Social network, il rapporto genitori-figli tra verità e bugie
Le paure di una mamma, che lancia un invito: "L'utilizzo di questi strumenti richiede una grande maturità"

I social network coinvolgono tutti, anche chi non è iscritto – per esempio – a Facebook, Instagram o Twitter. Sono sempre di più i giovani che utilizzano questi mezzi per comunicare, senza però tenere conto – anche in buona fede – del volere dell’amico o del compagno di scuola. E così ci si ritrova, inconsapevolmente, in una fotografia o in un post pubblicato sul web. Ma qual è la paura più grande che un genitori ha sull’utilizzo di questi strumenti da parte dei propri figli? Lo abbiamo chiesto a Silvana Capuano, mamma e insegnante. “Mio figlio, che frequenta la terza media, era in gita con la propria classe a Napoli. Io, mio marito e mia figlia eravamo seduti tranquilli sul divano in attesa di ricevere la sua telefonata serale. Ma, proprio in quel momento, arriva un messaggio sul cellulare di nostra figlia. Leggiamo. Panico. Cosa ci fa la foto di nostro figlio mentre tranquillamente è a cena con i compagni su Instagram? E nella didascalia si legge: “Sono a Napoli…”. Ma nostro figlio non ci ha mai detto che usa Instagram, e la foto era stata inviata a nostra figlia da una compagna di classe con la nota: “Guarda tuo fratello mentre a Napoli si diverte a cena con gli amici”. Agitati, attendiamo la sua telefonata e, dopo saluti e curiosità varie, gli chiediamo perché ha postato una sua foto su Instagram. Ma è una cosa che non ha mai fatto. E qui scopriamo che non si era accorto che una sua compagna di classe gli aveva scattato questa foto e l’aveva postata. La questione sarà discussa al suo rientro, ma gli sottolineiamo solo che se fosse stata scattata mentre usciva nudo dalla doccia (abbiamo esagerato) tutti avrebbero visto e riso. Così gli abbiamo lanciato un input sul quale riflettere. E allora torno alla domanda. Perché temo i social network? Perché la maggior parte dei giovani li utilizza in maniera superficiale, non conoscendo i disastri che un errato uso può causare a loro e ad altri. L’uso dei social network richiede una grande maturità. Una mia alunna, che frequentava la seconda media, si era iscritta per gioco su Facebook, perché voleva fare una nuova esperienza. I genitori naturalmente erano all’oscuro di tutto. La giovane ragazza era stata adescate da un tizio a cui lei raccontava le sue giornate, tra verità e bugie. Il rendimento scolastico era calato, così decidiamo di convocare i genitori che iniziano a controllare la figlia. Ebbene, la ragazzina era fortemente disturbata da ciò che questo ragazzo le scriveva: peccato che si trattava di una persona adulta che abitava nel condominio di fronte e che, ormai a conoscenza delle abitudini della ingenua ragazza, aveva iniziato a pedinarla causando forte ansia nella giovane, incapace di gestire una tale situazione. Vorrei tener lontano, per quanto possibile, i miei figli da questi mondi virtuali. Li stimolo ad avere, quindi, contatti reali, non mediati da schermi di un cellulare o di un computer, ci confrontiamo sui danni causati dall’utilizzo inappropriato dei social network prendendo spunto dalle notizie che quotidianamente ascoltiamo in televisione e radio. E condivido con loro le vicende di ragazzi della loro età che frequentano la scuola in cui insegno. E, in ultimo, ho affrontato con loro la condizione di essere figli adottati e, quindi, l’utilizzo dei social network deve essere ancor di più gestito in maniera intelligente: la loro vita non può essere data in pasto a chiunque”.