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Un raggio di sole è entrato nella nostra vita

Fam. Franchi Alberici

Un raggio di sole è entrato nella nostra vita
08 set 2006

«Dopo l’interminabile attesa, fatta di tanti documenti e quel non so che d’incognita, di come sarà e di come noi saremo, è arrivata la fine dell’agosto 2004, quando, telefonando al NAAA, Sarah ci informa che… c’è stato l’ABBINAMENTO!!…, ma non si sa niente di più. In noi si è accesa una gran gioia. Finalmente ci siamo!«Dopo l’interminabile attesa, fatta di tanti documenti e quel non so che d’incognita, di come sarà e di come noi saremo, è arrivata la fine dell’agosto 2004, quando, telefonando al NAAA, Sarah ci informa che… c’è stato l’ABBINAMENTO!!…, ma non si sa niente di più. In noi si è accesa una gran gioia. Finalmente ci siamo! Dopo qualche giorno Sarah ci dice che è un maschietto di tre anni e quattro mesi, della regione di Tolima. Il 14 settembre convocazione al NAAA: nel viaggio d’andata avevamo il cuore in gola, non riuscivamo a pensare a niente d’altro. Siamo arrivati un’ora prima... che non passava mai... una passeggiata nel centro di Ciriè e, poi… c’incamminiamo al NAAA dove incontriamo Sarah e Cinzia, qualche parola, ma noi… non riusciamo più ad attendere!Ecco un bel fiocco azzurro! E’ nato!… e poi davanti a noi la foto… è una gioia indescrivibile:  un bel pulcino… Sebastian, il nome che abbiamo sempre sognato per un bimbo.Ci comunicano tutte le notizie che sanno di lui e si fissa la data di partenza: 3 ottobre. Era già con noi. Inizia, così, la corsa per i preparativi della partenza: volo, ambasciata… tutto pronto. Eravamo con la mente già in Colombia, quando, tre giorni prima del volo, arriva la telefonata… che ci ha gelato: non si parte più, spostato tutto di due settimane. Emozioni indescrivibili. Arriva  il 17 ottobre, ora si parte veramente. Il volo da Milano ed il sole… ci ha accompagnato. Siamo a Bogotà: l’unico desiderio, vista la stanchezza, è di uscire dall’aeroporto presto per conoscere la referente e con lei  andare in albergo, ma… ecco un’altra sorpresa: le valigie non sono arrivate! Sono rimaste a Parigi e, quindi, eccoci a Bogotà con solo due piccoli trolly. Conosciamo Maria e Alejandro, il suo fidanzato: la referente è una donna bravissima, molto disponibile, che ci accompagna a fare qualche spesa. In albergo siamo alle 18,30, ore locali, con un gran bisogno di riposare, ma, quando, in camera, tiriamo le tende, vediamo che sotto a quella grandissima finestra passa una strada… a dodici corsie, con molto traffico… rumore e… smog. Certo che Bogotà è cinque volte Milano, anche se è a 2.600 metri di altitudine. Le sette ore di fuso orario non agevolano il riposo, ma la stanchezza è tanta. Il giorno successivo, che è un lunedì ed anche una delle tante feste che ci sono in Colombia, conosciamo l’avvocato; viene nel nostro albergo, sintetizza le varie tappe che affronteremo e ci informa che il giorno dopo partiremo per Ibaguè in macchina: nel pomeriggio incontreremo Sebastian. Il martedì è già arrivato! Ci vengono a prendere in albergo con un taxi.  Siamo con Maria, un avvocato ed i nostri due trolly. Attraversiamo tutta Bogotà: è immensa, non finisce più… si respira smog intenso. Al sud c’è gente poverissima, non ci sono case ma solo baracche. Il taxista ha una guida “frizzante”, a tratti, nelle varie curve che ci sono per scendere dalla cordigliera orientale a quella centrale, pensiamo di capovolgerci. Dopo qualche ora di viaggio si fa una tappa ad Espinal, che è il paese natale di Sebastian, a mangiare un piatto tipico di lì, “la lechona”: carne di maiale arrosto guarnita con una gelatina molto grassa. Il chioschetto di paglia è proprio sulla strada,  c’è molto caldo e tante mosche. Si riparte ed arriviamo ad Ibaguè dove andiamo subito in albergo, molto bello, un pranzo veloce ed una doccia e… si va subito all’ICBF per incontrare il piccolo… Ci accolgono due signore: una psicologa e la difensora, molto gentili. Ci raccontano tutto quello che sanno di Sebastian; mostrano l’album fotografico che la famiglia affidataria ha preparato per noi… il suo visino sempre felice ci riempie il cuore e… dopo poco… arrivano altre signore con il NOSTRO BAMBINO per mano! Non sorride, non riesce ad incrociare i nostri sguardi se non solo fuggevolmente. Per lui sono momenti duri, anche se era stato preparato sul nostro incontro, in quel momento sa quello che lascia, ma non sa cosa lo aspetta. Non ha pianto, abbiamo iniziato a giocare con lui ed abbiamo cercato di trovare un punto d’incontro e d’intesa… È un momento indimenticabile, ancora ora lo riviviamo ad occhi chiusi, come  un film. Il tempo scorre veloce, è l’ora di salutare le varie persone dell’ICBF. Sebastian viene con noi. Usciamo tenendoci per mano, Ci accompagnano in un centro commerciale a fare qualche spesa e Sebastian… voleva comprare tutto! Giochi, dolci ecc.; usciamo di lì con delle leccornie,  un camion gigantesco e delle costruzioni lego.  Andiamo in albergo, Sebastian domanda se quella è la nostra casa, aveva paura di entrare in ascensore… abbiamo superato tutto con degli abbracci stretti stretti.

