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"Il nostro angioletto era lì, pronto ad aspettarci a braccia aperte"

La storia dei coniugi Rosa e del piccolo Yonatan, proveniente dal Perù

"Il nostro angioletto era lì, pronto ad aspettarci a braccia aperte"
Foto: Mamma Anna Lisa, il piccolo Yonatan e papà Andrea
17 giu 2016

Mancavano pochi giorni a Natale quando Andrea e Annalisa decisero di partire da Modena e raggiungere Nole per partecipare alla festa del NAAA. Un’occasione per conoscere Hugo Sanchez, il referente in Perù, ma anche per incontrare le coppie che avevano già concluso il loro percorso adottivo. “Avevamo proprio bisogno di ritrovare un po’ di entusiasmo”, avevano dichiarato i coniugi emiliani al termine della giornata. E, nemmeno un mese dopo, è arrivata la tanto attesa “Aptitud” che ha permesso loro di entrare a far parte delle famiglie in attesa di abbinamento. “La nostra meravigliosa avventura è iniziata a dicembre 2013 – raccontano Andrea Rosa e Annalisa Rinaldi – quando ci siamo avvicinati materialmente all’idea di adottare un bambino: tutto è filato veloce tra colloqui, corsi informativi e seminari di approfondimento, fino ad arrivare a settembre 2014 quando, conosciuto il NAAA, abbiamo deciso di conferirgli il mandato. Quasi da subito la nostra mente vola in Perù, Paese in grado di fornire preziose informazioni che ai nostri occhi, con le sue origine ispaniche, ci sembra molto più simile all’Italia”. Il 2015 scorre veloce tra documenti, apostille, visite mediche ed approfondimenti che vengono richiesti alla coppia, “ma con la complicità di Sarah Cavagliato, l’operatore Paese che ci ha seguito fin da subito, tutto è risultato molto semplice”, ammettono Andrea e Annalisa. Poi, a gennaio 2016, arriva la “Aptitud” e, nemmeno un mese dopo, arriva la telefonata dalla sede centrale del NAAA: “Abbiamo un bambino da proporvi, vediamoci dopodomani in ufficio”. Tra le liste speciali c’è Yonatan, un bimbo di 4 anni: sono molte le informazioni sul suo passato, sulle sue condizioni mediche, ma soprattutto sul suo presente: “Un bambino sano, vivace, canterino ed infinitamente affettuoso”, recita la scheda. “Per scelta abbiamo deciso di non vedere la foto – proseguono Andrea e Annalisa – in quanto abbiamo voluto riservarci la sorpresa e, dopo pochi minuti di riflessione, abbiamo deciso di candidarci come genitori”. Il 26 marzo i due partono per il Perù. “L’emozione è stata fortissima – ammettono – e non vedevamo l’ora di abbracciare nostro figlio. Cusco ci aspettava con i suoi 3.400 metri di altezza che ci hanno dato un po’ da fare nei primi dieci giorni. Permetteteci un consiglio alle coppie in attesa: non sottovalutate mai l’altitudine, non abbiamo mai avuto tanto il fiatone in vita nostra”. Tre giorni dopo avviene l’incontro. “Siamo arrivati nella struttura dove ha vissuto quasi 3 anni – ricordano – un luogo accogliente, raccolto, pulito e pieno di tate amorevoli. Un corridoio ci divideva, all’improvviso, Yonatan ha fatto capolino e ci è corso incontro sorridendo. Abbiamo trascorso qui un paio d’ore, circondati dagli altri bambini, quelli che lui chiamava amorevolmente “mis niños”, con cui ha condiviso tante giornate. Così abbiamo iniziato a giocare insieme, con le bolle di sapone, ridendo tanto come se ci conoscessimo da tempo. È stata una emozione enorme, abbracciarlo e coccolarlo dopo averlo a lungo cercato”. Dopo un paio di giorni è tempo di tornare in istituto per la festa di addio. “È stata molto struggente – dicono con un pizzico di emozione – perché abbiamo potuto vedere quanto tutti gli volessero bene e ora, conoscendolo, abbiamo capito il perché. Il nostro piccolo è solare, saluta chiunque, anzi si arrabbia se gli altri non contraccambiano. È intelligente, sveglio e coccolone: cosa volere di più?”. Scorrono le giornate a Cusco, con alcune escursioni nei siti inca limitrofi come Machu Picchu. Il 22 aprile i tre arrivano a Lima dove incontrano Katia ed Ettore con il piccolo Toñito. “È stato fantastico condividere con loro questa esperienza – proseguono – anche perché ci siamo sentiti quotidianamente su whatsapp, dandoci talvolta conforto, ma condividendo anche questa gioia immensa”. A Lima le giornate scorrono più lente e sale la voglia di tornare a casa. “Ma avevamo lui che la mattina veniva nel lettone con noi a farsi “torturare”, lui da portare al parco e vederlo giocare e ridere con gli altri bambini, lui da amare e coccolare”, sorridono i due neo genitori. Dopo 52 giorni passati in Perù, il 16 maggio è tempo di rientrare in Italia. “Yonatan sta crescendo – concludono – ed esplora tutto quello che lo circonda insieme a noi e accompagnato anche dall’affatto dei nonni si dimostra da subito un bambino dalle mille risorse.  Così come l’uccellino piano piano fa il suo nido, così noi tre stiamo costruendo mattone dopo mattone la nostra famiglia ed ogni giorno che passa lui è sempre più nostro figlio. Un ringraziamento al NAAA per la professionalità, a Sarah Cavagliato per aver “individuato nelle liste” nostro figlio, a Hugo Sanchez per il supporto fornitoci in Perù e a tutti coloro che ci hanno accompagnato in questa splendida avventura”. Non manca, infine, un consiglio: “A tutte le coppie in attesa la parola d’ordine è “non demordere e tenere duro”. In qualche angolo del Perù è nascosto il vostro angioletto: aspettate fiduciosi!”.