Repubblica Democratica del Congo, Paese senza pace
Difficile dire l'esatto numero dei morti: qualche fonte parla di più di 5 milioni di persone uccise dagli anni Novanta ad oggi: la metà sono bambini
Sembra non debbano finire mai le guerre nella Repubblica Democratica del Congo, Paese da sempre martoriato da conflitti e depredato da personaggi senza scrupoli. I suoi giacimenti di materie prime indispensabili per l’Occidente (diamanti, oro, stagno, gas, petrolio, coltan legname e acqua) invece di portare ricchezza e stabilità a tutto il Paese, hanno portato solamente guerre infinite, soprattutto nella zona orientale, al confine con il Ruanda. Difficile dire l’esatto numero dei morti: qualche fonte parla di più di 5 milioni di persone uccise dagli anni Novanta ad oggi, la metà almeno sarebbero bambini con meno di 5 anni. Senza contare le centinaia di migliaia di donne e ragazze, spesso bambine, violentate e mutilate dai vari “eserciti” e il numero enorme di bambini e bambine rapiti e costretti a diventare soldati. Gli sfollati sarebbero quasi 2 milioni. Purtroppo però le violenze non si limitano al Kivu, ma riguardano anche l’Ituri e il Katanga, nel sud del Paese. Anche nella zona del Kasai le violenze dilagano: secondo l’Onu, dall’agosto 2016 a oggi ci sarebbero stati almeno 400 morti e 600mila sfollati a causa della lotta tra le truppe governative e alcune milizie. È di pochi giorni fa la notizia della scoperta di 13 fosse comuni. La capitale, Kinshasa, pur se lontana dagli scenari di guerra, sta vivendo un periodo di tensione: il presidente Joseph Kabila – al potere ininterrottamente dal 2001 – rifiuta di indire nuove elezioni e ha prorogato il suo mandato fino al 2018, provocando violente manifestazioni di protesta a cui sono seguite repressioni altrettanto violente. L’Onu ha denunciato almeno 20 morti durante una manifestazione nel mese di dicembre 2016. Eppure, per la comunità internazionale, ufficialmente nella Repubblica Democratica del Congo non ci sono guerre in corso...