Qualche difficoltà per il suo primo bagnetto, con noi qualche giochetto, coccole e poi a nanna. Ha dormito tutta la notte, ma ogni tanto si accertava della nostra presenza vicino a lui. Al risveglio ci sembrava un pulcino che non sapeva cosa fare, ma appena visti i giochetti si è lanciato su quelli ed abbiamo giocato tutti insieme. La colazione nella sala da pranzo… non gli piaceva niente! Quell’albergo ci ha fatto da casa per tre settimane. Abbiamo conosciuto tante persone, molte coppie adottive e tanti bambini di tutte le nazionalità. Alla fine si è tutti una famiglia, si cresce insieme e ci si dà consigli. Il rapporto con il piccolo si completa ogni giorno che passa, scopriamo i suoi gusti ed  interessi, i suoi bisogni e lui… è molto dolce e affettuoso, sempre sorride, ti stringe forte, ama giocare tanto, ha un’energia infinita,  fisicamente ti mette a dura prova, la piscina è un buon intrattenimento. In hotel abbiamo conosciuto un amico di Sebastian che anch’esso andava in adozione con una coppia tedesca: Antonio. Sebastian  parla di lui ancora adesso. Il giorno prima della partenza per Bogotà Sebastian ci ha cantato una canzone bellissima che come dice lui fa così: TU VA MI, ecc. che significa prendimi, un dono stupendo, da allora la canta sempre. Ha una valigia tutta sua, che abbiamo  preparato insieme e di cui è molto orgoglioso. A Bogotà abbiamo alloggiato in un residence, la nostra prima casa indipendente; in appartamento la vita è più simile a quella normale, è molto bello ed importante. Si faceva la spesa e si cucinava, si andava un po’ in giro con altre famiglie conosciute e con Maria, referente ed amica. Poi la data del volo…i saluti e gli ultimi sguardi… pieni di gioia e nostalgia: “Ci rivedremo presto!” … si sale in aereo…  Il volo di rientro l’abbiamo fatto con un’altra coppia di Milano che ha adottato tre bambini. Non era più il gioco vissuto tante volte con Sebastian… e poi… finalmente in Italia! Nello stesso giorno in cui Sebastian è arrivato è nata una cuginetta, Martina: per la nostra famiglia è stata una grande festa ed un gran giorno. Un mese dopo l’arrivo Sebastian va già alla materna, qualche ora il  mattino. Già andava in Colombia; ha molto bisogno di giocare, si tratta di un piccolo asilo di soli sette bambini, è quindi molto curato e coccolato. Per lui l’addormentamento è diventato un bellissimo momento perché riceve tante “care”, come dice lui (coccole). Siamo sempre in giro per avventure in bicicletta, anche se c’è molto freddo. Babbo natale è stato molto generoso con noi e con lui.. per Carnevale gli è arrivato il vestito della tigre,  ne va matto ed a tutte le feste mascherate andiamo. Sebastian è un conquistatore di cuori e da quel giorno… UN RAGGIO DI SOLE E’ ENTRATO NELLA NOSTRA VITA!».