Dal Nepal la nostra P.
Fam. S. P.

Era metà luglio 2002 quando Giancarlo al telefono ci disse "ma sì prenotatevi pure le vostre vacanze tanto ormai fino a settembre non se ne farà più niente"...mai previsione fu più "felicemente" sbagliata.
Ci siamo sposati nel 1995 e nell'aprile del 2000 abbiamo presentato domanda al Tribunale dei Minori e finalmente un anno dopo abbiamo avuto in mano il tanto sospirato decreto. Per noi non c'era possibilità di errore, la nostra scelta era il Nepal, addirittura il giudice nella sua relazione dopo averci sentiti così entusiasti e desiderosi di adottare in Nepal, ha indicato questo nostro desiderio sul decreto!!! Dopo il primo incontro ad Aprile 2001 e lo Zig-Zag a Giugno 2001, a Settembre abbiamo consegnato i documenti per il nostro paese e ad Ottobre abbiamo firmato la Guarantee Letter.
E' iniziata così la nostra gravidanza vera e propria, in cui sembrava che le doglie non arrivassero mai, quando un bel giorno di fine Luglio 2002, precisamente il 26, mentre ci stanno montando la cameretta, telefoniamo a Ciriè per augurare buone vacanze. Tentiamo di parlare con Ferry ma è occupato, quando ci passano Ingrid che ci dice "ma noi i vostri numeri di telefono li abbiamo?" "Sì perché?" "Perché siete stati abbinati, attendiamo tutti i documenti". Dopo esserci ripresi dall'emozione la cameretta di nostra figlia ci è sembrata ancora più bella.Al pomeriggio telefona Flavia e ci dice che la partenza è prevista per fine agosto e che si tratta della Children's Home. Il 29 Rino telefona a Vito e gli comunica che la partenza è stata spostata ...a metà agosto. Il 2 Agosto finalmente ci mettiamo in viaggio verso Ciriè con un'ansia tremenda dentro ed una stanchezza infinita, visto che dalla telefonata che ci annunciava l'abbinamento non abbiamo più dormito... Arriviamo a Ciriè, 1 ora prima dell'inizio del Paese che Vai e Cinzia ci fa salire e ci consegna un foglio di carta con un nome, una data di nascita ed una piccolissima foto in bianco e nero, P. nata il 3/11/2001, ed è stranissimo come quel foglio A4 con un nome, una data di nascita e una piccolissima foto in bianco e nero ti riempia il cuore così prepotentemente, con un'emozione così forte che è perfino dolorosa, in quel momento senti che lei è tua figlia a tutti gli effetti.
Il 14 Agosto ci troviamo all'aeroporto di Malpensa con le altre coppie, 3 le avevamo già incontrate al Paese che Vai, 2 le abbiamo conosciute lì , e la terza coppia, che poi era solo il marito, lo abbiamo perso, o meglio non sapevamo ci fosse un'altra coppia e lo abbiamo proprio dimenticato da solo all'aeroporto di Kathmandu, ma fortunatamente una guida che era lì conosceva Sanu (ma chi non conosce Sanu??) e lo ha chiamato così anche lui è riuscito ad arrivare allo Shangri-Là. Il 16 (compleanno di Vito e quale miglior regalo poteva ricevere?) finalmente (dopo un viaggio allucinante con dirottamento in Bangladesh colpa monsoni nepalesi) saliamo tutti su un taxi per andare prima a firmare dal sindaco e poi alla Children's Home. Arrivati alla Children, noi eravamo sull'ultimo taxi e quando siamo scesi e siamo entrati nel cortile gli altri erano già entrati in una stanzetta a piano terra, quando sentiamo dire dalla cognata di Tamatà "Questa è P.", bè Vito poverino era pronto con macchina fotografica e telecamera per immortalare l'incontro ma non è riuscito a stare dietro a quella mamma in corsa che ha letteralmente calpestato tutti gli altri per andare a prendere sua figlia. Quel momento è terribilmente emozionante, solo chi ha provato la stessa cosa può saperlo e anche descriverlo è difficile, ma in quel momento noi abbiamo capito il significato di amore viscerale perché è proprio dallo stomaco che ti sale, e poi come si fa a non amare una cucciola di 9 mesi che ti guarda seria seria ed un po' stranita con due occhioni neri che cercano di capire chi sono quei due signori con palloncini, bolle di sapone, pupazzetti, un cavallino che suona, telecamera e macchina fotografica, che ti coccolano e sbaciucchiano in continuazione.
