24
apr
2025
  • NAAA App
NAAA Onlus

Inchiesta choc dell'Espresso: "Vogliamo la verità"

La presa di posizione del NAAA in seguito al reportage del settimanale su un ente autorizzato alle adozioni internazionali

Inchiesta choc dell'Espresso: "Vogliamo la verità"
Foto: La copertina dell'Espresso in edicola venerdì 8 luglio
08 lug 2016

“Vogliamo che esca fuori tutta la verità, al più presto. Lo dobbiamo ai nostri figli”. Sono queste le prime parole della presidente del NAAA, Maria Teresa Maccanti, che è anche mamma adottiva, in seguito all’inchiesta del settimanale L’Espresso, pubblicata sul numero in edicola oggi – venerdì 8 luglio – che rischia di gettare un’ombra cupa su tutto il sistema delle adozioni internazionali. Il reportage del giornalista Fabrizio Gatti, che indica l’ente Amici dei Bambini come “Ladri di Bambini” in merito alle recenti vicende della Repubblica Democratica del Congo, ha lasciato tutti senza parole. “La nostra posizione – afferma la Maccanti – è sempre la stessa: prima di ogni altra cosa viene il superiore interesse del bambino. Da oltre vent’anni, infatti, lavoriamo per garantire un futuro migliore ai minori che vivono in ogni parte del mondo, cercando di mantenerli nelle rispettive famiglie di origine. Tuttavia, nel corso del proprio operato, gli enti autorizzati si trovano anche di fronte a situazioni difficili, dove è necessario prendere delle decisioni sicuramente non semplici né immediate. In particolare quando, durante il procedimento adottivo, emergono nuove carte oppure dubbi sull’adottabilità del bambino”. Maria Teresa Maccanti torna poi sulle accuse lanciate nei confronti di Ai.Bi. “In passato abbiamo assistito alla chiusura di alcuni enti ad opera della Commissione per le Adozioni Internazionali senza colpo ferire – prosegue la presidente del NAAA – senza screditare il sistema delle adozioni internazionali, che hanno portato anche a tutta una serie di procedure avviate dai tribunali. Mai, però, si era arrivati ad una chiusura di un ente autorizzato a causa di una diffamazione, ma soltanto in seguito ad atti concreti portati in Procura. È ancora recente il caso di Airone, chiuso per le irregolarità riscontrate in Kirghizistan. Mi chiedo perché, se ci sono davvero dei riscontri oggettivi, non sia stata adottata la stessa procedura nei confronti di Ai.Bi. Non vorremmo che si gettasse fango su tutto il sistema dell’adozione internazionale a causa della guerra che va avanti da oltre due anni tra due persone”. La Maccanti conclude con un appello: “Il nostro auspicio è che si faccia chiarezza. Per il bene dei nostri bambini”.