Lettera aperta: Tamara

Ho scritto questa "lettera aperta" alla mamma biologica di mia figlia ben 4 anni fa, all'approssimarsi del suo terzo compleanno... Quest’anno la bambina compirà 7 anni e sempre, quando si avvicina il suo compleanno, io penso sempre ad "E", mamma di "pancia" della nostra piccola. In tutti questi anni, ogni giorno, il mio pensiero, il mio amore e le mie cure vanno a Tamara, ma il giorno del suo compleanno, mentre tutti si dedicano in modo speciale alla bambina, io non posso fare a meno di pensare alla ragazza che quel giorno ha dato alla luce la mia piccola lasciandola poi in ospedale per impossibilità ad occuparsene... Questa lettera finora è stata solo per me, segreta, intima e sentita... Ora invece sento sia giunto il momento di condividerla per testimoniare in qualche modo la mia esperienza... forse potrà essere utile a qualcuno di voi, per me lo è già stata!
Norma
Vergiate, 24 marzo 2014
"Cara E.
La nostra Tamara sta per compiere 3 anni. Due ne sono passati da quando è con noi e quasi due e mezzo da quando l’abbiamo incontrata per la prima volta, a 8 mesi, dolcissima, nel suo vestitino rosa.
È una bambina stupenda. Intelligente, forte, spiritosa e, da qualche mese, piuttosto capricciosa!
All’inizio, e per un anno circa, non è stata così. Era più quieta e osservatrice. Molto attenta, desiderosa di imparare ma molto sulle sue, molto indipendente. Abbiamo capito piano piano che era un po’ ‘trattenuta’. C’è voluto del tempo perché realizzasse veramente cosa stava avvenendo intorno a lei e si lasciasse un po’ andare, si fidasse di noi che tanto l’amiamo. Passaggi fondamentali sono state le piccole malattie nelle quali, complice la febbre, questa piccola grande donnina decidesse finalmente di affidarsi alle cure, di lamentarsi un pochino, insomma, di essere la bimba piccola che è! Ora, tutto sommato, i capricci che fa sono una sorta di "rilassamento"… benché la sua soglia del dolore sia sempre molto alta e, dopo una caduta, ci tenga sempre a dire che non si è fatta niente! Che tenacia di ghiaccio questa piccola bimba che viene dal freddo della Russia!
Volevo scriverti questa lettera già un anno fa, quando Tamara ha compiuto 2 anni. Ma il poco tempo a disposizione - il ‘diavoletto’ ci impegna in un modo incredibile (insieme al lavoro, la casa, i parenti, gli amici) - mi ha impedito di sedermi un attimo con calma a metterti giù queste righe. Ma il desiderio c’era fino da allora, come oggi, proprio in corrispondenza dell’anniversario di nascita di Tamara…
Già, perché in quei giorni di 3 anni fa c’eri tu. Con le tue paure e le tue sofferenze, immagino. E non posso davvero scindere la presenza di Tamara qui oggi con noi dalla tua esistenza e dalle tue azioni di allora.
La prima cosa che ho pensato quando ho letto il tuo nome, la tua età, la tua storia è stato: “Per fortuna ha tenuto duro e ha dato alla luce Tamara!” Eh sì, perché bisogna essere onesti, le circostanze non sono state semplici ed immagino che il contesto non ti sia stato d’aiuto. Potevi forse agire diversamente. Decidere di non portare a termine la gravidanza. E invece lo hai fatto.
Certo, forse non avevi alternativa… Forse non è stata una volontà. Forse gli eventi hanno avuto il sopravvento su di te. Sulla tua vita. Non lo posso sapere. Forse però hai proprio scelto di farlo, hai proprio lottato! Preferisco pensare che tu abbia semplicemente creduto che forse gli avresti potuto dare un’altra possibilità. E così è stato. Te lo posso assicurare. Chissà la difficoltà di portare avanti una gravidanza da sola, giovane, nel contesto giudicante di un piccolo paese. Chissà la difficoltà di vivere la scelta, magari continuamente contraddetta durante i mesi di gravidanza, di rinunciare a Tamara oppure tenerla con te. Chissà le notti passate a pensarci ed i giorni trascorsi a piangere. Chissà gli ostacoli vissuti per arrivare al momento ultimo, il parto, il dolore, l’abbandono, la perdita… Non posso nemmeno immaginarlo. Ho profondo rispetto per quanto hai vissuto. Abbiamo chiesto chi aveva dato il nome a Tamara… non lo abbiamo saputo con certezza. Forse lo hanno scelto in ospedale, forse lo hai scelto tu. Chissà.
Un nome, un inizio. Ci hanno detto: "È un nome tradizionale russo che oggi raramente danno a una bimba. È il nome di una principessa". Beh, è un bel nome, che siamo stati contenti di mantenere per nostra figlia. Un nome della tradizione. Le sue origini. Un dono di qualcuno per lei, forse tuo, forse dei dottori che l’hanno fatta nascere, forse delle infermiere o delle "tate" dell’istituto, comunque di qualcuno che ha avuto cura di lei. Un nuovo inizio. Un futuro insieme, ricordando sempre quel primo dono. Sai, in parte la tua storia è stata anche la nostra. Anche noi abbiamo dovuto "tenere duro per un futuro diverso". Anche noi abbiamo dovuto insistere fra mille dubbi, se continuare o se lasciare perdere. E, fortunatamente, come te, abbiamo insistito. Sai, già dai primi mesi con Tamara, mano a mano che cresceva e che i suoi lineamenti si facevano più distinti ho pensato "Ma chissà quanto dev’essere bella la sua mamma biologica!". E lo dicevo senza problemi a tutti quanti le facevano i complimenti. È evidente che il tuo patrimonio genetico fa parte di lei adesso e per sempre. E ne saresti orgogliosa: è bella e forte, tenace e curiosa!
Ti auguriamo il meglio per il tuo futuro. Speriamo sinceramente che la tua vita possa migliorare. Sei giovane. Sentiamo che la tua forza, quella dimostrata nella difficile scelta che hai fatto, non potrà che esserti utile per il tuo futuro. Ormai, certo, il nostro cammino insieme a Tamara è nel pieno svolgimento. Siamo una famiglia in costruzione, in evoluzione, in crescita. Noi siamo i genitori di "cuore" di Tamara. Ora lei ci ha accolti. Siamo veramente lanciati a vivere insieme la nostra vita, nella verità. Il nostro unico grande interesse è il benessere di nostra figlia, la sua felicità, la sua serenità di adulta… forse proprio come è stato il tuo, 3 anni fa. Tutto questo è stato possibile grazie alla tenacia: tua, nostra e di Tamara!