Adesso a distanza di mesi riguardando i filmini si vede quanto anche lei fosse tesa e nervosa nonostante fossimo riusciti a strapparle i primi sorrisi. P. stava abbastanza bene, aveva un'infezione alle orecchie, causa buchi e una crosta sul naso, tosse e moccio. Da quel giorno, essendo in tanti, la cognata di Tamatà ci portava tutti i giorni i bambini in albergo dalle 11.00 alle 16.00 circa, quindi senza avere niente e senza aspettarcelo, (siamo corsi tutti al Supermercato Bat Bateni per comprare tutto l'occorrente) ci siamo tutti ritrovati a badare a tempo pieno (piscina, bagnetto, cambi e mangiare) ai nostri bambini.
Siamo riusciti anche a visitare un po' il paese dei nostri figli nei due giorni che non ci hanno portato i bambini e al pomeriggio quando li riportavano via e così abbiamo visitato: Bhaktapur, Patan, Durban Square, Swayambhunath, Pashupatinah, Bodhanath, ovviamente il Thamel, e alla sera eravamo quasi sempre al Fire And Ice dalla Sig.ra Annamaria a mangiare. E' stato sicuramente bellissimo, ma i bambini probabilmente hanno sofferto più del dovuto il rientro tutte le sere alla Children, anche P. gli ultimi due giorni piangeva quando venivano a prenderli, e vedere lei così e anche gli altri bambini che volevano stare con i loro genitori è stato veramente straziante. L'ultimo giorno poi è stato veramente bruttissimo, abbiamo cercato di essere sereni di non farci vedere piangere da P., ma è stato impossibile dopo 10 giorni in cui siamo stati insieme, non essere disperati tutti e tre. E così si torna in Italia tutti con il cuore a pezzetti. Forza P. torniamo PRESTISSIMO. Intanto in Nepal rimane una coppia che ha avuto la fortuna di passare subito in commissione e quindi non tornano in Italia ma rimangono lì con il loro bellissimo bambino.
Fortunatamente alla festa dell'associazione, Sanu, comunica a tutti, tranne ad una coppia per problemi di documenti, che saremmo ripartiti con lui il 27 settembre. Sul pullman che ci riporta allo Shangrilà stanchi ma sorridenti, a tutti sembra di essere ritornati a casa, il rumore, l'inquinamento (Kathmandu è una delle città più inquinate del mondo, seconda solo a Città del Messico), e soprattutto gli odori, i profumi che si sentono in giro, i colori, la gente, i negozi. Il giorno dopo, il 28 settembre, telefona Sanu e comunica che i bambini stanno arrivando, e così tutti ci piazziamo nella hall dello Shangri-La, come facevamo durante il primo viaggio quando aspettavamo i nostri bambini, ma questa volta non verrà nessuno a riprenderseli al pomeriggio. Alle 11 arriva il taxi con I NOSTRI FIGLI, e quando riabbracciamo la nostra piccola ci sembra di non averla mai lasciata. La prima notte la passiamo praticamente in bianco a guardare nostra figlia che dormiva nel suo lettino, non sembrandoci vero di avere finalmente riunito la famiglia. Il giorno dopo arriva il bambino di un'altra coppia che si era aggiunta al nostro gruppo. Così tutte le famiglie si riuniscono e tra grandi e piccoli ci ritroviamo in 21 (grazie amici è stato bellissimo dividere tutto questo con voi) e lo Shangri-Là diventa un po' italiano. Nei 24 giorni successivi abbiamo buttato le fondamenta della nostra famiglia ed il tempo è trascorso tra piscina, passeggiate in Kathmandu, qualche giorno a Pokhara, un pranzo ospiti a casa di Suria Lama per festeggiare il Dasain e una festa di compleanno con tanto di torta. P. è attaccata come una "cozza" alla mamma e lascia poco avvicinare il papà, ma questo ce lo aspettavamo, è simpatica e solare, gioca in piscina, gattona nel prato e sul tappeto della hall, mangia la pasta (in 24 giorni "ingrasserà" di 2,5 Kg), e ovviamente fa dei bei capriccetti.
Dopo 24 giorni, finalmente si torna a casa, all'aeroporto di Kathmandu ci facciamo fare tutti insieme una foto da una guardia e saliamo sull'aereo. Il 21 ottobre arriviamo a Milano e fuori ad aspettarci troviamo i nonni, Saona (la nostra lupa bellissima e bravissima) la bisnonna, gli zii, gli amici e finalmente andiamo a casa. Sono passati 8 mesi dal nostro rientro in Italia mentre scriviamo e P. è cresciuta, cammina, è attivissima, non sta mai ferma, è una bambina bellissima, è testona, permalosa e capricciosetta, esattamente come tutti i bambini della sua età, va al nido e si è inserita benissimo. Con mamma è ancora un po' "cozza", ci sono giorni che si avvinghia e non la molla più, e come tutte le femmine che si rispettino comincia ad amare il suo papà. Con la nostra cagnolona Saona va d'amore e d'accordo anche se a volte le fa qualche dispetto, ma lei paziente sopporta (aspirerà alla prima santità canina). Ma la cosa fondamentale e più importante e che E' NOSTRA FIGLIA.