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"Le nostre storie? Si sono incrociate sedici anni fa"

La storia della famiglia Giovine e di John, proveniente dalla Colombia

"Le nostre storie? Si sono incrociate sedici anni fa"
Foto: Papà Costantino e mamma Anna Maria insieme al loro John
11 lug 2016

“Le nostre storie è come se si fossero incrociate sedici anni fa: evidentemente era già scritto nel destino di tutti e tre”. Era il capodanno tra il 1999 e il 2000 quando Costantino Giovine e Anna Maria Piccioli Capelli si sono conosciuti. E proprio in quel periodo è stato concepito John. “L’idea di intraprendere il percorso adottivo è nata con i nostri viaggi – raccontano i due coniugi della provincia di Bergamoabbiamo sempre amato girare il mondo, anche quando ancora non ci conoscevamo. La nostra è una passione che ci ha sempre accomunato e che abbiamo portato avanti insieme, una volta fidanzati”. Nel 2005 Costantino e Anna Maria si sposano e un anno più tardi ottengono il decreto di idoneità. “Abbiamo incontrato quattro enti – raccontano – ma la nostra attenzione era già focalizzata sul NAAA. Il motivo della nostra scelta? L’ampia scelta tra i Paesi, oltre alla serietà e alla competenza dell’ente”. Così, insieme agli operatori e ai professionisti del NAAA, Costantino e Anna Maria, oggi rispettivamente 53 e 58 anni, scelgono la Colombia. Il tempo passa, l’attesa è lunga. “Nel 2010 avevamo programmato un viaggio in Giappone – proseguono i due – ma, poco prima di partire, abbiamo ricevuto la chiamata. E così ci siamo precipitati nella sede centrale di Ciriè”. A maggio i due coniugi lombardi incontrano l’operatore Paese, Sarah Cavagliato, e la dottoressa Silvia Minetti, dell'equipe psicosociale del NAAA. “Eravamo pronti a gettare la spugna – non nascondono Costantino e Anna Maria – ma quando abbiamo visto la fotografia di John, un bambino sorridente e cicciottello, con un pantalone e una giacchetta di jeans, ci siamo guardati con le lacrime agli occhi e non vedevamo l’ora di preparare la valigia e andare in Colombia”. Dopo un mese, i due partono per il Sud America. “E il 23 giugno, pochi giorni il nostro arrivo – sorridono tutti e tre – abbiamo festeggiato insieme il compleanno della mamma alle terme di Paipa”. E dopo due mesi passati in Colombia, ad agosto i tre ritornano a casa. “L’inizio non è stato semplice, anzi. Mangiava poco, aveva paura di stare da solo. E ogni notte gli raccontavo una storia prima di andare a dormire”, ricorda papà Costantino. L’estate aiuta il piccolo John, che all’epoca aveva 10 anni, ad ambientarsi. “Ha iniziato ad andare in bicicletta, a muoversi da solo – continuano Costantino e Anna Maria – e si è formato un piccolo gruppo di amici composto da bambini provenienti da ogni parte del mondo: India, Africa, Sud America, Italia. Davvero un bellissimo esempio di integrazione”. A settembre John inizia la scuola, in terza elementare. E dopo pochi mesi non vuole più parlare in spagnolo, ma solo in italiano. “Non sono mancate le difficoltà, soprattutto quando si arrabbiava perché non riusciva a fare le cose che avrebbe voluto – dichiarano i due genitori – ma si è adattato in fretta, ci ha sempre messo molto impegno”. John ha da poco concluso gli esami di terza media e a settembre si iscriverà ad Agraria. “Ama molto gli animali – affermano Costantino e Anna Maria – quando è arrivato a casa avevamo un gatto, poi a dicembre di quell’anno abbiamo deciso di prendere un cane, un labrador bianco che si chiama Luna. Il sogno di nostro figlio è diventare veterinario”. I due coniugi di Bergamo terminano con un consiglio a tutte le coppie in attesa: “Non bisogna mai dare niente per scontato, con un figlio non c’è niente di precostituito: ti ribalta, nel bene e nel male. Occorre, però, dare una direzione ai ragazzi, mai cambiarla, anche se non sempre è quella giusta: dà la forza necessaria ai genitori per vivere e affrontare al meglio le difficoltà che si possono presentare durante il percorso”, concludono.