"Il destino ha voluto che nostro figlio arrivasse dal Perù"
La storia dei coniugi Gribaudo e del piccolo Mario Antonio
“Era scritto che dovessimo andare in Perù per abbracciare nostro figlio. Il destino ha voluto così e, a marzo, abbiamo potuto abbracciare il nostro Mario Antonio”. Ettore e Katia ancora si commuovono quando pensano ai primi momenti passati insieme al loro piccolo, che ha da poco compiuto cinque anni. “È stata un’emozione fortissima – raccontano i coniugi torinesi – difficile da immaginare prima. Quegli occhioni neri ci hanno conquistato subito: si è creata immediatamente un’empatia fortissima e da quel momento non si è staccato un attimo da noi”. Era il marzo del 2012 quando i Gribaudo si avvicinano all’adozione. E nel maggio 2014 affidano il mandato al NAAA. “Abbiamo partecipato agli incontri promossi da cinque enti – proseguono – e l’ultimo è stato proprio con il NAAA, a Ciriè. E ne siamo rimasti entusiasti: la responsabile della Formazione, Claudia Perello, ci ha dato un senso di sicurezza, di professionalità e di affidabilità e, allo stesso tempo, ci ha fatto sentire parte di un ambiente familiare”. Ettore e Katia, che hanno rispettivamente 48 e 44 anni, sono affascinati dall’America Latina. “Perché è una realtà simile alla nostra – ammettono – sia per cultura che per stile di vita. Potevamo scegliere di andare in Honduras o in Perù: alla fine abbiamo optato per la seconda meta”. Dopo poco meno di due anni di attesa, a febbraio 2016 arriva l’abbinamento e un mese dopo i due coniugi torinesi partono per il Sud America. “È stato un vero e proprio viaggio della speranza – non nascondono i due – dopo un volo transcontinentale abbiamo dovuto ancora compiere un tragitto di otto ore in auto tra oceano e deserto prima di raggiungere l’istituto dove si trovava nostro figlio. Lui era lì che ci aspettava. E, dopo averci visto, ci ha preso per mano e ci ha portati a vedere il giardino della struttura e tutti quei luoghi in cui ha passato i primi anni della sua infanzia”. Così Ettore, Katia e il piccolo Mario Antonio passano i primi giorni insieme ad Arequipa, alla “Casa de mi abuela”. “Siamo stati benissimo, è una struttura fantastica – proseguono – ci hanno coccolato e non ci hanno mai fatto mancare nulla. Per questo vorremmo ringraziare Silvia e tutto lo staff dell’hotel, che il 2 aprile, giorno del compleanno del nostro piccolo, ci hanno addirittura portato la cena in camera e permesso di festeggiare nel miglior modo possibile questo giorno. Un grazie speciale va poi a Luis e alla dottoressa Gomez, la pediatra che ha avuto in cura nostro figlio, per tutto il supporto che ci hanno dato durante la permanenza in Perù”. Da poco più di un mese Ettore, Katia e Mario Antonio sono a casa. “In passato abbiamo avuto in affido una bambina peruviana e, guarda caso, anche la presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti, ha adottato in passato due bambini, ora già ragazzi, in Perù. Evidentemente doveva andare così”, sorridono.