sappiamo che avrai bisogno dei tuoi tempi, che ti dovranno essere concessi. Ci accorgiamo che la nostra vita è completamente diversa da prima, che ha assunto un senso più pieno e definito. I sacrifici fatti non hanno ora alcun peso.
Ma è quando ci stringi in un unico abbraccio e dici che tutti siamo una famiglia, la nostra famiglia, che sentiamo il cuore che fatica a contenere l’onda di piena delle emozioni che ci stai dando.