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Adottare un figlio se uno dei partner è disabile?

fonte: www.superabile.it - 2 luglio 2008 - Luca Baldazzi

04 lug 2008
Nessun divieto, ma è davvero difficile Si può adottare un figlio se nella coppia uno dei partner è disabile? Ad affrontare il tema è un’inchiesta pubblicata sull’ultimo numero (3/2008) di “Sm Italia”, la rivista dell’Associazione italiana sclerosi multipla, che fa il punto anche sulle adozioni internazionali e sugli ostacoli “di fatto” incontrati dalle persone con disabilità che aspirano ad essere genitori. Rari i casi andati a buon fineBOLOGNA - Impossibile? No. Molto difficile? Sì, senza dubbio. Ci sono rari casi di coppie, in cui uno dei due partner è disabile, che nonostante questo sono riuscite ad adottare un bambino e coronare il legittimo sogno di diventare genitori. Perché, diciamolo subito, la malattia non può essere ostacolo o motivo di discriminazione: né riguardo alle adozioni nazionali, né riguardo a quelle internazionali. Nulla del genere è previsto infatti dalle principali normative italiane in materia: la legge 149/2001, che regola le adozioni di minori italiani, e la 476/1998, che ratifica la Convenzione internazionale dell'Aja sulle adozioni di bambini stranieri. Detto questo, però, il cammino è arduo e il sentiero molto stretto. Per tutti, non solo per le persone con sclerosi multipla, esistono diverse barriere "di fatto" sulla strada dell'adozione. E anche giustamente, a volte, considerando il punto di vista della massima tutela del minore. Interpellando i diversi "attori" in gioco, soprattutto nel caso di un'adozione internazionale (Tribunali dei minorenni e servizi territoriali degli enti locali, "mediatori" nei confronti dei Paesi stranieri autorizzati dalla Cai-Commissione adozioni internazionali della Presidenza del Consiglio, vedi anche www.commissioneadozioni.it), emergono con chiarezza alcuni punti chiave: l'adozione non sancisce il diritto di una coppia ad avere un figlio, ma innanzitutto il diritto di ogni bambino in difficoltà a trovare una famiglia che lo accolga e i Paesi stranieri in generale, anche quelli del cosiddetto "Sud del mondo", stanno diventando via via molto più esigenti e restrittivi nei requisiti richiesti agli aspiranti genitori. Per una coppia nella quale uno dei coniugi è disabile, ottenere l'idoneità all'adozione è possibile. Il giudizio di idoneità emesso dal Tribunale dei minori - necessario se si vuole adottare un bambino all'estero - tiene conto di molteplici fattori: lo stato di salute della coppia viene certo tenuto in considerazione (così come età, condizioni economiche e altri criteri), ma la presenza di una disabilità non preclude di per sé l'adozione. Anche perché oggi, grazie ai progressi della ricerca scientifica e delle terapie, accade più spesso che le malattie siano "sotto controllo" e non comportino una situazione tale da rendere una persona inadeguata in pratica ad essere genitore. "In genere - fa notare Antonella Borgese, assistente sociale che lavora per l'Aism - viene richiesto ad entrambi i coniugi un certificato di sana e robusta costituzione, che purtroppo non può essere rilasciato a persone con sclerosi multipla. Al suo posto, però, si può provare a presentare al giudice un certificato del neurologo curante che attesti un esito benigno della malattia, tale da far supporre un buono stato di salute e una buona qualità di vita per il futuro prossimo".