Scuola, a lezione di social network
Sono sempre di più gli istituti che promuovono un utilizzo responsabile di internet e della Rete

Quali sono gli strumenti per combattere e prevenire il bullismo? Oggi molte scuole hanno inserito tra i loro progetti anche l’utilizzo responsabile dei social network. “Si tenta di rendere consapevoli i giovani attraverso letture antologiche specifiche – spiega Silvana Capuano, insegnante e mamma – l’analisi di articoli di quotidiani e la visione di film ad incontri con rappresentanti della Polizia. Parlo per esperienza diretta: molto incisivi sono gli interventi di rappresentanti di associazioni che mostrano situazioni reali quali filmati o racconti di storie vere, o di esperti di problematiche legate all’uso improprio della rete come psicologi, avvocati e giudici che fanno capo spesso ad associazioni che riuniscono scuole differenti del territorio, che dimostrano come non esiste controllo di ciò che si pubblica su internet. In uno di questi incontri, nella scuola di mio figlio, era stato detto ai ragazzi di portare il proprio smartphone. Due sono state le attività. Durante la prima, i ragazzi sono stati invitati a parlare su un social network, con una persona sconosciuta: alcuni, lasciati soli davanti al monitor del pc, rispondevano anche a domande molto personali. Ma la persona con cui comunicavano era in una delle aule della scuola e loro non lo immaginavano assolutamente, fino al momento in cui non si è presentato dicendo che di alcuni sapeva addirittura data di nascita e indirizzo dell’abitazione: sgamati, come avrebbero detto loro! Nella seconda attività ciascun alunno, utilizzando il proprio smartphone, doveva pubblicare su WhatsApp la propria foto. La referente mostrava loro come, nel giro di pochi secondi, questa immagine poteva essere captata e “lanciata” in un mondo virtuale, visibile a tutti”. Ma quante scuole oggi riescono a proibire l’utilizzo dei telefonini durante l’orario di lezione? “Nonostante tutto – conclude Silvana Capuano – non si riesce ad evitare l’utilizzo degli smartphone a scuola. I ragazzi amano “apparire”: soprattutto i preadolescenti vogliono stupire e per farlo disobbediscono alle regole. Riescono a trovare modi fantasiosi per farlo: un alunno aveva creato un piccolo buco nell’astuccio che si tiene quotidianamente sul banco e, attraverso di esso, filmava le lezioni e, in particolare una docente, ironizzando su di lei tramite WhatsApp e non solo”.