Adozioni concluse nel 2017, pochi i dati: "Serve più trasparenza"
Soltanto 31 enti autorizzati su 62 pubblicano le statistiche aggiornate sui propri siti internet: la metà, quindi, non rispetta l'obbligo previsto dalle linee guida della Cai

E’ passato un mese dall’inizio del nuovo anno. Ad oggi, però, fare un bilancio corretto delle adozioni concluse nel 2017 dai 62 enti autorizzati in Italia dalla Cai risulta davvero difficile. Guardando i siti internet delle associazioni, soltanto 31 – esattamente la metà – hanno aggiornato le statistiche al 31 dicembre, indicando il numero di bambini e di coppie che hanno concluso il proprio percorso adottivo nel corso dell’anno che si è appena concluso. Una sorpresa negativa: in base all’articolo 17 delle linee guida emanate nel 2008 dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, infatti, tutti gli enti autorizzati dovrebbero rendere pubblici i dati aggiornati sulle procedure completate, almeno ogni sei mesi. Da sempre il NAAA, sul proprio sito internet e sui social network, riporta le statistiche aggiornate – con cadenza mensile – in merito ai minori che arrivano in Italia attraverso l’adozione internazionale e alle coppie in attesa. Dati suddivisi Paese per Paese, dove viene indicato anche l’anno del conferimento dell’incarico da parte dei futuri genitori all’ente. “La trasparenza è fondamentale – commenta la presidente Maria Teresa Maccanti – e passa soprattutto dalle comunicazioni pubbliche degli enti: non tutti, purtroppo, espongono i dati come previsto dalle linee guida della Cai. Questo costa sacrificio soprattutto in un momento di crisi, come quello che stiamo vivendo oggi, in cui gli ingressi dei minori in Italia sono diminuiti. Dobbiamo, però, pretenderlo: lo dobbiamo a tutte quelle coppie che hanno il diritto di essere informate sull’andamento delle adozioni prima di affidare nelle mani di un ente, piuttosto che di un altro, il loro desiderio di voler far nascere una nuova famiglia”.